La mia...LA NOSTRA storia...

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lally_luft
view post Posted on 1/4/2008, 13:36




Capitolo 31:

Giorgia per quel giorno era stata in classe con Silvia e Claudia.
Tutte e tre erano molto agitate per l’avvenimento precedente.
Bill non riusciva a guardare in faccia Claudia.
Gu: “Bill…”
Bill alzò lo sguardo, non diceva niente… lo guardava, come se era scontato non dare segni di vita.
Gu: “Devi reagire… fare qualcosa… non state risolvendo niente…”
Bill si voltò a guardare Claudia, che giusto in quel momento rise ad una battuta di Silvia, si rivoltò verso Gustav con il sopracciglio alzato e riabbassò il viso verso l’esercizio di Arte.
Gustav andò da Silvia: “Amore…dov’è Georg?”
S: “In bagno…”
Gu: “Camilla?”
Silvia rise, si guardò in torno: “Mi sa che è con Georg….”
Gu: “Ma questi due non fanno altro?”
S: “Erano in astinenza…” rise.
Gu: “Ma che cazzo dici?”
Silvia si alzò e andò da Bill, gli diede un bacio e inizò a parlargli.
La bidella entrò: “Silvia o Bill, devono andare in segreteria la zia è al telefono…”
B: “Vado io…”
Bill si alzò, Claudia era come se avesse dimenticato i suoi movimenti, ogni passo era una pugnalata al petto.
Uscì e si scontrò con Camilla.
B: “Scusa..”
Scese .
Clari: “Bill… mi devi trovare due persone per la puntata…”
B: “Si…”
Clari: “Bill, mi ha chiamata la madre di Camilla, voleva parlarle…dille di prendere il telefono…”
B: “Si…”
Clari: “Bill… per favore…svegliati…”
B: “Si…ciao…”
Chiuse e salì in classe.
Mentre stava arrivando in classe sentì parlare al telefono: “Oggi c’è l’apertura pomeridiana del pub… il SunHappy…”
Bill sorrise e si avvicinò alla sorella: “Devi trovare due persone per la puntata…”
Silvia pensò, si voltò verso Giorgia: “Vuoi partecipare anche tu a Ciao Darwin?”
Gio: “Come scusa??”
S: “Si…”
Giorgia si avvicinò all’orecchio di Silvia che sorridendo accenno un si con la testa.
Dopo un po’ Silvia si alzò.
S: “Andreas, vuoi partecipare anche tu a Ciao Darwin?”
A: “Si…con piacere…”
S: “Ok… ti faremo sapere…!”
A: “Cosa era un provino?? LE faremo sapere…”
Silvia rise: “No…demente… ti faccio sapere quando e dove…”
Andreas rise.
A: “Gio… puoi venire un secondo…”
Giorgia si recò al banco di Andreas: “Dimmi…”
A: “Ti va di uscire oggi?”
Gio: “No…”
A: “Ricominciamo…”
Gio: “Ma tu sei pazzo…”
A: “Senti… ho riflettuto su tutte le storie che ci circondano…anche io vorrei avere una ragazza fissa d’amare… e per ora mi piaci tu…. Non voglio che nessun altra possa essere quella importante… mi va di uscire con te…provarci almeno con te… sei determinata e mi sai sbattere le porte in faccia…io ho bisogno di questo…”
Giorgia rimase pietrificata ad ascoltare, non sapeva cosa dire… alla fine Andreas non aveva mai detto quelle cose.
Tanto è vero che Georg che stava prendendo un quaderno dallo zaino rimase impietrito.
Gio: “ Senti… di prese per il culo ne ho avuta solo una….e da quel momento io ho deciso che non avrei avuto più relazioni serie…che sia chiaro… quindi non penso…”
A: “Ma almeno potresti farmi contento e andiamo a mangiare qualcosa fuori?”
Gio: “No… solo un pomeriggio… ma sappi che non esco con te perché voglio la relazione seria…”
Andreas sorrise: “Grazie…” e le diede un bacio sulla guancia.
Camilla poco prima si era seduta accanto a Claudia: “Amore come stai?”
Clau: “Non lo so… tu invece? Fatto festa?”
Camilla rise imbarazzata: “Non lo facevamo da troppo tempo…”
Clau: “Ma in bagno è squallido…”
Gu: “Anche su un albero…” rise, ma nessuno con lui.
Silvia era tornata accanto al fratello.
B: “Non osare a dirmi DEVI REAGIRE… perché ti giuro che butto all’aria questo banco…”
S: “ok… allora…FAI QUALCOSA…”
Bill rise dal nervosismo…: “Stai tranquilla…oggi pomeriggio vado ad una festa…”
S: “Come???”
B: “Si… e ci vado… mi diverto un po’…”
S: “Non è che devi fare stronzate anche tu?”
B: “Io non posso fare stronzate lo sai… vado solo a ballare un po’…”
S: “Ok…”
Nello stesso istante..
Cami: “Oggi mia cugina va ad una festa di pomeriggio… anche io vorrei andarci… però non posso devo studiare per la prof di Arte…che palle…”
Gu: “Ma dov’è questa festa?”
Cami: “Non lo so… dice che è una festa d’inaugurazione…”
Gu: “Non so…”
Silvia mandò un sms a Clarissa per dare la conferma di Andreas e Giorgia… e per capire quale festa poteva essere…quella del fratello.
Il pomeriggio, verso le 17, Bill con pantaloni bianchi con strisce nere, maglietta nera con disegno dorato e scarpe nere e bianche, uscì di casa.
Non diede spiegazioni a nessuno.
I capelli liscissimi con delle punte rette, occhi neri con sfumature dorate.
Arrivò davanti il locale con la moto di Tom.
Entrò.
Tutti parlavano… chi rideva, chi bevevo, gente poco raccomandabile e gente di classe.
Musica a tutto volume.
Il locale era scuro, con una pista illuminata da luci rosse e blu elettrico.
Si avvicinò al bancone e prese un bicchiere di rum.
Ascoltava Sweet dreams battendo il tempo con il piede.
Vicino i bagni un lato con dei divani che erano illuminati da luci dorate e fuxia.
Due coppie che facevano sano sesso davanti a tutti.
Immediatamente si voltò.
Dall’altro lato un lato con i tavoli.
Chi rideva e scherzava sorseggiando un drink fumando una sigaretta e chi si stava preparando una pista.
Immediatamente pensò che cosa c’era andato a fare in quel posto.
Quando una ragazza si avvicinò a lui.
Partì Huey - Pop Lock and Drop, una canzone pop bellissima.
Era alta… bella… Formosa… capelli liscissimi, sorrideva e faceva seccare al gola a chiunque: “Ciao… balliamo..?”
Bill non rispose, si alzò e prendendo la mano della ragazza la portò in pista.
I due iniziarono a ballare.
La ragazza seducente come non mai, muoveva i suoi fianchi a tempo, facendo poggiare le mani di Bill su di essi.
Sorridevano.
Si faceva desiderare, si avvicinava e si scansava, Bill era divertito, non pensava a niente.
Fece scivolar e una mano sulla schiena di lei che costretta ad avvicinarsi incastrò la sua gamba tra quelle di lui.
I movimenti erano sempre più sensuali.
Bill si avvicinò e sfiorò la guancia della ragazza con la punta del naso
La ragazza si avvicinò al suo collo, iniziò a baciarlo, era visibilmente ubriaca, gli diede un bacio.
Bill gli sollevò il viso e gli diede un bacio.
Non si trasformò in nient’altro, perché come se il tempo fosse andata in avanti con un telecomando, Bill si trovò sotto casa di Gustav.
Suonò.
Nessuno rispose.
Chiamò al telefono di casa, nessuno rispose, chiamò al cellulare, nessuno rispose.
Dopo un altro po’, Bill volle riprovare, si attaccò al citofono e dopo vari minuti Gustav affannato rispose.
Bill salì e trovò Gustav in accappatoio.
Si sentiva ancora il rumore dell’acqua che usciva.
B: “Ho baciato un'altra…”
Gu: “Come??”
LA faccia da nervosa passò al preoccupato.
B: “Ma perché quella faccia?”
Gu: “Quale?”
B: “Quella di prima..”
Dopo poco arrivò anche Silvia in accappatoio.
Bill sorrise: “Scusate…” rise.
Gustav sorrise e si sedette sul divano accanto Silvia e Bill.
S: “Cosa è successo?”
B: “Sono andato nel nuovo pub…c’era una certa aria strana… ecco che una ragazza bellissima si è avvicinata, abbiamo iniziato a ballare, a scherzare…era stupenda… i suoi movimenti mi hanno fatto impazzire… l’ho baciata…”
Silvia guardava gli occhi del fratello che, per un lato, era come “felice” di essere riuscito a fare qualcosa… dall’altro, quello più grande… il dolore di aver tradito la persona che amava.
Gustav lo guardava, non sapeva cosa dire…aveva tante domande.
B: “Voglio sprofondare…. Sono uno stronzo… ma ero arrabbiato da quello che ha fatto lei… io non sono uscito con l’intenzione di cuccare… lei si…”
Gu: “Bill… vai a riprendertela… non perdere altro tempo…”
Bill abbassò lo sguardo, si alzò: “Devo fare qualcosa…”
Silvia sorrise: “Mandale quel messaggio che hai salvato in Bozze…”
Bill rise: “TU gli affari tuoi mai?”
Silvia abbassò lo sguardo e si aggiusto l’accappatoio.
Bill uscì di casa: “Grazie… vado a casa.. magari Tom ha bisogno d’aiuto con Laura…” baciò i due e andò via correndo.
Silvia si voltò verso Gustav: “Speriamo bene…”
Gustav l’abbracciò: “Sento aria di cambiamenti…”
Silvia baciò Gustav, sorrisero. Gu: “Dove eravamo rimasti?”
Silvia si aggrappò con le gambe a lui e si recarono sul letto.
Quello stesso pomeriggio Andreas andò a prendere Giorgia a casa.
Gio: “Strano… sei in orario…” si avvicinò per baciare la guancia del ragazzo ben vestito, quando lui si voltò baciando le labbra ben dipinte della ragazza che desiderava.
A: “Non si fanno aspettare le donne…” Giorgia fece una smorfia e salì sul motore.
Camminavano con una velocità media.
Gio: “Allora?? Dove andiamo?”
A: “Vedrai…”
Si recarono in una zona poco trafficata.
Ancora mancava un po’ di strada da fare.
Gio: “Perché mi hai baciata?”
Silenzio…
A: “Hai detto che non vuoi una relazione seria…allora ti faccio contenta…”
Gio: “No, scusa… non ho capito…”
A: “Tu mi hai detto che volevi uscire con me, senza avere niente di serio…io voglio te, quindi ti tratto per come vuoi tu…” Giorgia rimase zitta.
Arrivarono agli scogli.
Gio: “Che bello… amo questo posto..”
Era uno scoglio altissimo sopra una vallata, quella dove si vedeva il lago.
Le montagne come sfondo, il cielo sereno con qualche sfumatura di bianco.
Andreas si sedette sporgendo le gambe fuori.
Gio: “Ma che fai?? No… smettila…”
A: “Ma che sto facendo?”
Giorgia con una mano davanti gli occhi: “Soffro di vertigini…”
A: “Se sei seduta e stai ferma non succede nulla… dai vieni..:”
Gio: “No…”
Andreas scivolò indietro.
Giorgia si sedette vicino a lui.
Stavano zitti a contemplare il paesaggio.
Gio: “Io non sono una ragazza facile…”
A: “Lo so… mi sono ricreduto…”
Giorgia abbassò lo sguardo: “L’hai pensato?”
A: “Be… una che te la da la prima volta che uscite… non è molto difficile…”
Giorgia stava zitta.
A: “Io ho capito che lo fai per difenderti da qualcosa…ma cosa?”
Gio: “Non lo faccio per questo… io mi godo la vita…”
Andreas rise: “Si certo… anche io dicevo e dico così… ma in realtà io mi comporto da bastardo per la fregatura che ho appena subito. Siamo stati troppo tempo insieme rispetto a tutte le altre storie che ho avuto… mi ero esiliato da tutto, era diventata l’unica ragione per cui respiravo… poi mi ha mollato e allora ho preferito tornare il bastardo di sempre… però… era così come te… mi avete trattato di merda…e ci sono caduto. Con lei in quel periodo ero veramente felice….ero veramente contento. Mi manca stare bene in quella maniera, è vero che l’amore ti fa sentire nella pace degli angeli… non mi mancava niente.
Non mi manca lei… ora voglio te…”
Andreas parlava con disinvoltura…sapeva che le sue parole non narravano cose da niente… ma non voleva aprirsi per ottenere qualcosa, solo per sfogarsi.
Giorgia ascoltava le parole che venivano pronunciate, lo interruppe: “Tre anni fa, mi sono fidanzata con un ragazzo. Un anno dopo mi ha detto che doveva partire, andare in Francia per questioni familiari, non volevamo lasciarci… però… si doveva prendere una decisione… be… sono andata con lui.. nessuno si aspettava una posizione così drastica da parte di una ragazza come me.. invece ecco che sono andata ad abitare con lui e la sua famiglia.
Per amore ero e forse sarò disposta a fare di tutto.
Il nostro rapporto era diventato da fratelli… un altro anno era passato, ma tutti ci sentivamo ostacolati.
La sua famiglia non aveva i suoi spazi, come me…sentivo la mancanza dei miei genitori, avevo bisogno di stare un po’ con loro.. ma era costoso il viaggio, se andavo da loro non sapevo come fare per tornare da lui… è bastata una litigata per sapere che mi tradiva… sembrava una casa cretina… perché abitavamo insieme, ma fuori, appunto per il rapporto fraterno avevamo due vite diverse.
Sono tornata..”
Andreas ogni tanto la guarda e ogni tanto si perdeva a guardare il panorama, ascoltava la voce di Giorgia che diventava sempre più scura.
Gio: “Sono tornata con il presupposto di non amare più nessuno, facendomene uno all’ora…o meglio…” rise: “Uno spesso… però ogni volta vedevo che tutti se ne andavano, che tutti se ne fregavano… e non ti nego che mi piaceva questa cosa... mi trattavano di merda.. mi serviva in quel periodo…e in questo…. Perché mi serve ad avere un distacco dalla realtà…poi… tu… che sei rimasto accanto a me tutta la notte… ho avuto paura… sono scappata… per questo…!”
Andreas si volò a guardare il viso di Giorgia che era rimasta un po’ bloccata e titubante non vedendo nessuna reazione da parte del ragazzo.
A: “Come vedi…siamo simili….e io non ho paura di te…. E voglio che tu non ne abbia di me…vorrei che io e te potessimo superare queste piccole cose insieme….”
Giorgia non sapeva cosa rispondere era lì… lei sapeva che aveva condiviso una cosa importante con lui prima ancora di fare un passo altrettanto notevole.
Andreas l’abbracciò, lei ricambiò, facendo un po’ di forza la fece distendere.
Si avvicinò alla sua bocca e iniziarono a parlare con affetto.
Andreas si comportava bene…aveva veramente capito, non si permetteva a toccarla, non faceva niente di niente…stava lì, con gli occhi chiusi, ad assaporare l’interiorità di quella ragazza che veramente gli stava a cuore.
Giorgia ogni tanto tremava, non si capiva se era per il freddo o per l’emozione, di dare un bacio con un pizzico di sentimento.
Dolcemente si allontanò: “Sai che Silvia mi aveva chiesto di fare la puntata e io le ho chiesto di dirtelo a te…”
Andreas sorrise: “E come mai?”
Gio: “Forse……… perché pensavo le tue stesse cose e non avevo il coraggio di dirtelo…”
Con un sorriso splendente Andreas baciò di nuovo Giorgia stringendola a se.
Le sue mani scesero verso i fianchi, che immediatamente furono colpiti da scariche di solletico.
Giorgia si allontanava, si dimenava, forse un po’ troppo visto che gli diede una testata in bocca ad Andreas che iniziò a perdere sangue.
In un primo momento si sentì in colpa: “O cavolo…scusa…”
A: “Stiamo insieme da sei secondi circa e mi vuoi già uccidere…??”
Il rancore andò via e si fece largo una risata di gusto.
I due passarono il pomeriggio a scambiarsi coccole e scherzando.

 
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lally_luft
view post Posted on 6/4/2008, 15:28




Capitolo 32:
Quel pomeriggio, anche Georg uscì verso le 17 e andò a casa di Camilla.
Cami: “Amore…ciao…. Che bello sei venuto!!”
Georg si avvicinò a Camilla e l’abbracciò.
Ge: “Volevo stare un po’ con te…”
Camilla sorrise e lo baciò.
Ge: “Che facevi?”
Togliendosi la giacca e posandola sul divano.
Cami: “Stavo preparando la merenda…. Vuoi che ti faccio qualcosa?”
Ge: “Che odorino…”
Cami: “Stavo preparando un muffin…. Lo faccio anche a te…?”
Ge: “Si…”
Si sedette sulla poltrona.
Ge: “Usciamo appena finiamo di mangiare?”
Cami: “No amo… mi scoccia…”
Ge: “Dai… non usciamo da un sacco di tempo…”
Cami: “Se stiamo a casa è meglio…”
Georg rise: “Porcella…”
Cami: “Non intendevo quello…”
Ge: “No??” sorrise maliziosamente.
Cami: “No…”
Ge: “Perché ti stai voltando così arrabbiata?”
Cami: “Perché mi sa che sei tu quello che ha la testa sempre lì…”
Ge: “Io? Ma veramente…”
Cami: “Veramente?”
Ge: “Sei tu che oggi mi hai portato in bagno”
Cami: “Perché ti è dispiaciuto…”
Ge: “Ma cosa c’entra?”
Cami: “C’entra…. Perché se saresti stato soddisfatto non mi rispondevi così…”
Ge: “Cami… ma dici vero? Io non sto dicendo niente…”
Cami: “Georg…. Non ho capito cosa vuoi da me….!”
Ge: “C’è puzza di bruciato…”
Cami: “Vuoi sviare il discorso? Ok…dai parliamo della puzza di bruciato… allora? Che dire? Che puuuzza… non si respira… Georg che ne pensi se apriamo la finestra?? Oddiiiio… non si può vivere con la puzza di bruciato… è più importante che capire che la propria vita sessuale va una vera cagata…”
Georg era scioccato, si alzò e aprì la finestra.
Intanto Camilla si era appena chinata per prendere i muffin che bruciavano veramente.
Li poggiò nel tavolo.
Ge: “Io non volevo dire questo… io volevo solo farti capire che ci sono cose che non vanno…”
Cami: “Si…ok… non sono brava…”
Ge: “Cami.. ma cosa ti succede? Io non ho detto niente di tutto questo…”
Cami: “Ma che dici? Tu l’hai detto…”
Georg si mise a ridere per il nervosismo. D’impulso, Camilla prese un muffin e glielo tirò. Mira perfetta, proprio sui capelli.
Georg rimase immobile con la testa chinata, lentamente allungò una mano verso i capelli e iniziò a levare i pezzi più grossi della merenda.
Alzò il viso e la fulminò con gli occhi.
Camilla lo guardava seria, facendo saltare nella sua mano l’altro Muffin, un sorriso beffardo sul suo viso.
Ge: “Non ti permettere…”
E così dicendo l’altro lo riuscì a prendere in mano.
Si mise a correre e cercò di infilarlo in bocca a Cami che si dimenava.
Ge: “No cara mia… mi hai sporcato i capelli…”
Cami: “Dai…scherzavo…”
Ridevano.
Georg la prese di peso e la portò in bagno.
La mise dentro la vasca.
Ge: “Cosa odia la mia piccola fragolina?”
Cami: “Non ti permettere… ho la mia maglietta preferita…”
E così dicendo Camilla lo tirò con forza facendolo cadere dentro la vasca.
Ge: “Ma sei cogliona… la spalla…”
Camilla rideva e lo baciò.
Ge: “Non sei più arrabbiata?”
Cami: “No…”
Sorrise e lo baciò.
Georg era scioccato: “No scusa, mi dici quale sarebbe il problema nella nostra coppia?”
Cami: “Nessun problema…” voltando il viso dall’altra parte della vasca.
Georg, che era sopra di lei: “Cami… guardami…”
Cami: “No…”
Si alzò di getto, facendolo scivolare dall’altra parte della vasca e lei alzandosi si recò in corridoio.
Georg corse, la prese per un braccio.
Ge: “Cazzo Camilla che cosa succede?”
Camilla si buttò sul letto e abbracciando il cuscino chiuse gli occhi.
Georg si coricò vicino a lei e abbracciandola: “Cami…”
Camilla si voltò con gli occhi lucidi: “Io ricordo sempre che tu sei molto più pratico di me? E ho paura che io non sia all’altezza per te…”
Georg la guardò: “Amore ma cosa stai dicendo…?”
Cami: “Non lo so… ti amo… e ho paura che vada a finire tutto…”
Ge: “Questa storia di Bill e Claudia sta mettendo tutti in crisi…”
Cami: “Praticamente…”
Georg l’abbracciò: “Non devi pensare a tutto questo… non succederà te l’ho detto…”
Camilla lo baciò: “Ti amo…”
Ge: “Non ti rispondo…. Perché lo sai…”
Cami: “Ma quando abbiamo la puntata??”
Ge: “Domani…”
Cami: “Cooosaa?? Io dopo domani ho la cresima!”
Ge: “Ma sei cretina che non lo dici?? Dobbiamo chiamare subito tutti…”
E così fecero… tutti quanti ricevettero la telefonata.
Cami: “Sai Georg… per ora non mi sento bene, mi gira spesso la testa, mi fa male la pancia ho anche la nausea… che cosa è?”
Ge: “è anche vero che per ora hai mangiato un sacco di schifezze… sarà un momento..”
Cami: “Possibile…”
La giornata seguente tutti in classe parlavano del pomeriggio e del giorno dopo.
Entrai in classe e mi accolsero sorridendo e abbracciandomi.
Clau: “Allora? Come andiamo?”
L: “Meglio meglio…”
Silvia, mi guardava ridendo.
L: “Silvia…che ridi?” le dissi sorridendo.
S: “Ti pare… io so tutto…”
Tom stava posando la mia borsa quando si voltò e la guardò un po’ male.
Abbassai lo sguardo e da dietro di noi Bill: “E… anche io so tutto…”
Gu: “Mi sa che ormai tutti lo sappiamo…”
Camilla, fece partire un applauso mentre io cercavo di farli smettere.
Georg rideva e più rideva io ridevo.
Era una catena…tutti ridevano… io no capivo.
Entrò Giorgia: “Ragazzi oggi non c’è la vostra prof…” si avvicinò ad Andreas e tirandolo in piedi lo baciò.
Tutti tacquero, erano rimasti scioccati.
Gio: “Ecco a voi il mio ragazzo…”
Tom rimase scioccato facendo sbattere il suo zaino per terra.
A: “Come sempre ho seguito il consiglio di Tom…”
Tom sorrise.
Ci sedemmo tutti a cerchio.
Faceva quasi impressione vedere Claudia e Bill sorridere e non calcolarsi in uno stesso cerchio.
S: “Allora… Clarissa mi ha parlato di oggi. Abbiamo tutti il permesso di uscire alle 11, dobbiamo andare tutti quanti agli studi, dove ci daranno i vestiti e le prove da fare… ovviamente non ci dicono le prove… alcune però… si… dobbiamo essere pronti per sta sera… un'altra cosa… praticamente nella puntata c’è una sfilata… ve l’aveva accennato… ognuno di noi avrà un pacco da Clarissa con dentro il vestito e il biglietto di ordine di quando deve entrare, non saprete con chi sfilerete e non dovete trovare il compagno è contro il regolamento, ci conosciamo tutti , sapete che non capitiamo con persone che non conoscete… tutto tra di noi… ovviamente… è un gioco… rispettate le regole.
Le altre prove tipo canto e coreografia, ovviamente solo tra schieramento si può parlare. Il capo della sfida avrà i biglietti. Alle 17 avremo la riunione tra schieramenti, quindi i maschi con i maschi e le ragazze con le ragazze, tutti con ordine dobbiamo poi entrare nello studio, ci dicono quando e come dobbiamo entrare. Alle 19 iniziano invece le preparazioni, quindi vestiti e trucco… penso di aver detto tutto…”
Cami: “Dovrei dire qualcosa io… domani c’è la mia cresima… la festeggio al Royal… sapete tutti cosa è… e sapete bene che vi voglio in tiro…”
L: “Non possiamo portarci i vestiti del programma?” dissi ridendo.
T: “Sei malata?”
Gli diedi un pugno nella gamba: “Fanculo…” mi avvicinai e lo baciai.
Ge: “Il posto l’ho scelto io…”
Clau: “Si, lo immaginavo…quel posto è magico…”
Gio: “Mi sa che io sono l’unica…”
Cami: “Ovviamente tu e Andreas dovete venire… il Royal è il locale in periferia… quella dove c’è il lungo mare, hai presente la spiaggia quella grandissima? Lì… c’è un locale… di lusso… quindi…tutti adatti…”
Gio: “Io non ho problemi… e poi dico.. ho Andreas…quindi…”
A: “Si certo… lei ha il mio portafoglio…” Andreas la strinse a se e lei appoggiò la testa alla sua spalla.
Tutti li guardavamo.
Gio: “Siii??” sorrise.
Cami: “è strano…”
A: “Allora… tutti coppie e io no? E poi… insomma..fatti nostri…” rise.
Claudia e Bill abbassarono lo sguardo e fecero finta di niente.
Suonò la campana.
Di corsa uscirono dall’istituto e videro due grosse macchine, nella portiera una scritta gialla: “STAFF CIAO DARWIN” Claudia corse verso l’autista.
Clau: “Dice che dobbiamo metterci le ragazze in una macchina e i ragazzi in un'altra… ci vediamo direttamente in puntata con i ragazzi…”
Tutti le coppie si baciarono mentre Bill e Claudia entrarono in macchina emozionati.
B&Clau: “Ci vogliamo sbrigare?” sentendo la voce di entrambi si ammutolirono facendo un sorriso.
Non si vedevano ma… sapevano che entrambi avevano la stessa reazione.
Tutti entrarono nelle macchine e si partirono.
Cami: “Sono agitatissima che vomiterei l’anima…”
L: “Oh che sollievo saperlo…”
Tutte risero.
Cami: “Clau che hai?”
Clau: “Niente… stavo pensando…”
Infatti perché aveva la testa appoggiata al finestrino e fissava il paesaggio.
S: “Che hai?”
Clau: “Avete sentito? Abbiamo parlato contemporaneamente…”
Sorrisi: “Be amore… oggi…”
Clau: “Lally, scusami se t’interrompo… però…devo dirvi una cosa… Oggi … me lo riprendo….anche con la forza…”
Tutte noi urlammo di felicità…. Sapevamo tutte che ci sarebbe riuscita.
Quella stessa frase era stata pronunciata nell’altra macchina, tranne che i ragazzi, ebbero una reazione diversa, tutte le mani partirono verso il pacco di Bill che urlando rise.
T: “Allora…Andreas… sono contento per te…”
A: “Ho capito solo ora il tuo discorso… basta merdate…”
T: “Bene…”
A: “Tom…?”
Tom si voltò.
A: “Tutto come prima??”
T: “ Abbiamo altri impegni anche… non tutto come prima…”
A: “Ovvio…ora ci sono le ragazze…”
T: “Si…diciamo di si… Laura mi lascia molto libero… io posso fare quello che voglio, l’importante è che io le dico cosa faccio…”
A: “Io anche voglio impostare il rapporto con Giorgia così… non mi va d’essere stressato come prima…. Tutto nella giusta misura…”
T: “BE…allora si… diciamo…TUTTO COME PRIMA…”
Si strinsero la mano e iniziarono a fare il loro balletto di sempre.
Georg e Gustav erano scioccati.
Le macchine si fermarono davanti uno studio enorme.
Prima scesero le ragazze che vennero chiuse in un camerino, poi i ragazzi e la stessa cosa.
Arrivò Clarissa in compagnia di una giovane donna, Raffaella, colei che organizzava tutto.
Clari: “Ragazze, questo è il camerino di Claudia, per favore Cami, Laura, Silvia e Giorgia venite con me…”
Senza fiatare uscimmo.
Clau: “E io?”
Raffa: “Inizia il gioco…dovrai rimanere qui…ora torniamo…”
Sulla porta di Claudia c’era scritto il suo nome, poi tutte le altre porte a scendere avevano i nostri nomi e di altre ragazze che non si sapevano chi fossero.
La stessa cosa accadde nei camerini maschili che erano nel corridoio al piano di sopra.
Dopo che tutte entrammo, ci sedemmo sulle poltrone. Arrivarono i nostri pacchi.
Ci chiusero le porte e iniziammo a leggere il foglio che c’era all’intero.
“Benvenuti al gioco più famoso di tutta Italia, la trasmissione più seguita… CIAO DARWIN… si proprio lui vi da il benvenuto. Dentro questa scatola troverete tutti i vostri vestiti e capirete anche le vostre prove, vi ricordo che non potete parlare con nessuno o meglio potete solamente cercare le ragazze che hanno il vostro costume per un eventuale prova, che non a tutti arriva. Nella carta che conserva i vostri abiti c’è scritto a cosa servono, quindi chi avrà nella scatola COREOGRAFIA o PROVA DI CORAGGIO, si può cercare, ma gli altri partecipanti non devono sapere che cosa c’è all’interno della confezione, solo voi complici potete parlarne. Questa puntata parte dal presupposto di fare capire a tutti che anche i giovani hanno la capacità di mettersi a confronto, che sanno lottare per quello che vogliono veramente. Non mi rimane che dirvi che tra di voi vi vedrete alle ore 17 per la riunione che per le ragazze è in studio e per i ragazzi nell’aula magna che è al terzo piano.
Quando tutte le ragazze avranno finito di dire le proprie idee sono pregate di tornare ai camerini alle ore 18 e 30 in modo che l’ultima mezz’ora lo studio può essere dedicato ai ragazzi che alle 19 devono essere nel loro camerino. Sappiate che il gioco ha inizio ADESSO, proprio ora, chi sbaglia è squalificato… nelle scorse puntante ci sono state anche più di venti partecipanti che hanno sbagliato le regole e sono stati sbattuti fuori, questo vi consentirà anche di mettervi a duello con il sesso opposto, per avere la curiosità di vedere chi resisterà.
Adesso miei cari, Buon lavoro.
Paolo Bonolis”
Esattamente la reazione di tutti cambiava, chi fece un sospiro, chi rise, chi strinse i pugni, chi fece un orletto demente, chi iniziò a fumare.
Tutti presero visualizzazione delle proprie scatole.
Arrivò il pranzo.
Gu: “Scusami Raffa, siamo dentro questa stanza da un ora, sono le 13.00 mancano ancora quattro ore… che dobbiamo fare?”
Raffa: “Il fatto è proprio questo… tu hai avuto prove?”
Gu: “Si.. io si…”
Raffa: “Fammi vedere il biglietto…”
Gustav lo prese dalla gruccia e glielo fece leggere.
Raffa: “Allora… tu la prova la devi fare con Georg, appena finisci di mangiare vai a parlare con lui…”
Gu: “Ok…”
Raffaella scese al piano di sotto e bussò alla porta di Camilla.
Cami: “Avanti…”
Raffa: “Cami…ciao… se non mi sbaglio tu hai avuto una prova vero?”
Cami: “Si… quella di…”
Raffa: “Nooo…. Non lo dire… nemmeno a me puoi… appena finisci di mangiare, vai da Claudia e parlatene.”
Cami: “Ma hai visto che costume??”
Raffaella rise: “Non hai visto quello dei ragazzi… buon pranzo a dopo…”
Dopo Cami andò nella camera di Claudia, la trovò appoggiata al mobiletto dello specchio: “Clau…che succede?” allarmata corse verso di lei.
Clau: “Niente… non posso dirlo…”
Cami: “Raffaella mi ha detto che abbiamo la stessa prova…”
Claudia sorrise: “Non dirmelo… fammi vedere…”
Scoppiò a ridere leggendo il biglietto: “Quindi insieme?”
Cami: “Si…anche se non ci trovo niente di divertente…”
Le due iniziarono a parlare della sera, come Gustav e Georg.
Gli altri si addormentarono o provarono i vestiti.
Alle 17 iniziarono le riunioni.
Che per verità non lo erano.
Tutti seduti e partiva una voce: “QUESTO è LO STUDIO” perché nella stanza dei ragazzi si vedeva un video dello studio “qui farete tutto… organizzati secondo il numero che vi assegnerà adesso Raffaella e Angelo, dovete scendere le scale. Tutto con l’aiuto di Toby e Clarissa, che ovviamente ci hanno consigliato un po’ di coppie…” Bill e Claudia risero “ Spero vi divertiate e che vi siete riposati…” La voce di Paolo continuava a vagare per la stanza, con varie indicazioni.
Arrivate le 19 tutti iniziarono a prepararsi… il momento stava arrivando!
Camilla si alzò e andò da Claudia: “Amore…ti devo chiedere una cosa…”
Clau: “Si dimmi…”
Cami: “Tu hai saputo tutto quello che è successo al bar? Bill…??”
Clau: “No…cosa è successo?”
Camilla raccontò tutto.
Claudia seguiva il discorso ma non dava nessuna reazione, la truccatrice faceva il suo lavoro, la parrucchiera seguiva i movimenti di Camilla.
Clau: “Io anche ho fatto così… ci sto rimanendo male ovviamente… però… me lo riprendo lo stesso…ormai…ci tengo lo sai…basta…”
Camilla sorrise si appoggiò allo schienale della poltrona: “Giusto!”
Silvia e Io eravamo in un altro camerino, Giorgia con noi…
Ci stavamo preparando, ma io ero troppo emozionata.
L: “E se qualcuno cade?”
Gio: “Oddio quanto sei pessimista…!”
Silvia sorrise: “Secondo me ai ragazzi prende un infarto appena vedono i nostri vestiti…”
Gio: “Effettivamente… io sto morendo di curiosità per tutto quello che potrebbe succedere…”
L: “A chi lo dici… non sappiamo niente…e tra l’altro siamo in diretta…cioèèè!!!”
Silvia sorrise: “Ma non ti fare prendere dagli attacchi d’euforia…”
Entrò Clarissa: “SIAMO PRONTE….ANDIAMO!”
Nello stesso istante Toby fece irruzione nei camerini maschili gridando la stessa frase.
Tutte in fila… davanti una porta nera.
L: “Scusate…ma che cosa è questa porta?”
Giorgia si avvicinò vicino a me: “Stiamo per scendere…”
L: “O mio dio…”
S: “Laura non fare stronzate…”
Arrivarono Claudia e Camilla correndo e si posizionarono in fila, quando si aprì la porta.
Ecco la musica che inondava lo studio e luci di mille colori.
 
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lally_luft
view post Posted on 12/4/2008, 09:37




Capitolo 33:

L’attacco le prime 30 ragazze iniziarono a scendere.
Entra Silvia con una certa indifferenza, sorrideva, non guardava le scale, il suo vestito Rosso con le frange si muoveva delicatamente, la scollatura generosa, fece cadere il ragazzo che era entrato nel suo stesso momento… chi era il ragazzo?? Tom…che si mise a fare gesti per farle capire di coprirsi, vestito con un jeans largo scuro con tante tasche e una maglia rossa, cappello nero con riportino bianco.
Dietro Silvia io. Con un vestito altrettanto vertiginoso, verde smeraldo, sorridevo dall’emozione, anche se sarei scoppiata volentieri a ridere.
Nella mia direzione Gustav con un dolce vita nero e pantaloni bianchi.
Dietro me, Claudia, con un vestito rosso con venature di viola e blu, si legava al collo, due strisce facevano prendere dolcemente le forme del seno, in corrispondenza Bill con una giacca nera e una maglietta rossa, pantaloni neri.
Subito dopo Giorgia e Georg, lei con un vestito corto bianco con dei pizzi neri, era un vestito che la rendeva proprio una bambola, Georg con jeans stretto e camicia bianca.
Andreas e Camilla, che ridevano, lui indossava un dolce vita grigio con su una giacca nera, pantaloni neri, lei un vestito blu, cortissimo, con maniche a sbuffo.
Ci accomodammo nelle nostre postazioni.
Paolo: “IIITAAALIIIIAAAANIIII!!!”
Tutti applaudirono.
Eravamo sedute vicine, come i ragazzi.
Facevamo proprio una fila.
Paolo: “Oggi cambio di programma, una bellissima puntata fatta da ragazzi, giovani, intraprendenti, determinati…! Dobbiamo iniziare subito… abbiamo uno schieramento formato dalle ragazze…”
Tutte ci alzammo in piedi battendo le mani e ridendo.
Paolo: “E lo schieramento maschile…”
I maschi si alzarono facendo una Ola… Noi li guardavamo malissimo, come se erano proprio degli stupidi.
Gustav usciva la lingua a Silvia che mettendo la mano bassa gli alzò il dito medio, lasciandolo di stucco e mandandogli un bacio.
Paolo: “Per riscaldare un po’ le acque… io farei entrare… MADRE NATURA…!”
Ecco scendere una ragazza, che non per tutti era una sconosciuta.
Alta bella, formosa, aveva in dosso un intimo fiorato, non volgare, era molto fine e raffinata.
Il pubblico in scalpore.
Di botto Camilla si alzò insieme ad Andreas e Bill.
Cami&Andreas: “Lei è mia cugina…!”
Bill non disse nulla era solamente scioccato.
Claudia prese per il braccio Cami: “Amore ma perché Bill è così? Mi sto arrabbiando…!”
Cami: “è lei la ragazza che si è fatto al bar…!”
Claudia si alzò di botto battendo le mani e gridando: “MA quanto ti uccidereeei???!”
Tutte ridemmo!
Arrivò davanti i due schieramenti.
Clau: “Giorgia tu che hai sempre tutto, hai un pomodoro?”
Tutti battevano le mani, la notizia si era dilagata.
B: “Non voglio che ora la odiate…cioè… è successo è basta…!”
Clau: “Tanto è mio…che lo sappia…”
Paolo: “Mia dolce Lady, la prego di accomodarsi nel suo trono, bellissima non c’è niente da dire…”
Con un sorriso seducente, con movimenti lenti e sensuali si sedette.
Paolo: “Scusi… ma… ci può dire come si chiama?”
La venere si era voltata, i capelli coprivano le forme peccaminose, con un sorriso: “Adele…”
Tutti a bocca aperta!
Giorgia di scatto si alzò: “Non ci posso credere… è la mia migliore amica e non l’ho riconosciuta… non mi ha detto niente… sono veramente scioccata…!”
Claudia si voltò verso Giorgia che era accanto a lei: “Ti puoi sedere ora…”
Giorgia rise: “Non ci posso credere…”
Clau: “Credici… proprio con il mio verme!”
Tutte ridemmo.
Paolo: “Dopo aver visto tanto splendore… io direi iniziare lo spettacolo… la prima prova… CANTO…”
Le luci si abbassarono.
Il primo a prendere il microfono fu Gustav: “TIII AMOOOOOOO UN SOLO TIII AMOOOO”
Tutti i ragazzi con le braccia alzate.
Gustav cercava di attirare l’attenzione di Silvia che era totalmente distratta fare le smorfie con tutte noi, quando si bloccò mentre Gustav gridò: “Maaa treeeeeeeeemooo daaavanti alll tuuuuooo seeeeeeeeeenooo”
Noi ragazze ridevamo come delle matte.
Le canzoni erano state scelte da noi…!
Gustav: “Cavalli e siiii giiraaa!!”
Silvia prese il microfono allo stacco della canzone di Gustav: “It's a little bit funny, this feeling inside…” I ragazzi si girarono di Spalle tappandosi le orecchie.
Noi tutte con accendini accesi mentre sentivamo la voce dolcissima di Silvia che s’innalzava per tutto lo studio, Gustav sorrideva.
B: “Dai smettila, siamo rivali…”
Gustav lo guardò.
Si voltò verso Silvia che disse: “And you can tell everybody, this is your song”
Sorridente si rivolse a Bill dicendo emozionato: “è la mia canzone… è la mia canzone!!”
Silvia posò il microfono e all’attacco scese Georg: “So lately, I've been wonderin Who will be there to take my place” Camilla senza farsene accorgere gridava: “TI AMOOO!”
Tutte la prendevamo in giro.
Georg saltava: “If I could, then I would I'll go wherever you will go” Bill e Tom battevano le mani a tempo, Andreas faceva i coretti.
Gustav sorrideva e si muoveva a tempo.
Camilla per rispondere prese il microfono si muoveva a tempo, i capelli che dondolavano sulla sua schiena.
Tutte a tempo battevamo le mani.
Cami: “Che tesoro che sei quando mi guardi... quando mi dici che mi chiami dopo e non mi chiami mai…”
Georg sorrideva e urlò alle parole di Camilla: “è vero…faccio sempre tardi…”
Camilla rideva: “Anche se non fossi un angelo io non ti cambierei perché sei bello bello bello bello come sei… sei bello come ti vorrei…”
La musica inondava lo studio.
Claudia quasi commossa fece un acuto e fece partire un applauso che interruppe Camilla e fece iniziare Andreas: “I've got another confession to make I'm your fool” questa volta la canzone non era più dedicata alla ragazza.. ma al suo migliore amico, che rise e iniziò a movimentare la fila.
Andreas gridava, cercava d’imitare il cantante… ma niente… non c’era riuscito… era solamente divertente.
A: “Is someone getting the best, the best, the best, the best of you?”
Giorgia rideva come una pazza, si teneva la pancia dalle risate.
Io battevo le mani a Giorgia e dicevo: “Ottima scelta.. brava Giorgia…”
Anche la nostra madre natura accennava un sorriso.
Giorgia si alzò in piedi prese il microfono: “Attento che cadi… attento che cadi…attento che cadi…!”
Giorgia ballava, muovendo la mano sinuosamente… io e Camilla a braccetto facevamo la tarantella, Claudia e Silvia ridevano e battevano le mani e poi tutte in coro: “SIAAAMMOOO DOOOONNEEEEE…. OLTRE ALLE GAMBE C’è DI PIùùù…. DOONNNE DOOOONNNEEEEEEE….. SENZA DOOONNE LO SAI CHE NOIA QUI IN CITTà……..”
I ragazzi erano scioccati, Tom rideva facendo segno che facevamo cagare.
Bill era seduto piegato dalle risate. Georg che si muoveva a tempo e ci faceva segno di andare a vomitare… Gustav rideva, ci dava le spalle, iniziò ad ondeggiare il sedere.
Quel momento fu interrotto dalla voce, timida di Tom: “ Respiri piano per non fare rumore e ti addormenti di sera e ti risvegli con il sole… sei chiara come un alba… sei fresca come l’aria…”
Ero emozionata, sorridevo e gli facevo le smorfie.
I ragazzi che canticchiavano con lui, indicandoci mentre tutte si erano girate e facendo finta di tenere la fronte di quella accanto vomitavano.
T: “Ti vesti svogliatamente non metti mai niente che possa attirare attenzione…di particolare solo per farti guardare…”
Non sapevo cosa fare, dovevo esserci contro… ma era un emozione strana… cioè lui stava cantando per me…e lo sapevo: “ E con la faccia pulita cammini per strada mangiando una mela con i libri di scuola… ti piace studiare… non te ne devi vergognare…e quando guardi con quegli occhi grandi…”
Velocemente feci andare avanti la puntata, basta alzare il microfono e partiva la propria base: “Tra dire e fare… tra terra e mare…tra tutto quello che avrei da dire sto qua…”
Tom mi sorrise, l’avevo proprio interrotto male. Tutte quante iniziarono a fare delle piccole onde con le braccia. I ragazzi non mi trattarono poi così male, si misero solo seduti con davanti delle riviste…: “ E tu lasciami fare… a me basta restare un po’… un po’ di tempo a parlare insieme a te… solo a parlare…”
Ecco che come mi aspettavo i ragazzi dovevano fare i dementi, facendo un: “EEEEEEE” in coro.
Io sorrisi: “Non voglio fare l’amore… a me basta guardarti un po’.. guardare i tuoi movimenti così lenti che mi fai sentire che… tu fammi sentire che…” Tom mi guardava e rideva.
Il momento fu interrotto dalla voce diretta di Bill: “Would you dance if I asked you to dance
Would you run and never look back” la voce più bella di tutta la puntata, sicuramente avrebbero vinto loro.
Claudia aveva le lacrime agli occhi, quella canzone diceva tanto ad entrambi: “I can be your hero baby I can kiss away the pain”.
Tutti erano incantanti da quella voce… ma per risposta ai vari sguardi con Adele, Claudia prese il microfono: “ HO VOLUTO DIRE ADDIO...AL PASSATO IO…ERI UN OMBRA SU DI ME… SU DI MEEE…” quelle parole fece congelare gli animi di tutti: “CERCO LA MIA ISOLA…VIAAA DI QUAA…” per sdrammatizzare io e Silvia iniziarono a scuotere le punte dei vestiti e fare il tifo.
La voce di Paolo: “Ooook… Stop! Voci bellissime… fantastiche… coinvolgenti… che dire… al pubblico… la scelta…”
Tutti votarono. Paolo: “Vincono… i ragazzi!”
Tutti battevano le mani tranne noi che facevamo le linguacce.
Paolo: “Adesso… la prova di coraggio… la prova consisterà nello sdraiarsi in una teca… sappiamo già chi sono stati scelti… per favore Tom e Giorgia possono scendere…?”
I due decisi scesero con i loro vestiti.
Paolo: “Noi sistemiamo, voi invece andatevi a cambiare…”
Entrarono due ragazzi del corpo di ballo con due grosse teche, la prova si faceva contemporaneamente, sopra ogni teca quattro scatole.
Entrarono Tom e Giorgia.
Paolo: “Accomodatevi…”
I ragazzi si sdraiarono.
Paolo: “Come vedete sopra di voi ci sono quattro scatole…. All’interno ci sono delle bestie… degli animali che tra poco percorreranno la vostra pelle, all’interno di una c’è un animale onnivoro, delle Blatte, sono vettori di germi patogeni. Nella seconda mille piedi, lombrichi e scarafaggi…” mentre Paolo parlava, e le teche piano piano si aprivano facendo scorrere tutti quegli insetti sopra la pelle coperta dai costumi dei due.
Tom rideva dal nervosismo, faceva dei versi strani.
Giorgia ogni tanto gridava per i movimenti orribili di quegli insetti viscidi.
Tutti stavano zitti.
I brividi percorrevano sulla pelle di tutti noi.
Io non potevo guardare.
Paolo: “Ok.,.. ok…basta… portiamoli via… Pubblico…a voi…”
Un applauso ruppe la tensione: “Questa prova… la vince… LE RAGAZZE…”
Ci alzammo sorridendo.
Paolo: “Adesso pubblicità…”
Si staccò la luce rossa della diretta e corsi da Raffaella: “Posso andare ora da Tom?”
Raffa: “No… però… puoi andare in bagno…” ridendo.
Corsi in bagno e dietro di me vidi Claudia: “Aspetta …aspettami…!”
L: “Amore che c’è?”
Claudia mi fece l’occhiolino: “Andiamo in bagno…”
Mi avvicinai al suo orecchio: “è uscito Bill?”
Gio: “Ragazze dove andate?”
L&Clau: “Bagno…”
Gio: “Maaa veramente…”
Le feci segno di fare silenzio, rise: “Ciaooo… io non vi ho viste…”
Corremmo, girammo l’angolo, tirai Claudia con forza: “C’è un produttore…” Ci nascondemmo dentro una stanza.
Era uno sgabuzzino.
Clau: “Ma perché mi devono nascondere sempre negli sgabuzzini..?”
L: “Zitta… che se ci sentono siamo fregate…”
Sentimmo la campana della diretta… stava per iniziare.
Uscìì: “Via libera…” Ci iniziammo a correre.
Eravamo nel corridoio dei camerini.
TOM KAULITZ, risi: “La mia corsa è finita… la tua è qui…” e indicai la porta di fronte.
Le diedi un bacio: “Amore… sii diretta…”
Claudia sorrise: “Farò del mio meglio…”
Entrai nella stanza. Tom era di spalle, senza la maglia.
Lo abbracciai: “Ho avuto paura per te…”
T: “Amore… era tutto organizzato… tranquilla…”
Lo baciai: “Mi sei mancato..”
T: “Tu sei fantastica… veramente…”
L: “Grazie…”
T: “Amore… tu fai prove?”
L: “No… almeno…non mi hanno detto niente…”
T: “Immagino…a me non mi prendi in giro…”
Risi, lo baciai, lo strinsi a me e gli baciai il petto.
L: “Ci vediamo dopo…” lo ribaciai, mi voltai e mi stavo dirigendo alla porta, quando lui con forza, mi premette contro la porta.
T: “Questo vestito…tu… è meglio che mi stai alla larga…”
L: “Allora lasciami…” sorrisi.
Tom rise: “Sai distruggere un momento passionale in un secondo…”
L: “Be è divertente..”
Risi.
Mi baciò.
L: “Devo andare…” mi avvicinai al suo orecchio: “Ti amo…” lo morsi un po’.
E uscendo dalla stanza vidi Claudia che chiudeva la porta sorridente.
Presi il suo braccio e corremmo via.
Nel nostro corridoio incontrammo Clari: “Ragazze veloci stanno ricominciando…” rise: “Laura… che cosa hai fatto?”
Con la faccia un po’ confusa: “Che cosa ho fatto?”
Clarissa rise: “Il rossetto…”
Sorrisi coprendomi le labbra: “Cosa ho fatto?” risi.
Clari: “Scemotta…corri a ritoccarti il trucco”
Clau: “Andiamo che lo faccio io…”
Andammo nel mio camerino.
L: “Allora?”
Clau: “Sei entrata, io ho respirato e sono entrata. Si stava ritoccando il trucco, non l’avevo mai visto così bello… lui non si era accorto di niente, lo presi per i fianchi lo feci voltare, si appoggiò al mobiletto, era scioccato, non te lo so spiegare, era come felice e come se avesse paura… intrufolai le mie mani sotto la sua maglietta, mi sporsi e lo baciai…” Claudia raccontava tutta molto emozionata, ma riusciva a truccarmi perfettamente anche quando pensava ad altro.
Clau: “Mi mancavano le sue labbra… Insomma ci siamo baciati, lui mi abbracciò mentre le nostre bocche erano ancora unite…”
L: “Possiamo anche risparmiare i dettagli…” risi.
Clau: “Si scusa… Mi scollai da lui, lo guardai, gli diedi un bacio e corsi via… e ti ho vista…”
Rimasi scioccata…: “Solo?”
Clau: “Che dovevo fare?”
L: “Magari dirgli qualcosa?”
Clau: “Bill mi conosce benissimo… e un gesto per noi vale più di mille parole… fidati…”
Sorrisi, sentimmo l’altra campana: “Tra un minuto la diretta…corri…”
Arrivammo appena in tempo ai nostri sgabelli, quando Paolo a squarcia gola: “ITALIAAANI….!”
 
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lally_luft
view post Posted on 23/4/2008, 16:56




Capitolo 34:

S: “Ma che avete fatto?”
L: “Eee…sapessi…”
S: “Che fratelli irresistibili che ho…”
L: “Siiiii…”
Clau: “L’ho baciato…” mentre tutte avevamo inziato a battere le mani.
S: “Coo…cooo…coooosa??”
Clau: “Si… e lui non ha opposto resistenza…ansi…”
S: “Finalmente qualcosa di positivo…”
Clau: “Be si… sperando che…”
Gio: “Al momento di chiarire a voce…vada tutto bene…”
Camilla ascoltava: “Io ho chiesto il permesso a Paolo e mi ha detto che potevo andare tranquillamente da Georg… siamo stati un po’ vicini… l’importante è che non parlavamo della trasmissione….”
L: “No fammi capire… noi ci siamo chiuse in uno sgabuzzino per niente…”
Camilla rise: “Mi sa di si…”
Tutte sorridemmo.
Paolo: “Spero che vi stia piacendo tutta questa puntata… ora… un'altra prova, molto simpatica direi… per fare vedere di cosa sono capaci le nostre due squadre. Abbiamo dato dei costumi solo a due di loro… e insieme costruire una coreografia… ovviamente… non con tempo ridotto… quindi… i ragazzi tutti dietro a cambiarsi… io nel mentre farei venire qui madre natura…”
Claudia, Camilla, Georg e Gustav con disinvoltura scesero le scale e andarono nelle quinte.
Camilla si precipitò su Georg baciandolo.
Cla: “Amore andiamo per favore…”
Camilla sorrise baciò Georg e andò via nel camerino.
Paolo: “Allora mia cara… come va?”
Adele non si era mossa dal trono, stava seduta con gambe incrociate.
Ade: “Direi meravigliosamente, sono rimasta affascinata da tutto quello che hanno fatto con piccoli gesti… veramente… uno più bravo dell’altro. Sono rimasta colpita dalla freddezza di Giorgia, tutti quegli insetti… e dalla voce meravigliosa di quel ragazzo…”
Paolo: “Parli di lui? Con la maglietta rossa?”
Ade: “Si…” sorridendo.
Bill si alzò.
Paolo: “Come si chiama lei?”
B: “Bill…”
Paolo: “Bill ti dispiace venire qui?”
B: “No… un secondo…”
Con un po’ di timore, scese le scale e arrivò al centro dello studio.
S: “Mi sa che ora iniziano i guai…” mi disse scostandosi un po’ i capelli dal viso.
Paolo: “Madre di ogni creatura, vorrebbe qualcosa? Una canzone…. Un ballo?”
Bill abbassò gli occhi.
Ade: “No… va bene così…”
Bill accennò un sorriso.
Paolo: “Il ragazzo è timido… facciamo un ballo… orchestra musica….”
Paolo uscì nelle quinte, mentre le luci si abbassavano e Bill rimaneva di sasso, non sapeva cosa fare, si rivolse verso il fratello che alzando le spalle gli fece segno di avvicinarsi.
Bill si avvicinò alla ragazza che lo guardava fisso negli occhi.
Le prese la mano e la fece scendere dallo sgabello, con passi lenti la portò al centro dello studio cingendola per un fianco e avvicinandola al suo corpo.
Iniziarono a danzare sotto una canzone che era sconosciuta.
Ade: “Strano rivedersi qui…”
B: “Mi dispiace dirtelo… ma ci vedremo molte altre volte…”
Ade: “Hai saputo?”
B: “Si… sei la cugina di Camilla…”
Ade: “Esatto… la cresimo io…”
B: “Si… mi hanno parlato tutti molto bene di te…”
Ade: “Si… anche se sono tutta da scoprire…cioè… io non sono sempre come tutti credono…”
B: “Capisco… però…Adele…colgo l’occasione… il mio cuore è impegnato… il mio cuore sta da un'altra parte… non esiste nessuna oltre lei per lei… non posso farci niente.. ma è così… la amo da sempre… la amo con tutto me stesso… non voglio perderla… ho scoperto tante cose con lei…e non voglio che cambi niente…”
Adele sorrise: “Lo immaginavo…sei scappato via… senza dire niente… senza avere fatto niente… e la cosa mi ha fatto piacere, mi hai fatto capire che nel mondo ci sono moltissimi ragazzi carini e dolci… tu sei uno di quelli, però… se quello che vuoi è Claudia… vai… non ti dirò niente…”
Bill scostandosi alla fine della canzone le baciò la mano e la portò a sedersi facendole un piccolo inchino appena lei si accomodò.
La scena fu vista da Claudia nel piccolo schermo che c’era dentro.
Cami: “Amore… mantieni la calma… pensa che è tutta finzione…siamo in tv…molte cose si fanno per forza…”
Clau: “Claudia.. mantieni la calma… mantieni la calma…”
Cami: “E poi amore… adesso fagli mangiare le mani con il nostro balletto… voglio dire… siamo le prime che iniziamo…e facciamo morire tutti…”
Paolo: “Dopo questo momento meraviglioso… la prova… che iniziano i ragazzi…”
Camilla era proiettata verso lo studio… non avendo capito il cambio di programma.
Claudia l’afferrò per il fianco: “Nooo.. non ora…”
Cami sorrise: “Si scusa… ma non mi prendere di qui…che mi fai rimanere nuda…”
Clau: “I tuoi veli sono più belli dei miei…. Hai tutte le sfumature dell’azzurro… io invece non ho il rosso scuro…”
Camilla rise: “Ma vaaaa… per una sfumatura…stiamo proprio bene… ma adesso vediamo la prova dei due…”
Georg e Gustav entrarono con dei pantaloncini marroni, due bretelle marroni con camicia bianca e cappello marrone con piuma bianca e per concludere degli scarponi neri da neve.
Inizò la musica, un ballo sardo… musica tipica della Sardegna i due a braccetto iniziarono a saltellare di lato, un saltello a sinistra e uno a destra, poi messi di lato e iniziarono a saltellare formando un cerchio camminando, al centro dello studio iniziarono a battere le mani nelle scarpe a fare salti strani, a fare dei versi dalla quale nemmeno loro sapevano il significato.
Dopo poco: “Peeerfetto… adesso passiamo alle donne…” i ragazzi si appoggiarono al bancone della scritta RAGAZZI…
Le luci divennero Rosse.
Le due camminavano con passi lenti, con movimenti ritmici di bacino ai lati.
Sonaglini, campanelli, e musica orientale.
Vestite da danzatrici del ventre.
I loro corpi erano sinuosi, formarono un onda con i fianchi, si guardarono e con quello sguardo capirono tutto il da farsi, con molta sensualità si avvicinarono ai ragazzi.
Cammilla muoveva sinuosa il seno davanti a Georg.
Claudia che dava le spalle a Gustav muoveva velocemente i fianchi, facendo scattare gelosia in Bill che guardava quel corpo muoversi velocemente.
Le due si avvicinarono, poggiando un braccio sopra quello dell’altra e iniziarono a scendere con le schiene, avevano equilibrio attraverso quel tatto, attraverso quella posizione molto sensuale.
Paolo: “Prova meravigliosa… adesso… il voto, lo darà Madre natura…”
Adele sorrise: “Senza dubbi la sensualità della donna, come possiamo inchiodare un uomo con un movimento innocuo e pulito…”
Tutti applaudirono e ovviamente tutti si andarono a cambiare.
Ge: “Era ovvio… l’avrei violentata…”
Gustav non rispondeva.
Ge: “Gustav che c’è?”
Niente…silenzio…
Ge: “Gustav ti senti male?”
Gu: “No… sto ancora pensando a quei fianchi… tutti quei sonagli mi hanno fatto venire il mal di testa…”
Ge: “ Si come no… stai pensando che per un momento la ragazza del tuo migliore amico ti ha fatto morire…”
Gu: “Si…esatto…”
Immediatamente corsero nello studio e nello stesso momento tutti e quattro ci sedemmo.
B: “Mi ha baciato nel camerino… ragazzi… io la amo…”
Gu: “Si anche io…”
Bill con uno sguardo assassino si voltò: “Non ti permettere assolutamente a pensare una cosa del genere per svariati motivi… il primo… STAI CON MIA SORELLA….”
Gustav rise: “Ma io scherzavo… scusami… ma…” ridendo: “La tua ragazza non ha niente a che vedere con la mia…”
Bill sorrise: “Mia sorella è mia sorella… è vero…”
Gu: “Dolce… bella… sensuale in tutto…”
B: “Sempre disposta ad aiutare gli altri.. ma dove si trova una come lei?”
T: “No scusate… non vorrei dirvelo… ma anche Claudia ha dei pregi…”
B: “Be si ovviamente…” tornando con i piedi per terra.

Paolo: “Adesso… io dire di passare ad un momento quasi rilassante per tutti… ovviamente… sempre per come va a finire… IL DIBATTITO… prego di parlare uno alla volta, alzandosi in piedi dicendo il proprio nome… la domanda è: Perché si dovrebbe scegliere uno schieramento dall’altro? Che inizino le ragazze…”
La prima che si lanciò nella discussione fu Claudia,che alzandosi in piedi, prese il microfono: “Claudia, 18 anni, ragazza… cosa dire? Credo che sia giustissimo scegliere noi ragazze, siamo più forti, determinate ma soprattutto sappiamo lasciare o prendere qualcosa quando ci pare… siamo noi che comandiamo…”
A quell’affermazione si alzò in piedi Bill: “Bill, 19 anni, ragazzo… Credo che voi ragazze molte volte vi fate tantissime illusioni… credete di avere il potere in mano, quando con una parola o con un gesto noi possiamo distruggervi un mondo… non è per essere arroganti ma è la semplice verità…”
Camilla rise: “Camilla, 17 anni RAGAZZA…” sbraitò: “Potete fare quello che volete…però… voi ragazzi non sapete affrontare i problemi, la vostra scusante è il cellulare… oppure… una qualsiasi scusa presa per telefono, non sapete mai guardarci negli occhi, questo cosa fa capire? Che non avete coraggio… che siete disposti a passare per codardi solo per evitare di guardarci negli occhi, noi siamo quelle sensibili che ci facciamo mille problemi… paranoiche? Chiamateci come volete, ma quando ci arrabbiamo gli artigli li usciamo e facciamo anche male…”
Gu: “Gustav, 19 anni, ragazzo… Non tutti i ragazzi sono così… alcuni di noi ansi trovano certe persone che i discorsi non li sanno prendere in mano… possiamo sbagliare…come sbagliate voi ad essere molte volte troppo facili… ma almeno noi…come pregio abbiamo il rispetto tra amici… non c’è invidia tra il sesso maschile… cosa che da voi è inesistente…”
L: “Laura, 18 anni, fiera di essere ragazza… si fiera… come hai detto tu Gustav, non tutti i maschi non riescono a prendere le situazioni in mano… come noi non siamo tutte facili o non siamo tutte invidiose… molte volte voi ragazzi aprite la bocca solo per parlare… sono cose che si dicono tanto per fare un discorso che merita un applauso.. ma… cosa hai detto? Io ho vissuto sulla mia pelle una situazione d’invidia tra amici dello stesso sesso… alla fine dipende dalla situazione… noi almeno… poi le cose le diciamo l’una davanti l’altra…e appoggio pienamente Camilla, voi nelle decisioni importanti dove siete?”
A: “Andreas, 18 anni ragazzo, non c’è motivo di alterarsi… come potete notare, noi ragazzi non ci alteriamo…discutiamo se è il caso, ma non ci permettiamo di alzare la voce… si sta solo parlando e non capisco perché ogni volta vi dovete agitare…”
S: “Silvia, 18 anni, super Figa, ovvero ragazza… Noi ci agitiamo… ma continuiamo ad esserci voi prendete la valigia e andate via… ovviamente se non si è capito è una frase ironica…” rise.
Tutte noi la guardavamo a bocca aperta, era agguerrita…: “ Credo fermamente che non ci sia ragazzo che ti sappia trovare una soluzione a tutto… ad ogni situazione… siete sempre lì a preoccuparvi per tutto… vi preoccupate anche di che colore mettere le mutande per sembrare più uomini, vi contate i centimetri dei vostri amichetti…e non solo… vi contate tutte le volte che fate qualcosa di più di un bacio… guardate che essere uomini non vuol dire questo…vuol dire essere veramente se stessi… saperci difendere e tutto… non fare gli sboroni per le stupidaggini…”
Ge: “Georg, 19 anni ragazzo… noi non facciamo gli sboroni se vogliamo possiamo difendervi da qualsiasi cosa… ma non siamo i soli che ci lamentiamo dell’apparenza… voi siete quelle che state tantissime ore davanti lo specchio a decidere di che colore mettere le calze… per dire…”
Gio: “Giorgia, 19 anni ragazza… Si, ma a voi piace tutto questo… scusa se t’interrompo Georg, ma noi vediamo il mondo da un’altra prospettiva… se noi sistemiamo tutto la nostra bellezza fisica…e sfoderiamo in nostro bel balconcino voi impazzite e non capite niente… se veniamo in tuta molte volte non ci apprezzate e non fate niente per farci sentire a nostro agio.. praticamente non esistiamo, questo è modo di comportarsi? Io dico che questo sottolinea la vostra debolezza…”
T: “Tom, 19 anni ragazzo… E voi basta che vi parliamo dolcemente, basta una carezza, un bacio… e siete nostre… questa è la serietà? La verità è che non sapete resistere… la verità è che noi non possiamo andare avanti senza di voi… dobbiamo dire la verità… però… ricordate che voi insieme non andrete mai da nessuna parte, perché siete rivali di voi stesse… noi anche se siamo un po’ brutti o ci va male una cosa non mandiamo un intero giorno a farsi benedire...”
Sorrisi e muovendo le labbra gli dissi: “Il mio uomo.... che tanto crede di fare il buon samaritano... ma va caca...”
Si mise a ridere e mi alzò il medio.
Paolo: “Abbiamo sentito i pareri maschili e quelli femminili... che dire? Il pubblico decida chi vince...”
Sorridendo Paolo vide il mega schermo: “Ragazze...!!”
Gridammo di gioia sorridendo.
Georg ci guardò e gridò: “Raccomandate...”
Ridemmo.
Paolo annunciò la prova del tempo, ma erano stati scelti altri componenti.
Noi tutti eravamo andati nei camerini per prepararci per la sfilata.
Clarissa entrò nel camerino di Claudia: “Allora com’è andata in bagno?”
Clau: “Direi bene… ma… avrei qualcosa da dirgli…”
Clari: “Puoi andarci ora… prima che lui si veste per la sfilata… quindi… decidi… ora o dopo…”
Clau: “Vorrei andare adesso…”
Clarissa sorrise: “Ma non fare quella faccia…”
Effettivamente Claudia era dispiaciuta da quello che aveva detto Bill durante il dibattito…
Clarissa la portò sopra.
Toby: “Amore ma dove andate?”
Clarissa baciò Toby: “Questioni d’amore… si è vestito Bill?”
Toby: “No.. l’hanno appena truccato si stava preparando…”
Clarissa si voltò verso Claudia: “Corri allora…”
Claudia sorrise e bussò alla porta di Bill.
B: “Aspettate che sono in intimo…”
Claudia aprì la porta: “Meglio così ti posso parlare…se eri vestito non potevo…”
Bill sorrise: “Che dobbiamo dire?”
Clau: “Bill… mi manchi…”
B: “Non credo…”
Clau: “Che ne sai?”
B: “Mi hai dato solo l’impressione che non te ne frega nulla di me ma solo della tua reputazione da vincente… solo perché ho ricambiato il bacio non vuol dire…”
Clau: “Bill… lo sai che me ne frego del bacio…”
B: “Non avresti detto quella cosa nel dibattito…”
Clau: “Io ci sono rimasta di merda da quello che hai detto tu!”
B: “Risposta ad una provocazione…”
Bill si voltò e si sedette mettendosi un calzino.
Clau: “Hai dei bei piedi…”
Bill sorrise: “Me l’hai sempre detto…”
Claudia si avvicinò prendendo il calzino che era poggiato nella spalliera della poltrona, si abbassò: “Metto io questo…” e così dicendo gli mise il calzino.
Clau: “Bill… mi manchi veramente…”
Bill la guardava.
Clau: “Ho sbagliato… non ho sbagliato.. non lo so… io voglio te… e basta…abbiamo fatto degli errori enormi per ora… però… non importa… io sono pronta a perdonare tutto per averti… mi manchi… mi manchi veramente tanto…”
Bill sorrise, non disse nulla, la tirò su di se facendola sedere sulle sue gambe e baciandole il collo, salendo su per le guance, per arrivare alle labbra…: “Mia vincitrice… sei riuscita a riottenermi…”
Claudia lo abbracciò sorrise e iniziò a baciarlo. Erano tantissimi baci seguiti da sorrisi.
Clau: “Ti amo Bill…”
Bill l’abbracciò: “Non sai quanto ti amo io!”
Claudia lo guardò negli occhi e poggiando la sua mano sul suo viso, si avvicinò alla sua bocca.
Il bacio venne interrottò dalla campanella che indicava la fine della prova.
B: “Dai Cla… vai… corri… devi prepararti…”
Claudia sorrise: “Si…”
Corse via.
Clarissa era davanti la porta di Gustav, quando vedendo passare di corsa Claudia “Ei bambolina com’è andata??”
Clau: “Lo amo…”
Clarissa sorrise, Toby cinse per i fianchi Clarissa: “Anche io ti amo…”
Clarissa sorrise, si voltò e baciò Toby: “Amore… hai visto Gustav?”
Toby si affacciò: “Gustav perché quella faccia?”
Gu: “No scusa… guardami…”
Toby sorrise: “Che c’è?”
Gu: “Non so cosa sembro… cioè… dove sto andando? In chiesa…?”
Toby rise: “Effettivamente…”
Clarissa sorrise: “Andate a cagare tutti e due… sono stata bravissima…”
Toby: “Senza dubbi… ho visto Silvia…”
Gu: “Lei sfila con me?”
Toby: “No…. Mi sa di no… ti sei visto?”
Gu: “No aspettate io sono vestito così e non ho Silvia con me?”
Clarissa rise: “No…”
Claudia arrivò in camerino e mi trovò seduta sulla sua poltrona. Io ero pronta: “No scusa… mi hai vista?”
Clau: “Ma che siamo bone!”
L: “No… allora…. Non è chiaro… aspetta… mi alzo…” mi alzai e iniziai a girare su me stessa.
Clau: “Lally…sei perfetta…”
L: “Allora? Com’è andata?”
Clau: “Stiamo insieme…”
L: “Che bello” Sbraitai abbracciandola!
Clau: “Amore…mi devo preparare..”
L: “Lo so… ma volevo sapere come andava a finire…”
Claudia mi baciò: “è andata… sono felice finalmente…”
L: “Si… finalmente… scappo..”
E così dicendo andai nel mio camerino.
Toby: “Lally…”
L: “Zio…”
Toby: “Dimmi che non ti ha vista nessuno vestita così…”
Mi fermai… non ci avevo pensato…: “No… nessuno… perché?”
Toby: “Sei sicura? Perché devono segnarlo…”
L: “Ma che dici?”
Toby: “Andiamo nel camerino di Claudia a chiedere…”
L: “Ma ti sembra corretto che sei mio zio e non mi difendi?”
Toby rise: “Ma fa parte del gioco..”
L: “Quando fai così non ti sopporto…” mi prese per il braccio e mi fece entrare nel camerino di Claudia che si stava facendo truccare.
Toby: “Claudia l’hai vist...?”
Clau: “Lally… ma che sei bella… ti sei svelata…!”
Sorrisi, l’intesa tra me e Claudia era fortissima: “ Vedi?”
Toby: “Ok… la verità e che non volevo venire qui da solo…com’è finita?”
Clau: “Stiamo insieme…”
Toby: “Evvai…” così dicendo andai nel mio camerino mentre Toby era rimasto ad esultare.
Tutti presi nei preparativi.
Sentiamo la campana della fine della pubblicità.
Giorgia che era ancora sotto le mani della truccatrice: “Ma quando è iniziata la pubblicità?? Ancora non sono pronta…come faremo?”
La ragazza la rassicurò.
Paolo: “La prova l’hanno vinta i ragazzi… ma adesso… una prova che segna la conclusione della puntata… la prova che determina il fascino, la classe e l’eleganza… la sfilata…”
 
Top
lally_luft
view post Posted on 4/5/2008, 00:19




Capitolo 35:

Le luci si abbassarono, Into the night…
Paolo: “La ragazza e il ragazzo durante il giorno…”
Ecco salire in passerella Andreas e Camilla.
Paolo: “Lui, pantalone con giacca lunga, camicia bianca con cravatta a fantasia, questo impressionante lampione maschile sfila con un eleganza sfacciata l’abito nero non fa che delineare di più la straordinaria presenza fisica di questo ragazzo che camminando per strada ha la capacità di farsi notare… passando a lei con un abito aggressivo una ragazza che non nasconde tendenze feline, corpetto nero con ricami rossi, con pantaloncino nero, stivali mozza fiato in pelle nera… ed ecco il mondo giovanile di giorno…”
Oasis – Wonderwall.
Camilla e Andreas si erano accostati vicino la passerella, ognuno dalla parte del proprio schieramento.
Bill ed io salimmo in passerella: “Ed ecco lo stile del ragazzo, maglione a collo alto marrone con gilet sbottonato in raso marrone, pantaloni color panna e scarpe marrone scuro, cammina con determinazione e sensualità, i capelli un po’ sparati, vengono mossi da piccoli passi.
Lei abito lungo nero con strass rossi, scarpe basse con decorazione nera, con la sua compostezza e femminilità riuscirebbe a fare ammutolire chiunque…”
Mi avvicinai a Bill e sorrisi imbarazzata, lui rise: “Sei molto bella…”
Sorrisi, ci voltammo e sfilando insieme ci andammo a posizionare accanto i nostri compagni.
Alice Deejay - Better off alone.
Paolo: “I giovani in discoteca…”
Sulla passerella Georg e Giorgia.
Paolo: “Ed ecco il mondo dei ragazzi, pantaloni Jeans assassini tutti strappati, maglietta rossa con fantasia nera, cinta di pelle nera. Lei Top e minigonna ricamati con disegni geometrici nero e argento, stivaloni assassini, una capacità di movimento affascinante.” Giorgia con sensualità si avvinghiò al ballerino, guardando Andreas divertita.
Paolo: “Eccola in tutto il suo splendore…”
Venne raggiunta da Georg con passi scattanti e sexy.
Enya - Now We Are Free
Paolo: “Ed ecco il mondo dell’intimo…”
Tom e Claudia si affrettarono sulla passerella.
Paolo: “Con passo lento lui, slip nero con maglietta smanicata nera, con determinazione si espone al mondo femminile” si… perché Tom non aveva perso tempo a levarsi la maglietta…
“Sicuro, fiero, è sicuro che tutte le donne lo vogliono ma solo una apparterrà al suo mondo…”
Senza esitare feci un applauso e tutti sorrisero, anche Tom che non mi degnò di uno sguardo… “Lei spietata, lei pronta a prendersi ogni attenzione, ogni sguardo… una porcellana di assoluta eleganza, bikini nero di merletto e il babydoll trasparente con bordo di marabù sono già volati altrove…io vorrei che notaste la sicurezza e la certezza che questa ragazza sa raccontare con il suo piccolo, spietato corpo, ogni curva viene è al suo posto.”
Life House - You and me
Sorridendo Paolo: “Adesso il momento più bello, quello più romantico, il momento che spero possa andare bene a tutti… il matrimonio…”
Gustav e Silvia entrarono in scena.
Toby e Clarissa che erano dietro le telecamere sorrisero dall’emozione.
Tutti eravamo rimasti a bocca aperta.
Paolo: “Lei con un vestito molto semplice bianco con corpetto ricamato da perle e strass, gonna leggermente larga, ma che riesce a fare risaltare tutti gli aspetti magici di una donna da scoprire… lui con smoking nero, camicia grigia e cravatta nera con disegnino grigi… ecco che la coppia teneramente si tiene per mano, facendo diventare un unico schieramento, la dolcezza di lei e la voglia di protezione da parte di lui, fa risaltare l’amore… ecco lui che davanti a tutti alza il velo lungo di lei, dal viso, scoprendola e donandogli un leggero bacio sulla guancia… lei sorridente regala un fiore dal suo mazzo…”
Tutti quanti ci avvicinammo alla passerella schierandoci verso il pubblico.
Paolo: “Avete visto il mondo dei ragazzi e delle ragazze… a voi la scelta…”
Per la prima volta la votazione si dovette fare due volte per una questione di parità: “Ragazze…”
Tutte quante esultammo.
Mentre i ragazzi sorrisero guardandoci.
Paolo si avvicinò a Georg: “Allora che ne pensate di questa vittoria?”
Ge: “Dobbiamo essere sinceri? Se la sono meritata!”
Paolo: “Effettivamente è vero… anche se anche voi avete un certo portamento…”
Georg sorrise: “Ovviamente… il corpo femminile è quello che piace di più…”
Sorridemmo.
Paolo: “Pubblicità…”
Paolo: “Siete liberi di parlare adesso…”
Così dicendo, Georg corse dietro Camilla l’abbracciò da dietro: “E allooora???”
Camilla rise, si voltò e lo baciò: “Amore… sei bellissimo…”
Ge: “No scusami… tu sei bellissima…”
Corsi da Tom: “Vuoi essere ucciso?” gli saltai sulla schiena.
T: “Gelosa?”
L: “Gelosa? Io ti ammazzo…”
Tom rise: “Scema…”
Claudia raccolse la vestaglia e la indossò, quando due mani l’avvolsero da dietro: “Dobbiamo iniziare a litigare?”
Claudia sorrise: “Non iniziare a rompere… “ si voltò e lo baciò.
Tutti quanti eravamo davanti a loro e ci soffermammo a guardarli.
Bill si voltò dolcemente: “Allora… che guardate?”
Gustav che teneva la mano di Silvia: “No… scusate… state di nuovo insieme?”
Claudia sorrise. B: “Si…”
Un sospiro venne giù spontaneo da parte di tutti.
Gu: “No… scusate.. ma ci avete visti a me e Silvia?”
Gio: “Come no? Cioè… io a poco piangevo…”
A: “Tu piangi per tutto…”
Giorgia lo spinse: “Ma smettila…”
Andreas l’abbracciò: “Non ti sono mancato un po’…?”
Gio: “No…” rise e si avvicinò verso la bocca di lui che si scansò: “Tu tanto…” e la baciò.
L: “Tom…”
T: “Si…?”
L: “Sei la cosa più importante che ho…”
Tom sorrise: “Da dove ti viene questa ispirazione?”
L: “Un giorno capirai… ti prego di non lasciarmi mai…soprattutto nei momenti difficili…. Che… vabbe…”
T: “Lau… che succede?”
L: “No niente… per ora niente…”
Tom mi fece scendere dalla sua schiena e mi abbracciò: “Non ti sopporto quando fai la vaga…”
L: “Io non ti sopporto mai…” sorrisi baciandolo.
La puntata andò avanti con prove di altri componenti dei due schieramenti.
Paolo: “Facendo il conto totale di tutte le prove.... sono orgoglioso di dire che questa puntata, un po’ sofferta, fantastica... divertente, l’hanno vinta... LE RAGAZZE...!”
Tutte quante ci mettemmo a ridere, ad abbracciarci.
Avevamo vinto per la seconda volta, non ci poteva niente contro di noi... loro erano delle schiappe!
Andammo nel camerini e tutti i dirigenti ci avvertirono che tutti i vestiti che avevamo utilizzato potevamo portarli a casa.
Ci preparammo i borsoni e uscimmo, tutti contemporaneamente.
Clari: “Grandi le mie ragazze...!”
Ridemmo tutte insieme prendendo in giro i ragazzi che erano alle nostre spalle.
Giorgia si avvicinò ad Andreas: “Hai visto che... alla fine... abbiamo vinto noi??”
A: “è stato un caso...” un po’ nervoso.
Gio: “No... ma quale caso? Siamo grandi...”
Andreas sorrise: “Come no...!”
Gio: “Dai amore...accetta di avere perso...”
A: “Ora ti uccido...”
S: “Ragazzi... è tardi è l’una passata che ne dite di dormire tutti a casa mia?”
Tutti in coro accettammo, effettivamente non era carino interrompere quella bellissima giornata.
Toby: “Siccome la puntata appena terminava non ci accompagnava a casa, mi sono fatto prestare da un mio amico il furgoncino...”
Scoppiai a ridere: “Zio sei un mito...” aprì la portiera e tirando Tom entrammo.
Ci sedemmo negli unici posti a due.
T: “Pazza mia... allora ora posso sapere?”
L: “Amore... ti prego non voglio rovinare la serata... giuro che presto ne parleremo...”
Toby entrò e si sedette davanti con Clarissa accanto.
Gustav e Silvia si sedettero nei posti a tre per ultimo e accanto a loro Bill con Claudia sopra.
Giorgia, Andreas, Georg e Camilla avanti.
Il pulmino partì.
Clari: “Mi sento di avere alle spalle una scolaresca...”
Claudia abbracciò Bill.
S: “Allora?? Ora possiamo stare tranquilli?”
Claudia sorrise: “Per me si...”
B: “Ovviamente anche per me...” e scostando i capelli dal viso di lei la baciò.
Io appoggiai la testa sulla spalla di Tom e sorridendo guardavo il paesaggio.
Lui mi teneva stretta tra le sue braccia, io adoravo sentire il suo profumo e il suo cuore.
Ero sicura che se.... sarebbe successo... non avrebbe fatto niente...!!
Giorgia e Andreas tra un bacio e l’altro parlavano e continuavano a conoscersi meglio.
Mentre Camilla, totalmente abbandonata su Georg si addormentò.
Georg la guardava, gli accarezzava i capelli, sorridente, ogni tanto delicatamente si avvicinava ad odorare i capelli e baciargli la fronte.
Silvia invece si divertiva a mordicchiare con le labbra la guancia di Gustav e abbracciarselo tutto.
Dopo un po’ arrivammo a casa.
Clari: “Noi andiamo subito sopra...” Toby sorrise e rincorrendola nella stanza si chiusero.
Tutte noi ragazze ci andammo a struccare e preparare per la notte, usammo i pigiami di Silvia e di sua madre.
I ragazzi si sciacquarono ma non avendo pigiami si accontentarono o di magliette o di soli boxer.
Appena uscimmo ci sedemmo nel salone. Tutte sedute nei divani.
Scherzavamo e ridevamo.
Clau: “Madre natura...!”
Quella frase praticamente congelò tutte noi, non sapevamo più cosa dire e cosa fare.
S: “Be si... era proprio bella...”
Clau: “Non lo metto in dubbio...ma..!”
Cami: “Mi sa che devi farci amicizia... perché te la troverai in mezzo ai piedi non so quante volte, io e lei siamo unitissime, prima quando stavo sistemando il borsone siamo state un po’ insieme... mi ha detto che non vuole combinare altri macelli, che gli dispiace... e che tutto va così... e poi mi ha detto una cosa... che...diciamo.... rimarrete tutti scioccati... soprattutto Claudia... che... magari.... sarà contenta... si sta vedendo con uno...e questa volta a lei piace seriamente...!”
Claudia sorrise e tutti i ragazzi scesero.
Gustav si sedette accanto a Silvia abbracciandola, aveva indosso una maglietta di Tom enorme e un pantalone della tuta.
Claudia era seduta sul tappeto, con la testa appoggiata al bracciolo del divano, venne raggiunta da Bill che aveva addosso una tuta nera.
Tom con solo una maglietta addosso mi abbracciò da dietro, ero seduta in una poltrona grande, gli feci spazio e abbracciandomi ci sedemmo insieme.
Andreas con una maglietta si sedette accanto a Giorgia, poggiando le sua labbra sulla sua fronte: “Amo... ti preferivo con il trucco....” Giorgia rise: “Demente... io ti preferivo con i vestiti...”
Georg invece, fu l’unico a scendere in mutande. Aveva in dosso un boxer nero, che anche se avevamo i nostri ragazzi accanto eravamo tutte attratte da qualcos’altro.
Camilla si alzò e corse verso di lui: “Amore ma che cosa fai?? Non puoi fare queste cose... per favore copriti...”
Ge: “Ma sento caldo...”
Cami: “Tom stiamo andando a prendere una maglietta...” e prendendogli la mano lo tirò al piano di sopra.
Ge: “Mi, ma sei antipatica...!”
Cami: “Senti amore... non è che tu hai una cosina da niente e sinceramente... io voglio che sia solo mio...”
Georg rise: “Ma se è da un sacco che non lo guardi neppure...!”
Camilla rise: “Ma quanto sei deficiente? E poi chi lo sa... magari si vuole festeggiare una vittoria...!”
Georg l’afferrò per i fianchi facendola appoggiare al muro.
Ge: “Ecco...e io voglio festeggiare una sconfitta...!”
Camilla sorrise e lo baciò, mentre Georg stava scendendo le mani verso il sedere: “No mio caro... prima devi comportarti bene...!”
Georg sorrise: “Bastarda la mia ragazza...!” lei era riuscita a scappare dalla presa del ragazzo.
Dal piano di sotto si sentì urlare Silvia: “Camiiiii le cose sconce doooopo... che io voglio sapere di più di questa storia...”
Tom che era peggio di una suocera: “Cosa? Quale storia? Chi si sta mettendo con chi?”
Ovviamente il fratello lo appoggiava: “SI infatti, io nemmeno so niente...”
Claudia sorridente: “Bill, sicuramente a te farà piacere!”
Bill rise: “Non ditemi che Katranya...!”
I miei occhi si infuocarono: “Caro il mio Billino, se vuoi vivere ancora per favore non dire queste cose perché non so come va a finire... quella zoccola...!”
Tom sorrise: “Ma ci pensate ancora?!”
L: “Tu non ci pensi più?”
T: “Ogni tanto?”
Alzai il sopracciglio minacciosa... lo stavo per strozzare, poggiai infatti le mie mani sul suo collo: “Non ti permettere saaaai!!”
Georg e Camilla scesero: “No scusate... ma che fanno quei due? Si ammazzano?!”
Risi: “Si... pensa a Katranya...!”
Cami: “ARMAAADIOO... ancora esiste questa?”
S: “Mi pare di averla vista con altri due ragazzi la volta scorsa in bagno....”
Clau: “Si questa praticamente cose fuori scuola non se ne fa...!”
Cami: “Ovvio... fuori altri...a scuola sono pochissimi i ragazzi che deve fare?!”
Gio: “Si è vero... non so se lo sapete ma l’altra volta io e l’altro rappresentate abbiamo dovuto fare le foto a dei preservativi usati nel bagno...!”
L: “No scusate vi dispiace se cambiamo discorso?!”
Tom sorrise: “Si infatti... chi è che sta con chi? Noi non sappiamo nulla!”
Cami sorrise: “Adele...!”
B: “ADELE??!” disse un po’ allarmandosi.
Claudia con un sorriso soave, che nascondeva un odio profondo per quella reazione: “Si Adele... madre natura... sai la ragazza che...”
Bill rise: “Si ho capito ma non iniziamo a ...”
Claudia lo baciò: “Si scusa.. ma sono gelosa..!”
Cami: “Vi ricordate Carlos?”
Claudia divenne un ghiaccio.
Tom iniziò ad innervosirsi, stringendomi la mano: “Il tipo che...”
S: “No aspetta non può essere, ma tu hai detto che è un grandissimo cretino...? Cioè tutto quello che ha fatto!”
Tutti si erano allarmati...
Cami: “Bene... non c’entra niente...!” e scoppiò a ridere.
Claudia le tirò un cuscino: “Cretina mi hai fatta prendere un infarto...”
Bill rise: “Ma quanto sei simpatica..?!”
Georg era rimasto inerme, non aveva capito niente visto che era impegnato a parlare delle sue doppie punte con Gustav che glie l’aveva fatto notare.
Cami: “Insomma, passando alle cose serie, la nostra ansi ... mi sa che è meglio dire la mia, adorata cuginetta...”
A: “Ti ricordo che esisto anche io...”
Cami: “Si scusa...” rise: “Si sta frequentando con... indovinate??”
B: “La conosciamo?”
S: “Zitto Bill che se no dobbiamo fare gli indovinelli e non la leviamo più di mezzo...!”
Bill sorrise imbarazzato: “Scusa... ma è giovane?”
Silvia lo guardò malissimo e io scoppiai a ridere.
Cami: “Si... e vi porta sempre qualcosa...”
Bill si mise a pensare toccandosi il mento, voleva sembra un po’ intellettuale e super capace di riflettere su un dramma della vita... quando il suo momento venne interrotto dalla voce mia e di Tom che in coro urlammo: “DAVID!”
Camilla sorrise: “Esatto...!”
B: “Ma ci porta solo la posta...!”
Cami rise: “Ma non ti porta sempre qualcosa?!”
Claudia lo spinse, facendolo sdraiare: “Sei uno scemo....” nel modo di cadere lui le tirò la maglietta e la fece scivolare sopra di lui: “Ok... mossa sbagliata... mi hai schiacciato...” rise.
Claudia si voltò, gli lecco la bocca: “Cretino..!”
B: “Queste porcate da quando?”
Gustav rise: “Dovreste imparare a farle...!”
Silvia, Camilla e io eravamo morte dalle risate.
Giorgia e Andreas fecero un applauso gridando: “Ma veramente..!”
Tutti ridevano tranne Claudia e Bill che imbarazzati cercavano di farci smettere.
L: “Sto per morire di sonno...!” sussurrai all’orecchio di Tom.
T: “Noi andiamo a dormire...!”
Giorgia sorrise: “Accennare un certo di scorso vi ha fatto venire strane voglie?”
L: “ Ma vaaaaaaaa!”
Gu: “Anche voi dovreste iniziare a dare una mossa...”
Ma quella volta non fece ridere nessuno.
Silvia sorrise: “Gustav... sei un uovo vuoto...!”
Gustav rise e la baciò.
Tom e io salutammo, mentre gli altri iniziarono a parlare.
Entrammo nella sua stanza.
T: “Ora possiamo parlare?”
L: “No...”
T: “Ma perché?”
L: “Tom, io lo so che in una coppia si deve parlare sempre... però ... per favore non mi sembra il caso... ok? Giuro che ne parleremo prima..!”
Tom sorrise: “Scusa... però... tu un po’ mi ami?”
L: “Un po’?”
Mi avvicinai a lui che era seduto sul letto, mi feci spazio tra le sue gambe sedute, io in piedi davanti a lui.
L: “Non posso nemmeno spiegartelo...”
Tom sorrise.
L: “Ti da fastidio... se mi levo i pantaloni per dormire?”
Tom rise: “No... per niente...”
Li levai e li appoggiai su una sedia. Inoltre senza levare la maglietta mi sfilai il reggiseno e lo poggiai sui pantaloni.
Lui era rimasto fermo a guardarmi, sorrisi... e mi rimisi tra le sue gambe.
Mi guardava dal basso verso l’alto.
T: “E tu lo sai quanto ti amo io?”
L: “No quanto?”
Tom sorrise: “Te lo posso dimostrare?”
Sorrisi, mi leccai un po’ il labbro e prendendogli le mani e posandole sui miei fianchi, mi chinai un po’ e lo baciai.
Amavo giocare con il suo piercing e lui amava che io ci giocavo.
Dolcemente sentì le sue mani scendere sotto la maglietta e accarezzarmi la schiena.
Io continuavo ad accarezzare il suo collo e la sua faccia.
SPOILER (click to view)
Le sue mani, sempre più decise scesero nel bordo delle mie mutandine, facendole scivolare.
Venivo coperta dalla sua maglietta lunga, le mie mani scesero, insieme al mio corpo, facendo sollevare un po’ il bacino di Tom e sfilandogli i boxer.
Mi sedetti sopra di lui, iniziai a baciarlo, a scendere verso il collo.
Lui mi faceva provare piacere con le sue mani.
Quando, ci scambiammo i ruoli, fino al momento decisivo, sollevai un po’ di più la sua maglietta, legai le mie gambe dietro la sua schiena e diventammo un'unica cosa.
I miei movimenti erano ancora impacciati, sentivo ancora un po’ di dolore, ma amavo farlo stare bene ma soprattutto stare bene anche io con lui.
Per la seconda volta quel piccolo dolore svanì, facendo accendere dentro di me un fuoco che mi porto a baciarlo con più avidità.
Tom sorrideva, non mi aveva mai sentita così, come avrebbe detto Claudia “ERO LANCIATA!”
Prendevo sempre più sicurezza, ma la cosa più divertente e che nella stanza accanto alla nostra sicuramente anche Clarissa e Toby si stavano divertendo.
Tom si spostò, io mi coricai, lui accanto a me, io lo guardai e lo baciai.

L: “Miiii mi ami così poco?!”
Tom rise: “Non ti basta?!”
Lo guardai, feci una smorfia: “No...!”
Sorrisi.
Lui si mise sopra di me.
T: “Sei una zozzona...” mi sussurrò sorridendo.
Io risi: “Si... peggio per te...”
SPOILER (click to view)
Questa volta lui sopra di me e per la prima volta era tutto un eterno piacere.
Intanto i ragazzi giù, stavano appunto parlando di sesso.
Ma non delle proprie esperienze.

Giorgia era coricata con la testa appoggiata alle gambe di Andreas, che giocava con i suoi capelli, si chinò sul suo orecchio: “Gio... vuoi dormire?”
Giorgia non rispose, fece solo Si con la testa.
S: “Sai dov’è, voi dormite nella stanza degli ospiti del piano terra...”
Andreas annuì, salutò e prendendo in braccio Giorgia entrarono nella stanza.
La fece sdraiare e lui accanto a lei.
Giorgia appoggiò la testa al petto di Andreas: “Buona notte amore...!”
Andreas sorrise, baciò la sua testa: “Notte...”
Uno strano silenzio si calò e tutti e due contemporaneamente: “Ti Amo...!”
Sorrisero e si addormentarono.
Ge: “Noi dove dormiamo?”
S: “Allora io e Gustav nella mia stanza, Bill e Clau nella stanza di Bill e voi qui, vi apro il divano...”
Camilla sorrise e avvicinandosi all’orecchio di Georg: “Vedi... non possiamo festeggiare...!”
Georg rise e accennò un si con la testa che non prometteva niente di buono.
Gu: “Andiamo a dormire?”
Silvia sorrise: “Bill apri tu il letto a Camilla?”
B: “Si certo... voi andate...buona notte...!”
Si salutarono e i due per mano andarono nella stanza di sopra.
Si sdraiarono nel letto e Gustav chiuse gli occhi.
Silvia rise: “No... scusami... prima fai quello esperto e super attivo e poi vuoi dormire?!”
Gustav rise: “Non sapevo che volevi tu...”
Silvia affondò nelle labbra di Gustav.
Gustav sorrise e abbracciandola, si mise sopra di lei.
Movimenti gentili e decisi per entrambi, ormai loro si conoscevano bene e si amavano più che mai.
Bill aprì il letto ai due.
Cami: “Notte...” sprofondando nel letto e ricoprendosi sino la testa.
Tutti si misero a ridere.
Bill e Claudia andarono sopra.
Georg si mise sotto le coperte: “No cara mia...!”
Tutte le luci di casa si spensero.
Camilla si voltò e baciò Georg: “Ti amo scimmione!”
Georg la guardò un po’ storto: “Che nome romantico...!”
Cami: “Si ti fa più rude...”
Georg rise: “Ma vaaaa gallina...!”
Sorrise e dopo altri apprezzamenti anche Georg ebbe la sua vittoria per quella sera.
B: “Claudia... posso chiederti una cosa?”
Clau: “Dimmi...”
B: “Ti va di farci il bagno insieme? Io ne ho voglia...!”
Claudia rise: “Anche a me va ...”
B: “Ma non ti vergogni?”
Claudia sorrise: “Con te no...!”
Bill preparò la vasca mentre Claudia decideva i Sali da mettere.
Clau: “Alle rose ti piace?”
B: “Si… vado a prendere una cosa però prima…”
Claudia mise i Sali, e un po’ di bagnoschiuma per fare la schiuma.
Si spogliò e si mise un accappatoio addosso, voleva aspettare che i Sali si scioglievano bene.
Bill entrò, nello stesso momento che l’accappatoio era stato mandato giù.
Rimase immobile davanti la porta a guardare quel corpo.
Bianco, perfetto, con le forme fatte quasi con un compasso.
B: “Scusami..”
Claudia sorrise e si infilò dentro la vasca, coprendosi un po’ con la schiuma: “No…tranquillo…”
Bill sorrise.
Clau: “Ma cosa hai preso?”
B: “Un libro, l’ho da quando ero piccolo… è un libro di poesie…”
Claudia sorrise.
B: “Te ne voglio leggere qualcuna…”
Clau: “Si però entra…”
Bill si levò la maglietta e i pantaloni, lei lo conosceva bene, si voltò verso il mobiletto accanto e lui sfilandosi i boxer entrò.
Claudia sorrise: “Fa un buonissimo odore…”
B: “Si… è vero…” In quello stesso momento la lampadina dello specchio si fulminò, lasciando i due al buio.
B: “La candela che hai accanto… come facciamo ad accenderla?”
Claudia non diede il tempo di finire la frase che prendendo l’accendino che c’era nel mobiletto accese la candela.
B: “Ma..come??”
Clau: “Quando mi sono spogliata avevo il cellulare e l’accendino in tasca…”
Bill sorrise, si sporse un po’ e la baciò.
Clau: “Allora che libro è?”
Bill lo raccolse e iniziò a leggere.
Al buio… solo quella candela vicino il viso di lui che si sforzava di leggere con una giusta cadenza, dava luce.
Claudia era appoggiata al bordo della vasca e giocava con la schiuma formando delle bolle invisibili.
Bill terminò di leggere una poesia.
Clau: “Sono favolose… ma chi le ha scritte?”
B: “Io… da piccolo… mi vergognavo a dirtelo prima…”
Sorridente Claudia: “Eri bravissimo…”
Bill rise: “Ti piacciono veramente??”
Clau: “Si… leggine un'altra…”
E così dicendo andarono avanti per tre poesie.
Poi giunse ad una… dove ammetteva di essere impacciato e che odiava l’amore… non sapeva cosa volesse dire veramente.. ma intanto… era così… quel messaggio era arrivato.
Clau: “Quindi odi l’amore?”
B: “Odiavo…ora ho te…”
Dicendo quella frase con tutta la franchezza del mondo, Claudia sorrise e fece cadere per terra il libro, mettendosi in ginocchio e avvicinandosi totalmente a Bill.
Prima uno sguardo, poi il naso di lei che sfiorava le guance di lui, un bacio sulla guancia, salendo per lo zigomo, terminando sugli occhi chiusi.
Bill tremante fece scivolare le sue mani sulla schiena di lei, le gocce iniziarono a scendere, facendo vibrare un po’ Claudia, che salendo dolcemente baciò la bocca rosea di lui.
Bill faceva scendere e salire le mani a tempo con i movimenti delle teste.
Le mani s’intrecciarono, erano inceppate, non sapevano cosa volessero fare…
SPOILER (click to view)
Claudia si coricò appoggiandosi alla vasca, non lasciando le mani, ma tirandole con forza, facendo scivolare Bill sopra di lei.
Erano vicinissimi, i seni di lei facevano da contorno al cuore di lui.
I corpi si toccavano.
Le mani di Bill quasi incredule iniziarono a percorrere tutto il corpo di lei, posandosi un po’ sulle cosce e scivolando verso il fondoschiena.
Lei sfiorava il suo viso, giocava con i capelli bagnati, girava un po’ la testa per poter baciare anche il collo del suo amato, sino a quando Bill non scivolò tra le gambe di Claudia.
Lei gli aveva dato spazio.
Non disse nessuno nulla, erano lì… insieme… si amavano e nessuno li avrebbe disturbati.
Bill fece scivolare la sua mano tra le gambe di lei, facendola giocare un po’ con i movimenti delle sue dita.
Claudia iniziò a toccare la schiena di lui, si cercavano, ogni movimento di Bill faceva scaturire una voglia sfrenata in lei, quando, piena di desiderio, fece una leggera pressione nella schiena di Bill per farlo scendere un po’.
Bill con forza alzò un po’ il corpo di Claudia, si sistemò e dolcemente provò ad entrare dentro di lei.
Il movimento gentile fece tremare Claudia che sorridendo continuò a baciare e mordere il collo di lui.
Un altro movimento, adesso più deciso. Si era capito… dal balzo che fece lei, il dolore fu acuto.
Un altro ed entrambi morirono di dolore…
Bill ansimò un po’ vicino l’orecchio di Claudia. Quel sospiro mise solo i brividi, lei aprì ancora di più le gambe per dargli spazio.
Lui con gentilezza si fece un po’ più di largo con le dita facendo tornare il piacere in Claudia, un altro colpo, il dolore di Claudia era troppo forte.
Mosse un po’ il capo a fare segno di no.
Bill la baciò, l’accarezzò dolcemente facendola sentire più protetta, si sollevò un po’ e continuò a baciarla.
Claudia sorrideva, sapeva che accanto a lei non aveva chiunque.
Posò le sue mani sul membro lui.
Ora Bill stava sempre meglio.
Bill continuava a baciarla, fino al momento decisivo.

Che alzandosi uscì dalla vasca e mettendosi un accappatoio aiutò Claudia ad asciugarsi.
Bill sorrideva e baciava le sue spalle mentre lei strofinava il panno sulla pelle.
Andarono nella stanza, si distesero.
B: “Notte amore mio…”
Clau: “Buona notte”
B: “Sei la cosa più bella che potessi mai avere in tutta la mia vita… grazie di non avere mai mollato e di aver lottato contro tutto e tutti per me… sai che io sono un tipo difficile… ma tu adesso hai reso la mia vita più semplice…”
Claudia sorrise, baciò la guancia di Bill: “E grazie di avermi accettata per quella che sono… grazie di essere te stesso con me…”
B: “Come posso non esserlo?”
Clau: “Ecco… io anche penso a questa cosa… io non riesco a fingere con te… è un rapporto che va oltre tutto e tutti… ne è valsa la pena lottare…”
Bill appoggiò il suo viso alla guancia di Claudia e si addormentò.



Edited by lally_luft - 4/5/2008, 19:44
 
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lally_luft
view post Posted on 17/5/2008, 17:36




Capitolo 36:

A ora di pranzo ci vidimo tutti quanti in cucina.
Clarissa aveva preparato frittelle per tutti.
I primi a scendere furono Silvia e Gustav.
Clari: “Buon giorno sposini...com’è andata la prima notte di nozze?”
Toby ridendo: “Consumato?”
Silvia si girò di scatto con gli occhi sgranati.
Gustav rise, mentre Clarissa: “Ma che cosa dici?”
Toby si avvicinò a Clari: “Scherzavo amore...”
Clarissa rise: “E ammetto che anche io voglio saperlo..”
Silvia e Gustav rincoglioniti si sedettero al tavolo e misero una frittella nel loro piatto: “Ma cosa volete a quest’ora?”
Clari: “Si, scusa... sono solo le due..”
Silvia rise.
Andreas, Giorgia, Camilla, Tom ed io entrammo nella stanza: “Buoon giorno..” tutti in coro.
Clari sorrise: “Mangiate... Cami.. come ti senti che tra tre ore è il tuo momento?”
Cami: “Non ho dormito tutta la notte... ho pensato a questa cosa... cioè non voglio che vada male... con tutto quello che ci ho speso...”
Toby si sedette a tavola.
Clari: “Dai amore... tranquilla... andrà tutto bene me lo sento...”
Entrarono nella stanza Bill e Claudia: “Ciao..”
Tutti in coro li salutammo.
Claudia sorrideva, era stranamente luminosa anche se si era appena svegliata...
L: “Dormito bene?”
Clau: “Si... bene...”
Bill sorrideva, aprì il frigo e prese uno yogurt al ribes.
Clau: “Ma mio fratello?”
Cami: “Dorme...”
Clari: “Si deve alzare perché ha i vestiti a casa e dobbiamo sbrigarci...”
Claudia si avvicinò al divano: “ Vado io..”
Si avvicinò alle coperte prese i bordi e lo scoprì di getto, rimanendo con gli occhi sgranati di fuori.
Il fratello era messo di lato totalmente nudo.
Georg aprì gli occhi voltandosi e coprendosi con il cuscino che gli era accanto: “Claudia ma che cazzo fai?”
Claudia continuava a guardare con gli occhi usciti di fuori, era diventata rossa e accaldata.
Georg gli strappo la coperta dalle mani: “Questo perché devi fare sempre la cretina...”
Clau: “E tu... tu... e tu.. perché dormi nudo?”
Ge: “No scusa... anche se non l’hai mai fatto credo che quando fai sesso sei nudo no?”
Claudia rimase a guardarlo scioccato: “No.. non ho capito...”
Ge: “Ritardata...” allungando la mano sotto il divano e prendendo le mutande.
Clau: “Portami rispetto...”
Georg sorrise, poi sospirò e poi scoppiò a ridere, tirò la sorella per il braccio facendola cadere tra le sue braccia: “Mi hai svegliato malissimo... però sei così carina scioccata...”
Claudia rise e poi tornò seria.
Ge: “Ti stai innamorando di tuo fratello? Lo so che Bill non è come me... però...”
Claudia poggiò la sua mano sulla faccia di Georg, spingendola violentemente.
Clau: “Cretino!!!!!”
Georg rise, la lasciò e alzandosi in piedi prese la maglietta ed entrò in cucina.
Claudia corse verso Bill e lo baciò.
Clari: “Ragazzi... vi devo dire una cosa... una volta che siamo tutti insieme, ne abbiamo parlato io e Toby a lungo... ed è giusto che ve lo dico...”
Toby annuiva e sorrideva a Clari per dargli forza.
Clari: “Domani parto...”
Tutti la guardavamo, Bill rimase un po’ allibito: “Dove vai?”
Clari: “In America... per un mese...”
Tom fece cadere il coltello dal tavolo, Bill rimase pietrificato tutti quanti eravamo un po’ scossi dalla notizia, per la reazione dei tre fratelli ovviamente.
S: “No scusa... non ho capito... tu ce lo stai dicendo un giorno prima?”
Toby: “Vostra zia non voleva farvi preoccupare e non voleva che poi con discorsi vari poteva cambiare idea...ormai la cosa è fatta...”
S: “Continuo a non capire...”
Clari: “è uno Stage... devo andare per forza... magari poi ci trasferiamo tutti quanti...”
Bill rise rumorosamente e scuotendo la testa: “No... forse non hai capito... dovevi dirlo prima..”
Clarissa sorrise: “Stiamo degenerando...”
T: “No magari ... non lo so... dovevi dircelo... dai un mese è un mese.. però sono contento...spero che vada bene...”
Guardai Tom... lui non se ne accorse, ma come se sentisse il mio sguardo di sopra disse: “E io non vengo in America... ok che ci sei solo tu a farci da madre... però... io non ci vengo...vivo qui solo...”
Clarissa sorrise: “Io andrò... voi potete fare tutte le scelte che volete...”
L: “Zio.. tu che ne pensi?”
Toby: “Ecco.. parto anche io...”
L: “Co... coo... coooosa??”
Toby sorrise: “Te ne volevo parlare a quattro occhi...”
L: “Si certo... potevi almeno dirmelo prima a me... avevi tantissimo tempo...”
Toby abbassò gli occhi.
Mi alzai e andai nella stanza degli ospiti, iniziai a sistemare e sapevo che Toby sarebbe venuto a parlarmi.
Toby: “Lally...”
L: “Non volevo... ho sbagliato... si certo...e io? Che cosa faccio? Certo.. perché tanto io sono abituata a stare sola...ormai... senza genitori... posso stare anche senza te... ok... vai vai... vai un mese.. ma per me vai a vita a fare in culo...”
Toby: “Mi spieghi perchè fai così?”
L: “Mi hai sempre detto tutto...e sai che io ho bisogno di tempo per abituarmi... lo sai...”
Toby: “ Si lo so... ed è vero ho sbagliato... ma io volevo andare... c’è la sfilata...”
L: “Ovvio...scusami se non l’avevo capito prima... una sfilata è meglio del dialogo con la propria nipo-figlia...”
Toby abbassò gli occhi: “Mi stai facendo sentire una merda...”
L: “A me non frega se parti... perché volendo posso stare a casa da sola, sono grande e matura per prendermi le mie responsabilità, ma il fatto che tu non vieni da me... a parlare di una cosa così bella e delicata mi fa arrabbiare da morire...”
Toby si sedette sulla poltrona: “Si... hai ragione, ma Lally, non sapevo come...”
L: “Come hai sempre fatto, per cose anche più delicate...”
Continuai a sistemare il letto.
Toby: “Scusa... però... non puoi essere meno dura con me... è l’ultimo giorno che stiamo insieme...”
L: “Certo... che bello...ok...”
Toby mi guardava, si alzò e mi abbracciò.
L: “Scusa... sono esagerata... hai ragione... vai.. .divertiti...” mi alzai sulle punte e gli diedi un bacio.
Sentimmo aprire la porta e salutare qualcuno.
Andammo nell’altra stanza.
Clari: “Vi salutano Claudia e Georg sono andati a casa a prepararsi, sono le tre...”
Gio: “Andiamo anche noi... ciao a tutti...”
Andreas si alzò, salutarono e andarono via.
Gu: “Io ho le cose qui...”
L: “Noi andiamo?”
Toby sorrise: “Si dai... andiamo...”
E andammo a casa.
Tutti ci preparammo.
Alle 17...
Camilla era davanti la chiesa, aspettava qualcuno, quando arrivò Adele.
Ade: “Amore mio...!”
Camilla sorrise e l’abbracciò.
Ade: “Sei bellissima..”
Camilla aveva in dosso un vestito perlato corto, con sotto qualche riportino blu.
Cami: “Anche tu sei uno splendore... ma David?”
Adele aveva un vestito retto nero, con una scollatura vertiginosa nella schiena, ma visto che dovevamo entrare in chiesa aveva uno fular rosa antico tra le braccia.
Ade: “è andato a posteggiare... Ti devo raccontare una cosa..!”
Cami sorrise: “Non dirmi che vi siete fidanzati?”
Ade: “Si...” saltando e sorridendo.
Cami: “Dimmi tutto..!”
Adele rise: “Allora.. siamo andati ad una festa insieme, la musica altissima, ci siamo messi a ballare, ridevamo scherzavamo, eravamo in un mondo parallelo, nessuno ci sentiva e noi non sentivamo nessuno, quando lui mi chiede di andare a bere qualcosa... ma non in quel locale, in un altro per poter stare da soli... erano le due... e tutti i locali erano chiusi... non sapevamo cosa fare... e allora c’è venuta in mente la felce idea di andare a prendere i cornetti caldi al bar del corso e andare a mangiarli da qualche parte.... ovviamente, andammo e poi messi in macchina mi portò nel colle sopra il lago...”
Cami: “Quel colle ha fatto fidanzare anche Giorgia e Andreas... è fortunato... “ sorridendo.
Ade: “Ci sedemmo sopra il cofano della macchina... e iniziammo a parlare... mangiavamo e guardavamo il cielo... sembrava vicino da dove eravamo messi, poi lui si voltò a guardarmi e sorridendo mi baciò... non mi aspettavo quel gesto e poi vedendomi un po’ stupita mi disse che ero sporca di nutella...”
Camilla sorrise: “Che dolce..:!”
Adele: “Si tanto... poi siamo usciti altre volte... e insomma... ci siamo trovati sempre benissimo... e abbiamo deciso d’ iniziare una storia insieme...”
Alle spalle di Adele arrivò David: “Ciao..!”
Cami: “Ei... Ciao!”
Si presentarono.
Dietro di loro arrivammo io, Tom, Clarissa, Gustav, Silvia, Bill e Toby.
T: “Che siamo belle!!”
Con un sorriso smagliante Adele si presentò e presentò David: “Lui è il mio ragazzo!”
T e Bill: “Grande David...come andiamo?”
D: “Tutto bene grazie!”
Arrivarono Andreas e Giorgia.
A: “Scusate il ritardo... ma qualcuno mi ha fatto perdere tempo..!”
Giorgia rise: “Siete tutte bellissime!”
I ragazzi tutti in giacca e cravatta, tranne Tom che aveva in dosso dei Jeans larghi neri, con sopra una maglia aderente bianca.
Giorgia aveva in dosso un pantalone nero con camicia bianca.
Io, un vestito verde corto, con un corpetto a forma di cuore.
Silvia, un vestito viola scuro, con delle perle nere sul seno.
Clarissa un vestito nero semplice con delle decorazioni al lato dei fianchi in rosso scuro.
Cami prese il telefono dalla borsa e fece uno squillo a Georg, che immediatamente apparse dietro di noi.
Claudia bellissima aveva un vestito nero con un copri spalle largo viola.
Clau: “Scusateci... ma ho tardato..!”
Camilla sorrise: “Tranquilli.. ma adesso entriamo sta per iniziare la celebrazione...”
Georg abbracciò Cami: “Amore nervosa?”
Cami: “Si tanto.. però.. dai ... andrà tutto bene!”
Ge: “Ne sono sicuro...” e sorrise.
Entrammo tutti in chiesa e prendemmo posto.
Tutti vicini, parlavamo e scherzavamo.
Camilla e Adele in piedi davanti a noi, emozionantissime, cercavano di stare tranquille.
Arrivò alle spalle delle due ragazze Lenny, il prete.
Lenny: “Stiamo iniziando la cerimonia...”
Camilla sorrise: “Stiamo andando a sederci...”
Poi si rivolse verso di noi: “Ok... io vado...”
Georg sorrise: “Tanto io sarò davanti così ti faccio le foto...!”
Camilla e Adele tenendosi per mano si andarono a sedere.
La messa iniziò.
Tutti attenti... tranne qualcuno che dopo un sacco di scatti venne rimproverato.
Camilla sorrideva mentre Georg con il broncio si andava a sedere.
Al momento dell’unzione Tom andò a scattare quelle foto che Georg non poteva più fare.
Alla fine della cerimonia ci spostammo verso la sala.
Camilla ancora emozionata: “Non sono mai stata così contenta di aver celebrato qualcosa in vita mia...tutto grazie a voi..” mi avvicinai e le baciai la guancia.
Il giardino che precedeva la scalinata era circondato da fiaccole a candele.
Entrammo.
Tutte le coppie per mano, io e Tom parlavamo e scherzavamo. Silvia invece, aspettò che tutti entrassero per rimanere sola con Gustav.
Gu: “Che succede?”
S: “Ho un brutto presentimento...”
Gu: “Che pensi?”
S: “Non lo so... ma c’è un aria che non mi piace... lo sai come sono...”
Gu: “Si... ma posso fare qualcosa?”
Silvia sospirando si gettò tra le braccia di lui che avvolgendola: “Devi stare tranquilla...”
Silvia sorrise, lo baciò ed entrarono.
Stanze larghe color salmone ben allestite.
I tavoli ben imbanditi, luci soffuse facevano largo verso un’ampia porta con veli.
Clau: “è bellissimo qui!”
Cami: “Anche a me piace tanto... guarda vieni...” e tirandola, per mano entrarono in quella grande terrazza.
Tantissimi veli di colori caldi.
Tutti seguimmo Camilla e rimanemmo incantati dalla vista.
La luna bianca baciava dolcemente il mare che nero e delicato s’infrangeva sulla spiaggia e sugli scogli.
Una passerella in legno portava dalla terrazza sino alla battigia.
Bill rimase a bocca aperta: “Si può andare?”
Cami: “Si, certo, basta che non ti bagni che poi se la sabbia si asciuga non puoi passare di qui...”
Bill alzò il sopracciglio e sorridendo: “Tu credi che mi vado a bagnare?”
Cami rise: “Ah...vero... sei la mia donnetta...” Bill fece una smorfia e prendendo la mano di Claudia si avviò verso la passerella.
Io e Tom dietro di loro.
Gli altri aspettavano gli altri ospiti parlando e scherzando.
T: “Andiamo sugli scogli?”
L: “Si..”
Claudia si voltò verso Bill: “Andiamo anche noi?”
L: “Si, dai venite con noi..:”
Bill sorrise e facendo un passo indietro si mise accanto il fratello.
Io e Clau iniziammo a parlare del posto e a fantasticare...
B: “Si.. ma non crediate che ora ogni cosa che succede dobbiamo venire qui...”
Clau: “Io stavo pensando di fare il nostro matrimonio qui...”
Bill sgranò gli occhi: “No...allora non hai capito...”
Clau: “Non mi vuoi sposare?”
Bill rise: “Cretina...”
T: “No... non ti vuole sposare...”
L: “Si... come io non voglio sposare te...”
Tom arricciò il naso: “Esatto...”
Ridendo lo abbracciai.
Eravamo giunti davanti gli scogli, erano alti e i miei tacchi non consentivano che potessi camminarci sopra.
T: “Evitiamo che ti rompi le gambe, andiamo dalle altre parti..”
Sorrisi: “Si è meglio...”
Claudia sorrise nel vedere Tom preoccuparsi per me.
B: “Tu vuoi salire?”
Claudia annui.
Io e Tom ci avviammo verso la battigia.
Bill salì sullo scoglio e prendendo la mano di Claudia l’aiutò.
Clau: “è bellissimo”
Bill sorridendo l’abbracciò da dietro.
Clau: “Vorrei ricordare sempre questo momento... vorrei una macchina fotografica...”
Bill le baciò il collo: “Sai che la mente e il cuore sono le migliori macchine fotografiche in commercio? Tanto è vero che non le vendono!”
Claudia sorrise e voltandosi: “Allora imprimiamolo insieme...”
Bill poggiò le sue labbra su quelle semi aperte di Claudia e iniziò a giocare con i capelli di lei, non li scompigliava, li sfiorava semplicemente.
Claudia baciava il collo di Bill, lui si poggiò su una piatta forma liscia e sedendosi fece mettere Claudia tra le sue gambe.
Cingeva i suoi fianchi e come se la natura dipendesse dai loro movimenti, un alito di vento mite accarezzo sfiorò i loro visi.
Le acque s’infrangevano negli scogli neri.
SPOILER (click to view)
Le mani di Claudia percorrevano le gambe di Bill che dolcemente la stringeva e sfiorava il suo fondoschiena.
I baci diventavano sempre di più, vogliosi di gusti forti.
Bill si alzò e prendendo in braccio Claudia la sedette sopra lo scoglio.
Gentilmente allungò le mani sotto la gonna.
Claudia mordeva il suo collo che la faceva vibrare.
Claudia si trascinò più indietro e tirando Bill lo fece coricare sopra di lei.
Bill continuava a baciarla, lei inerme sotto di lui.
Uno sguardo... un bacio... carezze e le mani di lei sfibbiarono quei pantaloni costosi.
Lui eccitato si muoveva a tempo con le mani di Claudia che avvolgevano la parte più delicata e forte di lui.
Spostandosi baciò il seno caldo di lei che sorridendo gli fece spazio tra le sue gambe.
Bill guardava gli occhi di Claudia che impauriti volevano ricordare quel momento per sempre.
Bill affondò le sue labbra sulla bocca di lei, con un movimento... divennero un unico corpo.
I movimenti dolci e ritmici del ventre di lui, facevano sussultare Claudia che continuava a sentire il giusto di lui.
Clau: “Ti amo...ora e per sempre...” quel gemito fece sussultare i due cuori.
Bill sorridendo e ricomponendosi si distese accanto a lei.
B: “Ti amo...Angelo mio...!” Claudia lo baciò e iniziò ad accarezzare il viso stanco di lui.
Claudia si alzò e sistemandosi per bene avvolse Bill, che era già sceso dallo scoglio.
Lui la tirò un po’ e lei agganciandosi con le gambe rimase in aria a baciare la bocca del suo amore.

Tenendosi per mano iniziarono a camminare verso l’ingresso...quando... un urlo lancinante li fece sobbalzare.
B: “è Laura...”
Claudia iniziò a correre e Bill dietro di lei.
Arrivarono davanti la sala, una folla che parlava, chi piangeva.
S’intrufolarono.
Toby a terra, Clarissa che piangeva cercando di tirarlo su... io inerme con Tom alle mie spalle.
Mi teneva i fianchi... lo spinsi indietro e andai da Toby: “Zio...” urlai: “Zio...Ti prego non lasciarmi anche tu...”
Tutti rimasero paralizzati alla mia affermazione.
Gustav chiamò l’ambulanza, mentre Silvia piangeva sul suo petto.
Alcuni parenti andarono via, altri si allontanarono.
Io rimanevo lì... a terra...a piangere...
Sentivo la sua mano perdere forza, diventare sempre più fredda.
Toby: “Tu andrai a vivere da Tom... tu devi stare con la tua famiglia...”
L: “No...Toby... TU SEI LA MIA FAMIGLIA...”
Toby fece scivolare via due lacrime.
Clarissa dall’altra parte gli teneva la testa alta.
Non facevo che gridare, non volevo lasciarlo andare via, era l’unica persona che mi era rimasta della mia famiglia.
Piangevo: “Ti prego...!”
Toby non rispondeva più, voltò la testa verso di me: “Vi ho amate tanto...”
E dicendo quella frase chiuse gli occhi e abbandonò totalmente le forze.
Il cuore buono, gentile di un uomo che mi aveva sempre trattata come una figlia aveva smesso di battere.
Appoggiai la testa sul suo petto, non feci altro che piangere.
Urlavo. Il momento difficile stava per tornare... mi sentivo sola, come se tutto quello che avevo creato prima si era distrutto.
Tom mi si avvicinò, ma non ebbe il coraggio di toccarmi, mentre stava per sfiorarmi iniziai a parlare con mio zio.
L: “Io farò tutto quello che hai sempre sognato che io e te saremmo diventati... io e te, l’unica famiglia che ho sempre avuto... io e te... zio... io e te...!”
Clarissa non faceva altro che piangere.
Dietro di me non sentii più nessuno.
Camilla e Adele avevano fatto andare via tutti.
Sentivo i singhiozzi delle mie vere amiche e dei miei veri amici.
Tom era dietro di me, in piedi, mi guardava... ci guardava.
La sirena arrivò. Non mi ricordo bene cosa è successo dopo... ricordo dei flash neri... io che piangevo tenendo la sua mano dentro l’ambulanza, il defibrillatore... buio... lacrime... quelle si che le ricordo erano troppe da contare... urla disperate... Clarissa che dava calci contro una porta.
Tom accanto a me che mi abbracciava.
Camilla che mi teneva la mano con le lacrime, che non riusciva a trattenere, sul viso.
Tutti gli altri seduti davanti a me che con la loro presenza mi davano forza.
Avevo la testa appoggiata sulla spalla di Tom, non aveva più senso per me stare in vita.
T: “Vuoi qualcosa?”
Non risposi... mossi leggermente la testa per dire di no.
Bill abbracciava Clarissa che continuava a piangere.
Il dottore alle nostre spalle arrivò portando notizie... scontante... si sapeva... era morto.
Quella notte andammo tutti via... non ci salutammo nemmeno... ricordo bene che mi addormentai abbracciata a Clarissa.
Volevo stare solo con lei.. perché più o meno sentiva il mio stesso dolore.
Non dormivo... come non dormì lei.... facevamo finta...ma... volevamo prenderci in giro tutti.
La mattina seguente tutti vestiti di nero... andammo in ospedale... il dottore per tutta la notte fece controlli, non c’era niente da fare...
Si sapeva che aveva una malattia... e loro lo sapevano meglio di me... ecco perché il funerale venne fatto subito.
Era finita la celebrazione... non avevo parlato con nessuno... stavo da sola... al momento della sepoltura tirai una rosa bianca con una lettera...
Tom era sempre accanto a me.
Tutti vestiti bene per il mio grande zio.
Dovevamo andare via... ma io rimasi lì... ferma...a guardare quello che mi rimaneva della mia famiglia.
Il vento mi fece muovere la gonna.
Le mie mani congiunte che venivano sfiorate dal nulla...o forse dallo spirito del mio vero padre.
Ero rimasta sola...dovevo essere indipendente.
Mi voltai e camminando a passi lenti vidi Tom che mi aspettava.
Poggiò il suo braccio sulle mie spalle e mi tenne stretta tra le sue braccia.
L: “Grazie Tom..”
T: “Era questo quello che dovevi dirmi?”
L: “Si... sapevo della sua malattia..”
T: “Dovevi dirmelo prima...”
L: “No scusa... ti sembra il momento?”
T: “No...scusa...”
Mi portò a casa... mi addormentai, lui rimase con me, mi sorvegliava... e non aveva la minima intenzione di lasciarmi da sola in quel momento.

 
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lally_luft
view post Posted on 8/6/2008, 22:44




Capitolo 37:

La mattina seguente, trovai Tom davanti la televisione, guardava un film non molto allegro...si parlava di morte... aveva gli occhi lucidi.
Sentii dentro di me una voglia d’evadere... di non voler vedere e sentire nessuno...
L: “Ti lascio...”
Tom si voltò di scatto, non si aspettava il mio arrivo: “Come?”
L: “Hai capito bene... Ti lascio...”
T: “Posso capire perché?”
L: “Non voglio stare con te... non mi piaci più...”
Tom sorrise: “Mi sa che tu stai dormendo ancora...”
L: “No, sono sveglissima...prendi le tue cose e vai via... non ti voglio più qui...salutami gli altri...”
Tom rimase a guardarmi: “Non puoi farlo...”
L: “Dove è scritto?”
T: “Mi stai facendo male...”
L: “Si... e allora? Ciao Tom...”
E prendendo una mela del cesto sopra il tavolo tornai nella mia stanza.
Sentii un silenzio tagliente... e un botto accompagnato da una sorta di ruggito, la porta sbattere e il portone di seguito...
I miei occhi si riempirono di lacrime, non volevo che se ne andasse veramente...ma... era il minimo... dovevo stare sola... sola come ho sempre voluto stare.
Iniziai a ripassare storia, ma... non avevo la testa... il pensiero andava a mio zio.
Mi addormentai sul divano.
Per due giorni non vidi e sentii nessuno, nemmeno Tom si era fatto vivo.
Quel pomeriggio il cielo era impossibile da vedere, nuvole nere e poca luce.
Scesi di casa...andai in un supermercato e feci un po’ di spesa... Sapevo che... l’avrei anche incontrato... lui va sempre in quel supermercato... ma non importava.
Davanti a me Silvia, non le dissi niente, ci guardammo dritte negli occhi e con uno sguardo serio me ne andai.
Pensavo a quel viso, le volevo bene.
A casa non respiravo quasi più... scesi e andai in giro... non avevo una meta ma l’importante era camminare.
Girai l’angolo e mi scontrai con un ragazzo.
Toccai la sua felpa... era morbida...bianca... alzai gli occhi... lui come la prima volta con lo sguardo vispo ma molto più spento rispetto la prima volta.
T: “Ciao...”
Non risposi, il mio cuore batteva forte, avevo paura...volevo scappare, non volevo guardarlo.
Iniziai a camminare velocemente dalla strada che aveva percorso lui.
Come una scia sentivo il suo profumo, cercava di non assimilarlo tanto, ma come dei flash vedevo tutte le cose che avevamo passato insieme.
Dallo specchietto di un motore vidi che lui era dietro di me che mi seguiva.
Per una volta Tom mi faceva paura.
Il passo sempre più veloce, in una zona da me sconosciuta.
Davanti a me piccole stradine, non sentivo nessun rumore.
Tutti i clacson assordanti che prima mi tenevano compagnia erano scomparsi... ci mancava poco e mi sarei messa a correre.
Tom reggeva il mio stesso passo, mi trovai in una via malfamata.
Camminavo non guardando niente e per errore caddi, inciampando su uno scalino.
Tom corse mi prese la mano e la schiena, voleva aiutarmi ad alzare.
Con gli occhi pieni di lacrime lo guardai, mi girai intorno e non vedendo nessuno mi spaventai.
Nemmeno io sapevo perché avevo paura del mio amore... perché avevo paura di colui che mi stava toccando.
L: “Lasciami” sbraitai piangendo e rialzandomi corsi via.
Mi ritrovai in una stazione quasi abbandonata.
C’erano solo due treni ma erano fermi, vecchi e arrugginiti.
C’erano della sbarre che indicavano l’uscita della stazione abbandonata.
Saltai giù per un binario.
Tom ancora dietro di me.
Iniziai a correre e svoltai per l’unica galleria accesa.
Serviva per i depositi, avevo la certezza che nessun treno se passava mi avrebbe uccisa.
Le luci facevano brillare le lacrime sul mio viso.
Alle mie spalle arrivò Tom.
L’eco del suo affanno mi fece piangere ancora di più.
T: “Che cosa ti prende?” la sua voce era fredda e tremava.
Non risposi, si sentivano solo i miei singhiozzi.
T: “Laura...che cosa hai?”
Sentivo il suo corpo avvicinarsi... mancavano molti metri, ma percepivo sempre di più la sua presenza.
Gli davo le spalle: “Non ti avvicinare più di tanto...”
Silenzio.
T: “Laura... dimmi che cosa ti prende!”
L: “Voglio stare sola...e tu non mi sei d’aiuto...”
Tom stette zitto: “Io non voglio perderti...”
L: “Pazienza...”
T: “Mi avevi fatto giurare che non ti avrei mai abbandonato nel momento del bisogno... e lo stai facendo tu...”
L: “Perché magari tu hai bisogno di me adesso...”
T: “Si... come sempre...”
L: “Smettila..”
T: “Io lo so che tu hai bisogno di me... perché fai così?”
Mi voltai di scatto, il mio viso totalmente rigato da lacrime: “Che cosa sai tu?”
Gridai, la mia voce si sentì per tutta la galleria... le lacrime continuavano a scendere.
T: “Tu hai bisogno di me!”
Lo guardavo, facevo NO con la testa... ma lui era impassibile.
Lentamente fece un passo verso di me, poi un altro.
L: “Non ti avvicinare...”
Ma non mi dette ascolto, ansi... si avvicinava sempre più velocemente... mi voltai e iniziai a correre verso la fine della galleria... ma... appena voltai un po’ la curva un muro enorme davanti a me.
Sgranai gli occhi... avevo paura...
L: “Vattene...” gridai e iniziai a piangere.
Avevo le spalle al muro... tra di noi c’era si e no un metro e mezzo.
T: “Perché hai paura di me? Non sai quanto male mi stai facendo...”
L: “Non hai idea di quanto male mi puoi fare tu...”
T: “Non è così... lo sai...”
L: “Non mi dice niente nessuno...certezze nella vita non ce ne sono...”
T: “Non me lo avevi detto prima perché avevi paura..”
L: “Mi hai rotto il cazzo con questo discorso ok? Non c’entra...e ormai è tutto passato... che vai a fanculo tu e chi ti ha mandato...”
Tom rimase fermo a guardarmi negli occhi: “Io so che tu hai bisogno di me..!”
L: “No...” urlai.
Fece due passi, lenti decisi. I suoi occhi non si schiodavano dai miei.
T: “Me ne frego se lo sapevi o lo sapevo io prima... io so che tu hai bisogno di me... io non sono come gli altri, non ti lascio...”
L: “Che cosa ne sai tu? Nessuno ti ha detto niente...”
T: “A te sembra che io non ti ho mai ascoltata da quando stiamo insieme... ma non è così... io non farò la stronzata del tuo ex che ti lascio solo perché un tuo parente è morto...”
Abbassai lo sguardo. Tom si avvicinava sempre di più.
T: “Laura..”
Non lo guardai, mi limitai ad abbassare lo sguardo e fare scorrere ancora le lacrime.
Di getto mi abbracciò e schiaccio le mie labbra con le sue.
Mi dimenavo, avevo paura, non volevo stare male di nuovo.
L: “Levati” cercavo di dire.
Ma teneva duro... sapevo che era una guerra persa.
Sentii il calore della sua lingua sulle mie labbra.
Voltai la faccia e finalmente non eravamo più uniti.
Mi diede un bacio sul viso, con il naso cercava di levare le lacrime che avevo.
L: “Levati..” Lo spinsi, ma di colpo prese i miei polsi e li sbatte contro il muro vicino il mio viso.
Lo guardai negli occhi.
L: “Tom...”
Anche lui aveva il viso umido, ma non delle mie lacrime... delle sue.
Gli occhi limpidi, lucidi mi fecero un certo effetto.
Si avvicinò.
Chiusi gli occhi e affondai nella sua bocca.
La sua presa si allentò, cercai di levare le mie mani dalle sue, ma con il mio movimento le sue si richiusero.
Accennai un sorriso e mi lasciò.
L’abbracciai, lui mi spinse contro il muro abbracciandomi.
Toccai il suo viso, asciugai le sue lacrime e lui le mie.
Le nostre bocche sempre vicine.

SPOILER (click to view)
Scesi per il collo e lui prendendomi per le cosce mi appoggiò al muro.
La gonna che indossavo si alzò e lui non perse tempo a farmi gemere di piacere.
Quelle mani le amavo... e non solo...io amavo totalmente lui.
Gli feci cadere i pantaloni per terra, un movimento veloce, io e lui di nuovo un'unica cosa.
Si muoveva veloce, sentivo tutto il suo calore, tutto il suo piacere... e il nostro amore.
L: “Ho sbagliato tutto...”
T: “Zitta... io Ti amo...”
Sempre più veloce e determinato, baciavo il suo viso, il suo collo.
La nostra unione d’amore era passata a sesso...e da sesso di nuovo amore...
L: “Scusa Tom...scusa...”
Sorrise.
Giocai con il suo piercing.


T: “Non ti lascerò mai...”
L: “Nemmeno io...”
Si fermò, si spostò e appoggiandomi ancora di più al muro, teneva il peso sulle gambe.
Era affannato, sentivo il suo respiro tra i capelli e l’orecchio.
Mi voltai a guardarlo e iniziai a baciare il suo orecchio.
La mia lingua asciugò un po’ del sudore che aveva nel collo.
T: “Sei ancora mia?”
L: “Lo sono sempre stata...”
Ci baciammo.
Sentimmo un rumore. Velocemente ci ricomponemmo e per mano ci avviammo verso l’uscita della galleria.
L: “Vieni da me?”
T: “Solo se poi non mi molli...”
Sorrisi: “No...giuro...”
In punta di piedi lo abbracciai e lo baciai.
Entrammo, ci sedemmo nel divano e immediatamente scoppiai a piangere.
L: “Mi manca... era l’unica persona....”
Tom mi stringeva forte e baciava la mia testa.
L: “Lui vuole che io venga a vivere da te...”
T: “Si...”
L: “Voi mi volete?”
T: “Silvia è stata molto male per quello che è successo tra noi... Bill e gli altri sentono la tua mancanza...”
L: “Sei sicuro?”
Tom sorrise: “Si...”
L: “Allora prepariamo le valige?”
T: “Si...”
Ci alzammo e asciugandomi con la manica della camicia preparammo le valige.
T: “So queste cose perché Clarissa è stata l’unica ad avere l’attestato... la casa e tua... quindi poi potrai venire a vivere qui... quando ti sentirai meglio... e magari... se vuoi... io vengo con te...”
Sorrisi.
L: “Quando parte Clarissa?”
T: “Questa sera...”
L: “Allora andiamo...voglio salutarla...”
Tom sorrise: “Lascia tutto qui...”
Scendemmo di corsa, salimmo sulla moto e partimmo velocissimi.
Mi mancava stare in moto con lui, lo amavo fin troppo... mi mancava veramente.
Arrivammo all’aeroporto.
Correndo ci accorgemmo che mancava poco al suo imbarco.
Salimmo al piano di sopra e tutti erano lì.
Bill abbracciava Clarissa che sorridendo gli diede un pizzicotto nel sedere: “Dai Bill, lo sai che ci sentiremo spesso...”
Bill sorrideva.
Lo sguardo di Clarissa appena mi vide si spense di nuovo.
Lasciò cadere la borsa e mi venne ad abbracciare.
La strinsi forte a me.
L: “Scusa se ti ho fatto del male... ma...era così... doveva andare semplicemente così...”
Entrambe stretta in un abbraccio ci mettemmo a piangere.
Clari: “Adesso non fare più scemate... stammi bene e basta... condividi la tua vita con le persone che ami veramente... ma soprattutto con le persone che ti amano veramente...”
L: “Non lo lascerò più...giuro...”
Clarissa sorrise e mi baciò la guancia.
L: “Quando torni?”
Clari: “Non so... non mi va di tornare... ho accettato la proposta che mi era arrivata prima... lavorare sicuro in una casa di moda... devo staccare da qui...troppi dolori... ma questo non vuol dire che non scenderò...”
Sorrisi: “Divertiti... e ... non pensare...”
Clari: “Nemmeno tu... sappiamo tutte e due che è difficile ma non pensare...”
Il volo venne chiamato e immediatamente Clarissa passò il controllo e con l’ultimo salutato sparì dietro il muro.
Mi voltai verso i miei amici che mi guardavano ancora perplessi e emozionati.
L: “Ciao...”
Tutte mi saltarono addosso abbracciandomi e piangendo: “Sei tornata...”
L: “Lo avrei fatto... adesso ho bisogno della mia famiglia...”
Claudia pianse più forte di tutti: “SI...e noi ti saremo sempre vicini...”
Si staccarono e davanti i miei occhi il mio consigliere... l’unico di quei ragazzi che avevo visto piangere, lo abbracciai fortissimo.
B: “Non permetterti più a fare cose del genere...”
L: “No... non lo farò ... promesso...”
Bill sorrise e baciandomi la guancia mi lasciò..
Gustav e Georg mi abbracciarono: “ Ben tornata...”
Rimasi lì... con i miei amici...
Tra di loro c’era anche Giorgia: “A me non mi abbracci?”
Le saltai addosso: “Certo...anche tu mi sei mancata...”
Cami: “Pensa che sono passati solo due giorni...”
La guardai e risi: “Sei sempre la solita scemotta...”
Guardai Silvia e l’abbracciai ancora più forte di prima.
L: “Scusa... sono stata una stupida...”
S: “Un emerita cogliona direi...”
Risi: “Esatto...”
Tutti insieme andammo a cena fuori e poi ognuno a casa propria, il giorno dopo ci aspettava la scuola.

La mattina seguente...
B: “Tom controlli se nella mia cartella ho messo il quaderno di matematica?”
Tom prese la cartella e aprendola: “Bill... ma perché hai messo l’atlante di Geografia?”
B: “Perché c’è Geografia...”
Tom chiuse la cartella: “Il quaderno c’era... adesso possiamo andare?”
Bill uscì dal bagno lasciando una scia di profumo e entrarono in macchina.
B: “Dov’è Silvia?”
T: “Oggi ha fatto colazione al lago con Gustav...”
B: “Che cosa tenera...”
T: “Si... io non sapevo che avevano aperto un chiosco lì..”
B: “Io nemmeno...vedrò di portarci Claudia...”
T: “Copione...”
B: “Ma dai... alla fine, mica è di Gustav...!”
T: “Si però... ogni posto è personale..”
B: “Si certo... pensa che non potrei nemmeno portare Claudia a prendere un treno... perché le gallerie sono tutte vostre...”
Tom gli diede un pugno sul ginocchio: “Ma quanto siamo simpatici oggi?”
Bill lo guardò male e alzò il volume della musica.
Arrivati in classe...
Clau: “Buon giorno a tutti...guardate...”
Ed ecco Claudia che mi sbatte le sue mani in faccia per farmi vedere le unghie colorate di un rosso molto acceso.
L: “Belle!” dissi ironica voltandomi verso la porta e vedendo arrivare Tom.
Cami: “Sii... è vero sono splendide...io anche lo voglio messo...ti prego...!”
Clau: “Se oggi vieni da me potrei mettertelo....”
Da dietro Bill avvolse Claudia: “E no cara mia...tu oggi sei da me..!”
Claudia sorrise e voltandosi baciò Bill.
Cami: “E io oggi dovevo uscire con Georg... sai... abbiamo dei problemi per ora?”
B: “Di che genere...”
Cami: “Poi vi diremo per ora non possiamo...”
Tom si avvicinò a mi baciò la guancia: “Buon giorno...”
Alzai il viso sorrisi: “Amore ciao...”
T: “Perché non c’eri sta mattina?”
L: “Sono andata a correre sta mattina...e per non disturbare poi sono andata a lavarmi a casa...!”
T: “Amore quella è casa tua ormai non disturbi...”
L: “Si... penso di saperlo...ma i primi tempi mi devo abituare..”
T: “Si... capisco...” e mi baciò le labbra.
Le lezioni seguirono.
All’uscita.
Gu: “Silvia viene con me... andiamo a fare compere...!”
Silvia lo teneva per mano.
B: “Claudia io e Tom siamo a casa...”
Abbassai gli occhi.
T: “E anche Laura...!”
B: “Si... ovvio...” sorridendomi.
Cami e Georg stavano zitti in un angolino...
T: “Ma possiamo capire che cosa avete voi due?”
Ge: “Che vedi?”
T: “Niente... lascia stare...!”
Cami sorrise: “Poi vedrete... sperando che non sia una cosa ben riuscita..”
Clau: “Non capisco...”
Georg sorrise: “A te lo racconto dopo...”
B: “Ok...allora lo saprò anche io...”
Claudia sorrise: “Non credo proprio...”
Ci salutammo e andammo tutti a casa.
Bill e Claudia si misero ai fornelli mentre io e Tom giocammo alla play.
Clau: “A taaaavolaaa!”
Mangiammo, ridendo e scherzando su come avesse cucinato Claudia.
Clau: “Ma che cosa avete da ridire sulla mia cucina?”
L: “Niente... e che sei così vanitosa che mi viene voglia di vomitare nel piatto...!”
Claudia mi guardò male.
T: “è vero... non aspetti che elogi...”
Clau: “Non è vero..:”
B: “Infatti... non è così...comunque Clau... sono buonissimi questi tortellini...”
L: “Be si certo...la coppia perfetta...”
Tom rise: “Non si prende chi non si somiglia... si dice al paese mio..”
L: “Anche al mio..”
Ridemmo mentre i due ci guardavano male.
Finimmo di mangiare.
Io e Tom ci sedemmo sul divano per guardare la tv, mentre Claudia e Bill salirono al piano di sopra.
B: “Tom... la mia stanza ha il pavimento bagnato posso mettermi nella tua a guardare la tv?”
T: “Si certo...”
E girandosi verso di me bisbigliò: “Ma ricorda che la serratura è rotta...”
Sorrisi.
I due si coricarono sul letto e iniziarono a guardare un film.
Ogni cosa che passava in onda aveva scene scottanti e per una volta Bill aveva strane voglie.
B: “Clau...”
Claudia alzò lo sguardo: “Che c’è?”
B: “Lo famo strano?”
Claudia rise: “Ma sei impazzito?”
B: “No... ne ho voglia...”
Claudia rise, si alzò e andò a girare la chiave nella toppa.
Con movimenti lenti si sbottonò la camicia e la fece cadere per terra, dopo i jeans e rimase in intimo.
Bill la guardava, slacciando la cinta e tirando via la maglietta.
Claudia si avvicinò ai piedi del letto e delicatamente fece scivolare via i due calzini, scoprendo i piedi ben curati di lui che aprì le gambe.
Lei baciò i piedi e allungando le braccia. Sbottonò i pantaloni e li tirò giù.
SPOILER (click to view)
Le sue mani percorrevano le gambe di lui che teneva la testa appoggiata al materasso.
Claudia baciava le gambe, salendo su per le cosce arrivando al centro esatto di lui.
Con la lingua fece sentire il suo calore e percepì quello di lui che sospirò.
Dolcemente le mani gelide di lei si intrufolarono e fecero scendere i boxer di lui, che velocemente strinse il seno di lei.
Dolcemente lei si poggiò sopra di lui, che fece cadere le mutandine e slacciando il reggiseno.
Bill la fece coricare e mettendosi sopra di lei iniziò a toccarla velocemente e baciarla.
Claudia sorrideva.
I movimenti svelti di lui, i baci caldi di lei vennero interrotti da una scena in televisione.
Una ragazza era stata violentata e la stava prendendo di dietro.
Bill la guardò ansimante.
Claudia sorrise e ammiccando lo baciò.
Bill si alzò e si mise ai piedi del letto, Claudia si sdraiò a pancia sotto e sollevandosi un po’ con il busto, imitò un po’ il film.
Bill ansimante non faceva che gemere, mentre Claudia provava un miscuglio di piacere e dolore.
Bill teneva una mano tra le gambe di lei e faceva pressione con le dita e l’altra sopra il gluteo.

Al momento cruciale, vennero interrotti di nuovo... questa volta non dalla televisione ma dalla porta che si aprì.
Era Tom che doveva prendere un gioco dal cassetto.
Rimase inerme a guardare quella scena.
L’istinto era grande... tanto che non riuscì a trattenersi.
Una risata assordante.
I due si voltarono di scatto, pietrificati alla visione di Tom che non faceva altro che ridere.
T: “Amooore vieni a vedere..:”
Claudia diede un calcio vicino la faccia di Bill per farlo scostare.
Bill tirò la felpa di Tom che era sulla sedia e la legò alla vita.
Claudia tirò via le coperte e ci si mise dentro.
Arrivai correndo e vidi la scena rimasi anche io pietrificata e chiudendo la porta scoppiai a ridere.
L: “No dico ma sei cretino?”
Tom non rispondeva rideva e basta.
L: “La smetti...” ridevo anche io.
T: “Dovevi vederli!”
L: “Sono arrivata tardi, ma tu che cacchio tieni la porta aperta tutto il tempo...”
T: “Mi sono divertito un casino...”
I due invece nella stanza imbarazzatissimi rimasero nelle postazioni in cui li avevamo lasciati.
B: “Ma te non l’hai chiusa la porta?”
Clau: “Si e l’hai anche visto!”
B: “Si... certo... che imbarazzo...”
Clau: “è tuo fratello...pensa io...”
Bill sorrise: “Però è stato divertente!”
Clau: “Divertente? A me non sembra...!”
E Ridendo Bill si intrufolò sotto le coperte a coccolare Claudia.

 
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lally_luft
view post Posted on 16/6/2008, 21:46




Capitolo 37:

Dopo la scuola anche Gustav e Silvia uscirono insieme.
In un locale un po’ appartato.
S: “Stiamo finendo anche quest’anno...”
Gu: “Si... e finisce anche la scuola...dovremmo decidere cosa dobbiamo fare in futuro...”
S: “Cosa che personalmente non so..”
Gu: “Io una mezza idea l’ho...ma non so se si realizza...”
S: “Si? E cosa?”
Gu: “Vorrei andare all’università...”
S: “E quale difficoltà hai?”
Gu: “Vorrei entrare in quella Americana...da molti più sbocchi...”
S: “Si... è vero...” abbassando lo sguardo: “Anche io avevo pensato di fare l’università, ma non ho la minima idea di cosa scegliere...”
Gu: “Io volevo fare qualcosa tipo ragioneria e industriale... ma non so...”
S: “Io avevo pensato lettere e filosofia...”
Gu: “Madonna...ma è pesantissima....”
S: “Si certo... tu invece qualcosa di leggero...”
Gu: “Il fatto è un altro, la mia difficoltà sta nel partire... e lasciarti qui...”
S: “Ma di certo non posso bloccare il tuo volere... se è quello che vuoi vai...” diventando sempre più seria.
Gu: “Si certo... lo so.. ma.. io voglio te al mio fianco...”
Silvia sorrise: “Allora sposiamoci...”
Gu: “Una bellissima idea...”
Silvia rise: “Io scherzavo...”
Gu: “Io non sono sicuro se scherzo o no...”
Silvia lo guardò negli occhi e sorrise: “Però potremmo andare a vivere insieme inizialmente...”
Gustav sorrise: “Si... magari in America così facciamo anche l’università insieme...”
S: “Forse stiamo correndo...”
Gu: “Forse dovremmo sbrigarci ormai non ci rimane molto... abbiamo un mese per decidere e mandare la pagella...”
Silvia abbassò lo sguardo e infilandosi la forchetta piena di pennette al sugo in bocca sorrise: “Magari... vediamo più in la...”
Gustav era serio, un po’ seccato: “Si... ma...”
S: “Tu fai tutto come se io non esistessi... devo pensare... e se pensi che la tua vita deve essere lì... devi andare... tutto qui...”
Gu: “Si, hai ragione.... ma io penso anche con il cuore...e credimi non mi va di lasciarti qui...”
Silvia alzandosi e sporgendosi gli diede un bacio sulla guancia: “Fai come ti ho detto...”
Finirono di mangiare e uscendo dal locale per mano, iniziarono a camminare verso una villetta che era da quelle parti.
S: “Ma tu per caso sai che cosa hanno Camilla e Georg?”
Gu: “No.. veramente non ne so nulla...”
S: “Io ho visto cambiare un sacco Camilla da dopo la mia festa... è come se... fosse più... bella, ma... anche un po’ appesantita.. non te lo so spiegare...”
Gustav rise: “Non si capisce un cavolo di quello che hai detto...”
Silvia rise: “Vabbe... còcò!”
Gu: “Come scusa??” ridendo.
Silvia iniziò a ondeggiare per strada con movenze da gallina: “Coccodèè!”
Gustav rideva: “Ma che ti è preso?”
Silvia rise: “Chi sono?”
Gustav ci pensò mettendosi una mano sotto il mento: “Bill?”
Silvia scoppiò a ridere e abbracciandolo urlò: “Siiii!”
Gu: “Il mio orecchiooo!”
Silvia rideva e iniziò a baciarlo.
Gu: “Andiamo a vedere se il negozio di musica è aperto?”
S: “Si... andiamo...”
I due camminavano per strada guardando le vetrine e scherzando.
Nel mentre Georg e Camilla erano usciti.
Ge: “Amore tu sei sicura?”
Cami: “ Georg... per forza... non possiamo tenerci questa cosa a vita.. dobbiamo confermare quello che pensiamo che forse non è vero...”
Georg la guardava.
Erano seduti nella macchina di lui.
Camilla guardava davanti a se cercando di mantenere la calma.
Ge: “Stai tranquilla però, che mi agito...”
Camilla rise: “Stai calma?? Perché mi vedi nervosa?” disse in preda al panico.
Ge: “No... di certo sei tranquilla...” mise in moto e si diressero verso la zona più In di tutta la città.
Scesero dalla macchina e si fermarono davanti un palazzo enorme bianco con un portone di vecchio stile con mille targhette a lato, che segnava che in quel palazzo non c’era sicuramente una persona che ci viveva, ma solo gente che ci lavorava.
Entrarono e salirono delle scale molto ampie.
Si trovarono davanti una porta aperta.
Entrarono e Camilla strinse la mano a Georg, che la trascinò dentro.
Una ragazza molto giovane e professionale li accolse: “Salve, avete appuntamento?”
Cami: “No... sono la cugina di Adele, mi ha consigliato lei di venire in questo studio...”
Segretaria: “Accomodatevi, la dottoressa vi accoglierà tra poco...”
Camilla e Georg entrarono dentro un salotto d’attesa grande, classico.
Si sedettero in un divanetto.
Georg teneva la mano di Camilla stretta, poggiata sulla sua gamba.
Ge: “Cami andrà tutto bene... stai tranquilla...”
Camilla lo guardò con le lacrime agli occhi: “Se siamo qui vuol dire che c’è qualcosa che non va..e mi sento veramente in colpa...”
Ge: “Se ti senti in colpa tu, pensa quanto mi sento male io... non lo sa nessuno e per me è un segreto enorme... però se tu sei così nervosa io non posso fare molto... e poi fa male..”
Camilla gli tappò la bocca: “Non ti permettere a dirlo...”
Georg sorrise: “Però... dai...sarebbe carina come cosa...”
Camilla alzò il sopracciglio e seria disse: “No!”
Georg si avvicinò e la baciò: “Fidati che superiamo tutto insieme...!”
Cami: “Io non mi spavento che tu te ne vai o chissa cosa.. io non ho paura che un giorno ti rompi le scatole di me, perché so che non ti lascerei andare per niente al mondo... ma ho paura per il futuro..e per quello che alcuni dei nostri amici potrebbero dire...!”
Ge: “Sono i nostri amici...li conosciamo tutti e ci accetteranno comunque...”
Camilla sorrise e appoggiando la testa sulla spalla di Georg fece un sospiro.
Nello stesso momento entrò la ragazza di prima: “Prego accomodatevi...”
I due si alzarono.
Georg fece una leggera pressione nella mano di Camilla per dargli forza e seguirono la segretaria che li condusse in uno studio ben arredato, pulito e rassettato.
Dopo che i due furono entrati la porta venne chiusa.
Dott.: “Salve... non mi era capitato mai di vedere una coppia così giovane nel mio studio.”
Camilla abbassò lo sguardo e fece un po’ di forza prima di avvicinarsi alla mano della dottoressa.
Georg la tirò un po’, si strinsero la mano.
Dott: “Allora? Qual è il problema?” sedendosi in una grande sedia nera di pelle e facendo segno di accomodarsi.
Georg e Camilla si sedettero e lui lasciò la mano a lei che lo fulminò con gli occhi.
Ge: “Beh.. si ecco...”
Camilla sospirò e prendendosi di coraggio disse: “Abbiamo fatto sesso...”
La dottoressa non rimase per niente scossa anzi aspettava qualche novità, Georg sorrise e lei gli diede un calcio.
Ge: “Eravamo totalmente ubriachi...”
Cami: “Si...”
Ge: “Non sappiamo se...”
La dottoressa sorrise: “Sicuramente capite che nel mio lavoro trovo perfettamente situazioni del genere, non mi sconvolge più di tanto... sono una ginecologa...ma una cosa importante... siete maggiorenni?”
Ge: “Io...”
Dott: “Fidanzati...”
Cami: “Ovvio... da tanto...”
Dott: “Non importa... questo... ma.. se aspettate un bambino voi lo tenete?”
Cami: “Non lo so...”
Georg abbassò lo sguardo.
Dott: “I vostri genitori?”
Ge: “Io non ci parlo mai con i miei, perché non ci sono mai... faccio la mia vita da solo...”
Cami: “Io ho accennato qualcosa a mia cugina...Adele... so che voi la conoscete...”
Dott: “Si certo! Notavo la somiglianza...”
Camilla la guardò stranita: “Ma di dove?”
Georg sorrise: “Io sono in ipertensione.. per favore possiamo passare al sodo?”
Camilla sospirò: “Ha ragione…”
La dottoressa si alzò e si avvicinò a lettino: “Vieni cara…”
Camilla spaventata si coricò nel lettino, Georg accanto a lei che gli teneva la mano.
Dott: “Non devi avere paura… perché peggiori la situazione…”
Camilla sorrise e respirando profondamente: “Ok… affrontiamo tutto …!”
Georg osservava tutti movimenti della dottoressa.
Camilla abbassò i Jeans e rimase con le mutandine.
Dott: “Come vi chiamate?”
Georg: “Georg”
Cami: “Camilla”
Dott: “Georg puoi uscire? È una cosa molto intima…”
Cami: “No.. Georg… rimani qui…”
Dott: “Come preferite… dovresti abbassare le mutandine…”
Camilla fece tutto, si fece mettere la crema e chiuse gli occhi.
La dottoressa accese il monitor e appoggiando alla pelle l’aggeggio sorrise e iniziò a scrutare l’ovulo di Camilla.
Dott: “Aspettavi il ciclo?”
Cami: “Non arriva da un mese e qualcosa…”
Dott: “Si…”
Cami: “Si cosa?”
Georg sudava freddo e guardava il monitor per capire qualcosa.
Ge: “Dottoressa…scusi la domanda… ma cosa è questo?”
Dott: “Avete detto che eravate ubriachi e l’avete fatto…”
Camilla: “Esatto…”
Dott: “Non ricordate niente? Soprattutto tu Georg?”
Ge: “No…” abbassando lo sguardo da quello della donna.
Cami: “Io una cosa la ricordo… ma non credo che sia importante…”
Dott: “Tutto è importante..”
Cami: “Prima che lui mi spostasse ho sentito un bruciore, piacevole si…ma relativamente… come se appunto qualcosa era entrato..”
La dottoressa sorrise: “Puoi indicare quella cosa che vedevi?”
Georg lo fece.
Dott: “Ma… voi che non eravate coscienti… cosa volete fare se c’è?”
Cami: “Non lo so…”
Georg: “Pensare…”
Il dito di Georg non si era staccato dallo schermo e nemmeno gli sguardi dei due.
Dott: “Georg… ti posso dire una cosa?”
Ge: “Deve…”
Dott: “Stai toccando.. diciamo… attraverso lo schermo ovviamente…”
Una pausa che durò un’ eternità…
I due guardavano speranzosi il monitor e la ginecologa.
Dott: “La vostra creatura…”
Georg non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo.
Teneva la mano di Camilla che aveva perso le forze.
Cami: “Posso avere acqua e zucchero?”
La dottoressa sorridendo andò a prendere il bicchiere e lo porse a Camilla che lo bevve di getto.
Ge: “Che.... cosa...”
Cami: “Stupenda...”
Dott: “Dovete solo pensare... cosa fare... io vi segno la prossima visita... perché stai entrando al secondo mese... e se tu vuoi abortire possiamo parlarne...”
Camilla non diceva niente, Georg guardava la macchiolina.
Ge: “Si...ok...”
I due si sistemarono e andarono via.
Entrarono in macchina e rimasero zitti.
Camilla guardava davanti a se.
Georg aveva una mano tra i capelli e cercava di mantenere la calma.
Ge: “Un bambino...”
Cami: “Il nostro.. bambino...”
Georg fece un sospiro.
Cami: “Cosa dobbiamo fare?”
Georg stava zitto non sapeva che cosa fare, nemmeno cosa dire...
Ge: “Cami...cosa vuoi che ti dica?”
Cami: “Georg... cosa vuoi che ti possa dire io! Ho una data di ascendenza...”
Ge: “Non parlare così non è un pacco...”
Cami: “Sei tu che mi fai dire queste cose”
Georg ammutolì.
Cami: “Georg... io... lo voglio... abbiamo fatto il danno... perché dobbiamo ucciderlo?”
Ge: “Era quello che pensavo anche io...”
Cami: “Bene...e allora parliamo... cosa ti blocca?”
Ge: “Nulla che interessi questo... sono rimasto semplicemente scosso, sapere che sto per diventare padre non è una cosa a cui ero pronto... ma se tu lo vuoi...”
Cami: “Si.. anche per me diventare mamma a soli 17 anni è un trauma...ma... che dobbiamo fare?”
Ge: “Non lo so... lo vogliamo entrambi... ma io mi sento nel pallone...”
Cami: “Georg... dobbiamo decidere insieme...”
Ge: “Ovvio...”
Cami: “Teniamolo...”
Ge: “Pensiamoci...”
Camilla, indicandosi la pancia con le mani: “Dai bimbo, diglielo anche tu!” e voltandosi verso Georg che era assorto nei suoi pensieri.
Nello stesso istante si sentì bussare nel finestrino dal lato di Camilla.
Si voltarono dopo essere sobbalzati.
Gu: “Ciao!”
Camilla e Georg fecero un sospiro.
Cami abbassò il finestrino: “Ciao!”
Gu: “Che ci fate qui?”
Ge: “Siamo andati...”
Cami: “A vedere se c’era la nuova borsetta gucci”
S: “Ciaoooo!”
Ge&Cami: “Ciao Silvia!”
I due dentro la macchina facevano dei sorrisi forzati.
S: “Ma che avete? Una paralisi?”
Ge: “Diciamo...”
Gu: “Che ne dite se facciamo un giro insieme?”
Cami: “No...”
Ge: “No scusateci...”
S: “Ah si...questa si che è la risposta che mi aspettavo...”
Gu: “Dai stiamo insieme è brutto stare da soli...”
S: “No scusa Gustav, non l’ho capita questa... potresti...”
Georg rise: “No veramente... ci sentiamo presto... anzi... dobbiamo vederci al più presto tutti quanti insieme...”
S: “Questa sera siamo al pub infondo al corso, venite?”
Cami: “Chi siete?”
S: “Sicuri a parte me e lui, i miei fratelli, Laura e Claudia”
Cami: “Manchiamo solo noi quindi...”
S: “Si... esatto...”
Ge: “Io potrei venire tranquillamente...”
Cami: “Vieni a prendermi?”
Ge: “Si ora ci organizziamo... ma Claudia?”
Silvia rise rumorosamente: “Al momento...sopra il letto di mio fratello Tom... mi ha mandato un sms un po’ osceno..”
Gustav rise: “Si... tua sorella si sta divertendo un casino con Bill!”
Georg sorrise: “Ok... ma è sempre mia sorella quindi basta questi discorsi...”
Camilla rise: “No io voglio saperlo...”
Silvia si avvicinò e gli spiegò tutto all’orecchio, facendola ridere da matti: “No... non ci posso credere... Bill si è svegliato... non posso immaginarli” continuando a ridere.
Gu: “Si... questi due prima o poi faranno un figlio quando meno ce lo aspettiamo...”
Si calò il silenzio.
Georg voleva far credere una risata ma non ci riusciva.
Cami: “ok.. noi andiamo a sta sera... a che ora?”
S: “Alle nove...”
Ge: “Ok perfetto, ora chiamo mia sorella e vediamo...”
Gu: “ A questa sera...”
Si salutarono e Camilla e Georg sfrecciarono a vuoto per la città.
Cami: “Io mi sento protetta da te... e so che qualsiasi decisione prendiamo è giusta, perché ci sono tante cose da valutare.. questa sera, se lo teniamo... lo dobbiamo dire...”
Ge: “Anche se non lo teniamo dobbiamo dirlo, perché alla fine non è una cosetta da niente, voglio dire... se devi abortire... sarà una cosa molto brutta, un periodo orribile, abbiamo bisogno dei nostri amici vicino... e poi credi che non si sono accorti di quanto siamo strani per ora?”
Cami: “Si.. hai ragione...”
Arrivò un sms al telefono di Georg, era Claudia che avvisava che era a casa.
Cami: “Georg.. mi lasci a casa? Vorrei riposare e poi mi faccio trovare pronta alle nove meno un quarto..”
Georg: “Ok...”
Intanto Silvia e Gustav continuarono a guardare i negozi.
Gu: “Sono sempre più strani...”
S: “Si e tu sei uno stronzo!”
Gu: “Come scusa?”
S: “Non è bello stare soli...”
Gu: “Grazie volevo capire cosa avevano, magari stando con noi per un intero pomeriggio...”
S: “Si però...”
Gustav abbracciò Silvia: “Sei una scemotta!” e la baciò.
Silvia rimase un po’ abbracciata a lui, ad odorare il suo collo.
S: “Non voglio lasciarti...”
Gu: “Non lo farai...”
S: “Ma infatti non sono io che lo farò...”
Gu: “Non dirmi queste cose, perché sai che non è facile nemmeno per me...”
S: “Si... lo so...scusami... egoista che non sono altro...”
Gu: “Amore... tranquilla... vedremo come risolvere tutto...”
S: “Potremmo chiedere qualche contatto a mia zia...per... Yale...no?”
Gustav la strinse di più e sorrise: “Non sei obbligata a seguirmi se non lo vuoi...”
S: “Non lacerò niente qui... ci sono i miei fratelli, ma tranquillamente possiamo vederci, non è un problema... e poi andiamo dall’altra parte della mia famiglia...”
Gustav la prese per mano e iniziò a camminare verso la macchina: “Ne sei sicura?”
S: “Si certo... e poi come hai detto tu, chi ha una laurea Americana ha più sbocchi...no?”
Gustav sorrise: “Si...certo...”
Silvia si alzò sulle punte e gli diede un bacio nella guancia: “Amo le tue guance, sono morbide...”
Gustav si mise a ridere: “Io ti amo.. perché sei mia!”
Silvia sorrise e baciò le sue labbra.
Gustav accompagnò Silvia a casa: “Come ci organizziamo?”
S: “Facciamo che vengo con i miei fratelli?”
Gu: “Per me è uguale...come preferisci...”
S: “Ok...allora vengo con i miei fratelli, così non fai strada in più.”
Gu: “Ok... a dopo..”
Si salutarono e Gustav tornò a casa.
Appena entrati a casa sia Georg e Silvia chiamarono i loro fratelli e urlarono: “Dobbiamo parlare...”
Bill e Tom scesero immediatamente: “Che succede?”
S: “Vi devo parlare di una cosa importante...”
Tom si sedette sul divano, appoggiando i piedi sul tavolino.
Bill si accomodò nella poltrona incrociando le gambe.
Silvia corse in cucina prendendo tre succhi di frutta alla pesca e porgendone uno l’uno.
Si sedette nel divano accanto a Tom.
B: “Allora?”
S: “Siamo soli?”
T: “Si, Laura e Claudia le ho accompagnate a casa un paio di minuti fa..”
S: “Ok... allora.. oggi sono uscita con Gustav e lui mi ha detto che cosa prospetta nel futuro...”
B: “Bene..”
S: “Si.. vuole andare in America... a fare l’università...”
B: “Si lo sapevo...”
Silvia lo fulminò con gli occhi: “Non mi dici niente?”
B: “Mi ha detto che te l’avrebbe detto lui oggi.. non c’era motivo...”
T: “E poi non è dovere suo...”
S: “Si... ok... comunque... io voglio andare con lui...”
Rimasero tutti zitti.
T: “Bello...”
B: “E ci lasci qui?”
S: “Il fatto è che alla fine come è andata via la zia, potrei andare anche io, siamo tutti grandi e dobbiamo anche capire che ognuno si deve fare la proprio vita, possiamo vederci sempre...”
T: “Una splendida università è Yale... chiedi alla zia...”
Silvia sorrise: “Io non voglio che ci rimaniate male ma... insomma... è una cosa che dovevo dirvi, siete i miei fratelli, la mia famiglia... e non so che cosa fare...”
B: “Credi che puoi stare sapendo che Gustav va via?”
S: “No...” disse abbassando lo sguardo.
B: “E allora non possiamo fare niente...”
T: “Ecco appunto... e poi dai... magari ci trasferiamo tutti...”
S: “Si e lasciate Laura e Claudia qui?”
T: “Laura la porto con me...”
B: “Claudia la clono... se non vuole venire con me..”
S: “Che squallore...”
B: “Ovviamente mi porto con me l’originale...”
S: “E se le confondi?”
T: “E se scegli quella sbagliata e la tua vera amata s’innamora di qualcun altro?”
B: “Ok...scherzavo, basta... non pensiamo di andare tutti in america... pensiamo prima al fatto di Silvia e Gustav in America...!”
T: “Si.. io concordo, ma è una cosa che ci stai dicendo adesso perché tu e Gustav siete sicuri oppure Gustav non ne sa ancora nulla?”
S: “No, lui sa che potrei pensarsi, ma penso che s’immagina che prima ne dovevo parlare con voi...”
B: “Io sono con le tue decisioni... è tua la vita...e potremo comunque vederci non è un problema lo sai...”
S: “Si infatti..”
T: “Si appunto vai vai...”
Silvia si voltò e saltò addossò a Tom, baciandolo ripetutamente sulla bocca: “Grazie... grazie... grazie... immaginatevi io e Gustav che abitiamo insieme...”
Tom non riusciva a parlare perché veniva ripetutamente beccato dalla sorella entusiasta.
Bill la guardava male: “ Io non esisto..”
Silvia rise, e saltò addossò all’altro fratello ricoprendolo di baci intorno al viso: “Ma certo...siete il mio orgoglio!”
Bill la strinse forte a se.
Nello stesso momento anche Claudia arrivò nella stanza dove Georg aveva posato la giacca.
Clau: “Georg ma stai bene? Hai una faccia...”
Ge: “Ti devo parlare...”
Clau: “O mio dio...mi stai facendo spaventare...”
Ge: “Io ho più paura di te..”
Clau: “Dov’è Camilla?”
Ge: “A casa... l’ho appena accompagnata...”
Clau: “Non vi siete lasciati vero?”
Ge: “No..assolutamente... però.. c’è una persona in più...”
Clau: “Non dirmi che gli hai fatto le corna e non hai il coraggio di dirglielo...”
Ge: “No, sai tutto...siete voi che dovete sapere...”
Clau: “Chi è questa persona?”
Ge: “Tuo nipote...”
Claudia sgranò gli occhi e si appoggiò al divano, deglutì: “No, aspetta...” respirò: “Come scusa?”
Ge: “Aspettiamo una bambino...”
Claudia sorrise: “Bello scherzo...dov’è la telecamera? Cami esci dai..:”
Georg la guardava serio e impassibile, anzi più preoccupato: “Claudia ti prego, fai la seria...”
Clau: “Si...scusa... ma quando? Come avete fatto a saperlo?”
Ge: “Siamo andati oggi dalla ginecologa...e precisamente stiamo entrando al secondo mese...”
Clau: “Non dirmi che è successo quando a casa di Bill eravate...”
Ge: “Ubriachi... esatto... mica potevamo volere un bambino una volta che Cami è ancora minorenne...”
Clau: “ E ora?”
Ge: “Ecco... lei vuole tenerlo... si sente in colpa ad abortire... io anche lo voglio però...cazzo io padre...”
Clau: “Te la caveresti alla grande, e poi conoscendovi non gli fareste mancare niente... pensa già all’amore che c’è tra te e Cami, quello è fondamentale!”
Ge: “Si certo... ma...”
Clau: “Georg... dimmi la verità, tu lo vuoi?”
Ge: “Si!”
Clau: “Allora non avere paura... se anche lei è d’accordo, allora non ci sono problemi..”
Ge: “Ci dimezziamo la vita!”
Clau: “Ma dai, non è questo il problema, sicuramente io potrò aiutarvi e credo che tutti ci aiuteremo piano piano... voglio dire... se avete bisogno di una boccata d’aria siamo tutti pronti a tenere il pupo”
Georg abbracciò Claudia: “Non so che cosa farei senza di te...”
Clau: “Niente...! Semplice!”
Ge: “Modesta!”
Claudia diede un bacio al fratello: “Riusciremo a superare anche questa! Come sempre no?”
Georg annui un si con la testa mentre appoggiava il viso vicino il collo della sorella: “Ti voglio bene!”
Clau: “Anche io Papà!”
Georg gli fece il solletico: “Non chiamarmi papà, non sei mia figlia... e presto lo sentirò dire veramente... che bello... ZIA!”
Clau: “Oddio, ma non è che sono più vecchia?”
Georg la guardò male: “Ma smettila!”
Clau: “Mi vado a lavare...”
Appena entrata in bagno digitò un sms. MESSAGGIO INVIATO e immediatamente gli arrivò un sms, Bill: “APPENA CI VEDIAMO TI DEVO PARLARE...TI AMO!”
Claudia rise perché aveva scritto la stessa cosa.
All’orario tutti si presentarono al pub.
Ci salutammo tutti ed entrammo.
Ci diedero il tavolo più grande, era tondo.
Io e Tom seduti accanto, poi Bill e Claudia, Silvia e Gustav e infine Georg e Camilla.
Ordinammo da bere, parlavamo e scherzavamo come sempre.
Silvia si voltò verso Gustav: “Andiamo un secondo fuori?”
Gustav annuì: “Scusateci un attimo!”
Erano fuori, c’era un po’ di fresco.
S: “Ho fatto una decisione... ho chiamato mia zia... per i moduli di Yale, per te...”
Gu: “Grazie...ma...”
S: “E... pensandoci, poi l’ho richiamata... e mi sto facendo mandare il modulo anche per me..!”
Gustav rimase inerme a guardare Silvia che sorrideva.
Gu: “Tu... hai deciso...”
S: “Si, di partire con te... e continuare ancora la mia vita insieme a te...”
Gustav iniziò a ridere dall’emozione: “Fantastico!” affondando nella bocca di lei.
Silvia lo strinse forte: “Ora lo dobbiamo dire a tutti!” prendendogli il naso con le dita e urlando: “Sei la mia patatina!”
Gu: “Si certo, ma manteniamo la calma!” ridendo.
Entrarono.
Ge: “Aspettavamo voi, dobbiamo parlare di una cosa...”
Gu: “Si anche noi!”
Clau: “Oggi è il giorno delle rivelazioni.”
Bill e Claudia durante l’assenza della sorella, iniziarono a parlare all’orecchio. La musica era forte e si sentivano tra di loro.
Entrambi conoscevano tutti e due i problemi ed erano in agitazione per la reazione degli altri.
Cami: “Iniziate voi che è meglio...”
Gu: “Ok...” Gustav guardò Silvia, gli strinse la mano.
Gu: “Io e Silvia andiamo a vivere insieme dopo la fine della scuola...”
L: “Ma che notizia splendida... veramente?!”
S: “Si... in America... per l’università...”
L: “Veramente?? Così lontani?”
Gu: “Sicuramente ci vedremo durante le feste...durante tutto, non abbiamo di certo questi problemi...”
T: “Infatti..”
Cami: “Congratulazioni!”
S: “E voi...finalmente ci svelate che cosa nascondete?”
Ge: “Si...”
Cami: “Devo andare al bagno... possiamo parlare tra due secondi?”
Tutti: “Certo..”
Cami: “Georg mi accompagni?”
Ge: “Si certo..:”
I due si alzarono.
Mentre Bill, Claudia, Silvia e Gustav parlavano io mi avvicinai all’orecchio di Tom e gli sussurrai una cosa che pensavo, di getto mi abbracciò e mi baciò.
B: “Che ci siamo persi?”
Sorrisi: “Niente niente...”
Camilla e Georg tornarono.
Cami: “Abbiamo un problema... o meglio... è sicuro... ma non siamo ancora certi?”
L: “Tutto chiaro diciamo!” sorrisi.
Camilla ricambiò il sorriso: “Aspettiamo un bambino..”
Tutti sgranammo gli occhi.
Io guardai stranita Camilla: “Cazzo che notizia... e noi che volevamo dirvi che andiamo a vivere insieme dopo la fine della scuola..”
Tutti guardarono per pochi attimi me e Tom che sorridemmo dall’imbarazzo.
T: “Ma di certo non importa quanto questo problema...”
B: “Ma cosa volete fare?”
Cami: “Io vorrei..:”
Georg la interruppe bruscamente: “Lo teniamo... io e Camilla presto diventeremo genitori!”
Io di scatto feci un breve applauso: “Che cosa splendida!!”
Cami: “Si...” con le lacrime agli occhi e rivolgendosi verso Georg: “Allora lo teniamo?”
Ge: “Si... lo teniamo... come ha detto la dottoressa, è la nostra creatura...come dirgli no?!”
Camilla lo abbracciò e tutti sorridemmo.
Cami: “Quindi anche Tom e Laura andranno a vivere insieme!”
S: “Cosa che nemmeno sapevo io!”
T: “Se vi dico che io l’ho saputo ora?”
Tutti risero.
L: “Si... è una cosa che voglio fare... perché ci tengo a lui e perché... insomma... è la mia famiglia.. il componente appena arrivato che... la completa...”
Tom sorrise e mi baciò.
Clau: “Io proporrei un brindisi”
Gustav si alzò e andò a prendere una bottiglia di champagne, riempì i bicchieri e alzandoli: “A tutto il bene del mondo!”
Clau: “A mio nipote!”
Immediatamente il primo bicchiere era andato giù.
B: “Dobbiamo inventarci qualcosa però... non è giusto che io e te non finiamo in nessuna maniera...”
Claudia rise: “Vediamo di trovare qualcosa!”
Un altro giro: “Alle nuove case...e ai viaggi” dissi ridendo.
Cami: “Io non bevo... fa male a lui...o lei!”
Tutti sorridemmo: “Ecco appunto!”
Ge: “Bevo io per te...!”
Cami: “No caro mio, adesso sei incinto anche tu e poi devi guidare...tutto quello che non faccio io non lo fai nemmeno tu..”
Ge: “Ma daiii!”
Camilla alzò il sopracciglio.
Georg l’abbracciò e baciando il naso: “Ok...ma solo perché hai mio figlio in grembo...”
Camilla gli morse il mento: “Cretino!”
Arrivò la chiamata di Clarissa, Silvia uscì immediatamente dal locale e dopo poco tornò.
S: “Gustav...ragazzi...dobbiamo partire dopo la fine della scuola perché dobbiamo fare i test...”
Tutti sorrisero: “Tanto sicuro vi prendono” disse Claudia con il Flute in mano.
S: “Ma speriamo bene!”
Tutti si salutarono e felici della serata tornarono a casa.
 
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lally_luft
view post Posted on 23/6/2008, 23:42




Capitolo 38:

Mi alzai di buon ora, ero nel letto con Tom.
Lui accanto a me che dormiva, io un po’ triste.
Mi alzai dal letto.
Avevo indosso un pantaloncino e una maglietta di Tom.
Andai in cucina, preparai la colazione per tutti e silenziosamente la portai ad ognuno nel letto, lasciandola nel comodino.
Poggiai il vassoio nella stanza di Silvia e tutto filò liscio, lo poggiai su quella di Bill e come prima tutto andò bene, lo poggiai a quello di Tom e lui automaticamente aprì gli occhi.
Mi sorrise.
L: “Buon giorno amore”
Tom mi sorrise, non capiva molto.
Mi abbassai e lo bacia.
Feci il giro del letto e mi andai a coricare, lui si voltò e poggiò la testa sulla mia pancia chiudendo gli occhi.
Iniziai a giocare con i suoi capelli.
L: “Dormito bene?”
Tom fece di si con la testa.
Dopo poco alzò la testa e guardandomi con la bocca ammucchiata, sorrisi, mi chinai e baciai le sue labbra.
T: “Grazie per la colazione...”
L: “Mangia che si raffredda”
Tom prese il cappuccino e togliendo poi la tazza dalla bocca rimase sporco.
Sorrisi e leccai i baffi.
Accesi il cellulare e immediatamente mi arrivò un sms da parte di Georg: “Tra un ora veniamo a prendervi per andare in montagna”.
L: “Tom... tra un ora Georg viene e andiamo in montagna...”
T: “Ma chi viene?”
L: “Non ne ho la minima idea...”
T: “Ma quando ti ha mandato l’sms?”
Il citofono suonò.
L: “Ti prego dimmi che non è lui”
Aprii la porta della stanza e vidi correre in reggiseno Silvia.
S: “Chi è?” risata “Scendiamo”
Sgranai gli occhi.
Silvia mi baciò: “Grazie per la colazione...ma dobbiamo scappare sono tutti giù”
Lasciandomi davanti le scale.
Tom la prese per la pancia con il braccio: “Ma chi c’è giù?”
S: “Georg, Gustav, Camilla e Claudia”
Silvia scappò nella stanza.
Tom con molta calma prese uno zaino e urlò: “Silvia dobbiamo portare qualcosa?”
S: “Si fai lo zaino tu, metti tovaglie per distenderci e creme solari per Bill, lo sai che ha la pelle delicata...”
T: “Si.. e porto anche lo spray contro gli insetti”
L: “Sicuramente Claudia l’ha portato... Vado a lavarmi”
Entrai in bagno.
Tom preparò lo zaino e Silvia fece irruzione nella stanza di Bill, quando la sua sveglia si accese, Kylie Minogue – Love at first sight.
Bill aprì un occhio e sorridendo iniziò a stiracchiarsi nel letto.
Silvia iniziò a ridere davanti la porta.
Bill sobbalzò: “Ma che ci fai qui?”
S: “Dobbiamo andare...tutti ci aspettano giù...”
B: “No..aspetta ma dove dobbiamo andare?”
Prese il cellulare da sotto il cuscino e vide tre messaggi di Claudia.
B: “Che cazzo dite? In montagna? Io... Claudia?? Gli insetti! Non penso che lei è qui..”
Nello stesso momento un altro sms: TI PREGO SCENDI CHE IO MI STO INIZIANDO A SENTIRE MALE.
B: “Ok...ora mi vado a preparare...”
T: “Silvia vieni” urlò dal piano di sotto.
Silvia corse giù.
T: “Lo zaino è pronto, ma penso che ci stiamo un po’ per andare...che facciamo?”
S: “Vi aspettiamo, vado fuori dagli altri...”
Silvia prese lo zaino e corse fuori.
Tom entrò nell’altro bagno e si lavò.
Ero nella stanza e stavo preparando le cose da portare quando Tom entrando nella stanza: “Non c’è bisogno... ho preparato tutto io...”
Mi voltai e lo bacia: “ok.. allora andiamo?”
Tom si voltò e aprì la porta della stanza di Bill che era ancora a letto che mangiava la sua colazione, veniva circondato dalla voce di Kylie, adesso con Can’t get you out of my head.
T: “Ma da quando ascolti queste canzoni?”
B: “è un cd di Claudia...”
Tom sorrise: “Bello... veramente molto bello... ti devi sbrigare...”
B: “Ma ancora devo bere il succo d’arancia...”
T: “Non me ne frega un cazzo...ti devi sbrigare...”
B: “Ma per favore non essere così volgare anche la mattina...”
Tom rideva: “Sei un gay...”
B: “Ei ei ei ei... a chi lo dici gay??”
T: “Si è vero... ogni tanto ti svegli...”
Bill prese il cuscino da dietro le spalle e glielo tirò.
Tom lo prese: “Coglione sbrigati!”
Bill incrociò le braccia: “Esci!”
Tom scese e mi trovò davanti lo specchio che mi truccavo.
L: “A che punto è?”
T: “Deve finire il succo all’arancia...”
Risi.
Uscimmo e salutammo tutti gli altri.
Cami: “Bill?”
T: “Stava per scendere...”
Georg rise: “Siamo sicuri?”
Clau: “Vado io a farlo sbrigare..”
T: “Si vai... magari lo lavi tu... e siete più veloci...”
Claudia corse dentro.
Bill era appena entrato dentro la vasca.
Claudia gli sistemò il letto e la stanza, quando entrò lui con un grande accoratoio bianco.
B: “Amore...buon giorno!”
Claudia sorrise: “Buon giorno!” e avvicinandosi lo baciò.
B: “Ma veramente stiamo andando in montagna?”
Clau: “Si, infatti ti devi sbrigare...”
B: “Ma dai... con tutti quegli insetti...”
Clau: “Lo so...”
Claudia scese giù i piatti sporchi mentre Bill si vestiva.
B: “Mi asciughi i capelli?”
Claudia corse sopra: “Si!”
Prese la spazzola e il phon e iniziò l’opera.
Dopo 15 minuti circa bussarono.
B: “Non importa, me li lascio così... sbrighiamoci...”
Scesero correndo e aprirono la porta.
Tom era lì, sulla soglia con un coltello in mano: “Ero pronto ad ucciderti se eri ancora in accappatoio!”
B: “Invece no... sono pronto” lo spinse e si fece largo per andare dai suoi amici.
Claudia sorrise,
T: “Non c’è niente da ridere... lo ammazzo!”
Ge: “Allora come ci organizziamo?”
T: “Andiamo con due macchine?”
Ge: “Ok...”
Gu: “Io e Silvia veniamo con voi!” parlando con Georg.
Tom guardò suo fratello: “ E tu vieni con me!”
Bill sorrise: “Ok...!”
Entrammo tutti in macchina.
Bill e Claudia stavano sistemando le borse nel cofano, mentre io e Tom eravamo già seduti, mi ci avvicinai e lo baciai: “Non essere nervoso... oggi dobbiamo divertirci...”
Tom ricambiò il bacio: “Hai ragione!”
Entrarono in macchina e iniziammo il cammino verso la montagna.
Arrivammo davanti una villa enorme, era un po’ trascurata, ma era ugualmente molto bella.
Il cancello si aprì.
B: “Ma che posto è?”
L: “Casa di Gustav...”
B: “No.. non ci credo!”
Mi voltai a guardarlo, mentre Tom sorrideva.
B: “Qui un ape voleva mordermi!”
Claudia sgranò gli occhi e chiuse immediatamente il finestrino, urlando: “Chiudete i finestrini”
Tom rideva e lo lasciava spalancato, quando una mosca venne a farci compagnia, facendo urlare Bill e Claudia.
Scendemmo dalla macchina con le lacrime gli occhi.
Clau: “Non c’è niente da ridere...”
Bill era ammutolito.
Gu: “Vi piace?”
L: “Si è bellissima!”
Cami: “Noi che la conosciamo da più tempo ci siamo abituati, è semplicemente enorme...”
Gustav si avviò verso la porta e con forza l’aprì.
Accese tutte le luci.
S: “Apriamo le serrande?”
Gu: “Si...”
L: “Anche quelle del secondo piano?”
Gu: “Si se potete...”
L: “Cami vieni con me?”
Cami: “Si!”
Salimmo e iniziammo a spalancare le finestre.
Dal piano di sotto si sentivano le voci di Claudia e Bill che cercavano di convincere tutti a non aprire.
L: “Allora mamma... contenta?”
Cami: “Non mi aspettavo la reazione di Georg...”
L: “Credevi che insisteva per l’aborto?”
Cami: “Si... francamente...”
L: “E invece...”
Cami: “Invece... avremo una cosa tutta nostra...”
L: “Ma i tuoi?”
Cami: “Lally, questa cosa non la deve sapere nessuno perché non mi va...”
L: “Dimmi”
Cami: “Mi hanno buttata fuori...”
L: “Cosa?”
Cami: “Si...vivo da Georg...”
L: “Ma i genitori di lui?”
Cami: “Loro sono felici... anzi non vedono l’ora! Sai perfettamente come sono i miei genitori no?”
L: “Si, ma non mi aspettavo una reazione simile...magari si arrabbiavano ma...”
Cami: “Vabbe che sai che io me ne volevo andare di casa, mi hanno solo agevolata... ora mi sento più libera...”
L: “Si...”
Cami: “E poi tra poco faccio 18 anni e posso fare tutto senza che loro lo sanno...”
L: “Si...però...”
Cami: “No... tranquilla...sto bene...!”
Sorrisi.
Al piano di sotto, Georg e Tom avevano uscito un tavolo lungo, nella terrazza.
B: “Aspettate...mangiamo fuori?”
Ge: “Si...”
Bill diventò pallido.
T: “No... non stiamo scherzando!”
B: “Ma voi volete che io muoio?”
T: “Forse...”
Bill lo guardò minaccioso.
Silvia e Claudia erano dentro che stavano sistemando nel tavolo della cucina tutte le cose da cucinare.
Clau: “Tra poco dobbiamo cucinare...”
Gustav entrò: “Che ne dite se iniziò ad accendere la carbonella? È mezzo giorno...”
S: “Si, forse è meglio!”
Gu: “Georg vieni che dobbiamo prendere la carbonella dal garage...”
Bill era ancora in preda al panico davanti la tavola.
Tom si avvicinò a lui: “Mi ricordo che nel soggiorno c’è una crema per evitare gli insetti...”
B: “Mi prendi in giro?”
T: “No... guarda...”
I due fratelli entrarono nella stanza e Tom gli trovò la crema.
B: “Protezione per le punture di zanzare...”
Tom uscì dalla stanza.
Io e Camilla tornarono giù.
B: “Secondo voi funziona?”
Presi la bottiglia: “Si... mettila..”
Camilla entrò in cucina: “Allora che fate?”
S: “Sistemiamo tutte le cose da cucinare...”
L: “Ma quante cose!”
Clau: “si... ha comprato Gustav... c’era d’aspettarselo...”
T: “Chi gioca a carte con me?”
L: “Io...”
S: “Io!”
Cami: “IO!”
Clau: “Io mi devo limare le unghie!” e dall’altra stanza si sentì Bill urlare: “Le fai a me?”
Ognuno si trovò cosa fare.
Gustav e Georg iniziarono ad arrostire, quando arrivarono con vassoi enormi pieni zeppi di cose da mangiare.
L: “Azzo!”
Iniziammo ad apparecchiare e immediatamente a mangiare.
Ge: “Dicevate che erano troppe le cose, intanto vi siete mangiati tutto..”
Io e Claudia sorridemmo guardando Cami che stava per dire: “Io avrei ancora fame...!”
Georg gli poggiò nel piatto una cotoletta e un pezzo di salsiccia: “Mangia tu!”
T: “Io voglio andare a coricarmi...”
Gu: “Vai al piano di sopra...”
L: “Vado con lui...”
Ci alzammo e andammo sopra.
T: “Dobbiamo scegliere ce ne sono tre...”
L: “Questa... l’avevo vista prima...”
T: “Giusto la più IN, come dice Silvia...”
Sorrisi e lo tirai dentro per una mano.
Era una stanza tutta bianca con i mobili un po’ vecchi, davanti il letto enorme, una finestra grande quanto tutto il muro, era doppia e da fuori non si vedeva nulla.
Ci sdraiammo.
L: “secondo te posso mettere un Cd in quello stereo?”
T: “Hai Cd?”
L: “No... ma li ci sono...”
Mi alzai e misi un cd, che non aveva nessun nome.
Una canzone dolce, dei Flipsyde – Happy Birthday.
L: “Io amo questa canzone...”
T: “è bellissima...”
Sorrisi e mi sdrai accanto a lui.
Ero a pancia sotto e lo guardavo mentre lui con la schiena sul materasso, giocava con i miei capelli.
Mi avvicinai e lo baciai.
L: “Mi manchi...”
T: “che vuoi dire... sono qui...”
L: “Non lo so, ma per ora mi manchi... come se non ci fossi...”
T: “Non ti sono vicino?”
L: “Si certo, ci sei... cazzo abitiamo anche insieme... ma manca qualcosa...”
T: “Cosa?”
L: “Non lo so...”
Mi avvicinai al suo viso e mi appoggiai sulla sua spalla chiudendo gli occhi.
T: “Cosa ti faccio mancare?”
L: “Non lo so nemmeno io... ma non è colpa tua...”
Tom si voltò, dandomi le spalle.
L: “Tom?”
T: “Dormiamo...”
L: “Non è colpa tua...”
T: “Si...ok...”
Rimasi zitta a guardare la sua schiena.
Chiusi gli occhi.
Il sole batteva sopra i nostri corpi.
Tom faceva finta di dormire.
Mi sedetti a terra verso la sua faccia, lo fissavo.
T: “Ti senti normale?”
Sorrisi: “Non voglio che mi dai le spalle!”
Tom rise: “Sei una cretina!”
Mi ci avvicinai e iniziai a strofinare la mia faccia nel suo collo.
Tom rise: “Ma con chi sto?”
L: “Con me!”
Tom rise e mi tirò per un braccio.
Mi alzai e sorridendo mi misi su di lui.
Iniziai a fargli il solletico, Tom si dimenava, quando con forza mi prese le braccia e mi fece coricare mettendosi sopra di me.
L: “Amore non soffro il solletico, mi fai male!”
Mentre mi voleva fare ridere.
T: “Ma non è giusto...” poi mi guardò: “Ho un metodo...” si avvicinò al mio collo e iniziò a baciarlo.
L: “No, no, no smettila, ho i brividi!”
Dal piano di sotto sentimmo cadere dei piatti.
Raggiungemmo la cucina in pochi secondi e Claudia terrorizzata guardava a terra i mille cocci di piatti.
Gustav alle nostre spalle: “Cosa è successo?”
Clau: “Non lo so si è cangiato questo...” indicando il ripostiglio.
Ge: “Ragazzi... Camilla sta male...”
Tutto di corsa, ospedale, turni, notizie positive e finalmente a casa.

 
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lally_luft
view post Posted on 25/6/2008, 23:10




Capitolo 39: Il giorno dopo a scuola eravamo tutti un po’ stressati, la fine dell’anno si faceva sentire...e la chiusura dell’ultimo quadrimestre metteva in ansia tutti.
Le prime due, ore spiegazione di Letteratura, Tom si era addormentato sul banco, veniva coperto dallo zaino e io gli facevo il solletico nelle braccia.
A terza ora Inglese.
La professoressa amava particolarmente farsi gli affari degli altri, soprattutto delle persone che, si trovano in difficoltà se ci si mette i bastoni tra le ruote.
Cami: “Georg... mi fa male la pancia..” con i lacrimoni agli occhi.
Ge: “Vai in bagno con qualcuna...”
Camilla chiamò Claudia che era seduta nel banco davanti a loro.
Clau: “Cami...andiamo in bagno...”
Claudia si alza: “Professoressa, possiamo andare in bagno io e Camilla?”
Prof: “Perché in due?”
Clau: “Non si sente bene...”
Prof: “Che cosa ha?”
Clau: “Crampi allo stomaco...” e iniziò a camminare per uscire dal suo posto a muro.
Prof: “Signorina Listing, non le ho dato ancora il permesso... quindi è pregata di accomodarsi...”
Camilla era piegata dal dolore.
Prof: “Allora Camilla, cosa hai? Perché questi dolori?”
Gu: “Se lo sapesse non gli chiedeva di andare in bagno....”
Prof: “Scusi Signor Schafer chi l’ha intromesso?”
Gu: “Mi scusi, ma non può essere invadente in un secondo momento, che lei sta male?”
Prof: “No... voglio capire..”
B: “Ma che cosa deve capire?”
Prof: “è da un po’ che la vostra compagna è strana, sia come comportamenti che come forma fisica...”
Camilla iniziò a piangere dal dolore.
Ge: “Professoressa, Camilla deve andare in bagno...”
Prof: “No...” sorridendo maledettamente.
Ge: “Ok...allora mi metta il rapporto...”
Georg la prese in braccio e la portò in bagno, aprendo la porta con un calcio.
Prof: “Si vada a sedere...Georg...!”
Ge: “Ma vada a cagare...”
Camilla in bagno piegata dal dolore, era seduta a terra.
Ge: “Cosa faccio?”
Cami: “Mi fa malissimo qui...” indicandosi l’addome.
Ge: “Amore è normale...”
Claudia dopo un po’ entrò in bagno.
Clau: “Georg...torna in classe, rimango io con lei...”
Georg uscì dalla porta: “Che cosa ha detto?”
Clau: “ti ha messo il rapporto...ma ha troncato lì il discorso... Tom ci si è litigato...”
Ge: “Vado... mi raccomando...”
Clau: “Tranquillo”
Suonò l’ora dei litigi, visto che mentre le due ragazze erano in bagno la professoressa doveva sapere per forza cosa avesse.... veramente.
Camilla entrò in classe appoggiata su Claudia.
Ge: “Amo... come stai?” abbracciandola.
Cami: “Meglio... mi sentivo come se qualcosa si stava trasformando... non lo so...”
Ge: “E’ normale... tranquilla...”
Cami sorrise: “Sono piacevoli... solo se penso che è nostro figlio...”
Georg la baciò e la fece addormentare sulle gambe.
Entrò di botto Giorgia, ridendo: “Ragazzi...”
Tutti andammo da lei...
L: “Cazzo è da tantissimo che non ti fai vedere...”
Gio: “Lo so... ragazzi... io e Andreas andiamo via... andiamo a vivere in Francia...”
L: “Come...?? perché?”
Gio: “Perché lui ha trovato lavoro...e vogliamo stare ... insieme... per sempre...”
S: “Vi volete sposare?”
Gio: “Si... però lì...così nessuno rompe le scatole...”
Tutti l’abbracciammo.
L: “Amore fai buon viaggio...salutaci Andreas...”
Tom scese di getto per le scale e andò dal suo amico.
T: “Oi... Andreas...”
A: “Avevi ragione.... fratello... me la sposo... è fatta per me...”
T: “Ma dove sei stato per ora?”
A: “In Francia... per vedere casa e tutto...”
T: “Trovata?”
A: “Si, una modesta...ma per ora va bene... è vicino il lavoro... dobbiamo trovare adesso qualcosa per Giorgia... ma vivremo insieme...”
T: “Verrò sicuramente a vederla e per il matrimonio...”
A: “Grazie sei il testimone...”
Tom abbracciò l’amico che era appoggiato alla macchina.
A: “Grazie sempre di tutto!”
T: “Ma smettila...in bocca al lupo...”
Giorgia scese, abbracciò Tom.
T: “Ciao bella... mi raccomando!”
Giorgia sorrise, gli schioccò un bacio sulla guancia ed entrò in macchina.
Tom salì in classe.
Tutti parlavamo di quella notizia, quando Bill interruppe: “Scusate, ma dov’è Claudia?”
S: “Mi ha detto che andava al balconcino...”
Bill uscì dalla classe a passi lenti e si voltò verso il balconcino.
Il bidello che sapeva tutto di tutti: “Bill, è andata in terrazza!”
Bill sorrise: “Grazie!”
Salì le scale.
Vide la porta bianca semi aperta, la spinse e guardò un po’ intorno e come aveva detto il bidello Claudia era di spalle seduta su una panca al centro della terrazza, sorrise e socchiuse la porta e delicatamente si sedette dietro di lei abbracciandola da dietro, lei si voltò a guardarlo e sorrise.
B: “Che fai?”
Clau: “Penso...”
B: “A cosa?”
Clau: “Cosa farò della mia vita...”
B: “Dopo la notizia di Andreas?”
Clau: “Si... e anche dopo la notizia di mio fratello... e dei tuoi... loro hanno trovato la persona veramente fatta per loro...”
Bill allentò un po’ la presa: “Che vuoi dire?”
Clau: “Che io penso che tu sia fatto per me... ma io per te?”
B: “Perché ti fai sempre questi problemi?”
Clau: “Non lo so... è una cosa che mi viene in mente ogni volta che qualcuno decide di fare un passo più grande della propria gamba... noi invece? Siamo qui.. nella quasi monotonia...”
B: “Io... avevo pensato a cosa fare della mia vita... ma... devo ancora rifletterci...”
Clau: “Si...anche io...ma non credo che lo farò...”
B: “Perché?”
Clau: “Dovrei lasciarti...”
B: “No...allora te lo dico io di non farlo...” sorrisero.
Clau: “Cretino...”
B: “No...scherzo... se vuoi... tu puoi fare quello che vuoi... come ha detto Silvia a Gustav, non sono io che devo fermare la tua vita...”
Clau: “Forse è meglio se non ne parliamo... vedremo cosa fare aspettando...”
B: “Si è meglio...”
Claudia si voltò verso di lui e lo baciò.
Rimasero lì a guardare l’infinito.
Dopo la ricreazione io e Tom iniziammo a discutere di quanto era stato detto sul letto a casa di Gustav.
T: “Che vuoi fare?”
L: “Partire...”
T: “Come?”
L: “Si...partiamo... stacchiamo un po’... andiamo fuori, senza niente e nessuno, solo io e te...”
Tom sorrise: “E dove vorresti andare?”
Mi grattai la testa: “Mmm... Spagna... Madrid... Ibiza....”
Tom rise: “Sei sicura?”
L: “No, possiamo andare in Messico o in Egitto, dai.. dove andiamo?”
T: “Mi ci vedi su un cammello?”
Risi: “Si... certo... tanto ti mimetizzi con le altre gobbe...”
T: “Che vuoi dire?”
L: “Che la tua non fa invidia a nessuno...”
Tom mi guardò arricciando il naso, risi e l’abbracciai: “Non arricciare il naso!”
Tom stava fermo e mi guardava.
Avvicinai la mia bocca al suo viso e rimasi ferma a guardarlo dal basso.
I suoi occhi nei miei... mi avvicinai e lo baciai, lui sorrise e abbracciandomi più forte: “Partiamo!!”
Risi e lo baciai ripetutamente: “Siii!”
Si avvicinò al nostro banco la professoressa: “Scusate, queste effusioni a cosa sono dovute?”
L: “Partiamo!” dissi sorridendo e tutti in coro: “Come?”
T: “Si... sta sera...!”
Prof: “Ok... adesso per favore ascoltate!”
Sorridemmo: “Ci scusi”
Le due ore di Biologia passarono veloci.
La sera stessa io e Tom prendemmo il primo aereo per Madrid.
 
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lally_luft
view post Posted on 29/6/2008, 15:47




Capitolo 40:

Arrivati in albergo: “Amore ma che cosa hai prenotato?”
T: “Cinque stelle... ti piace? È giusto il posto..!”
Risi: “Tu sei pazzo...doveva essere un viaggetto...”
T: “No... dai dobbiamo divertirci!”
Parlammo con l’assistente e salimmo in camera.
Era grandissima, bianca, un letto basso di legno scuro, quasi nero.
Un tavolo al centro di vetro, con a lato dei mobiletti bassi, alla sua destra un divano in pelle nero con un televisore enorme al muro e accanto una porta.
Entrai, era il bagno.
L: “Tom...guarda... la piscina olimpionica!”
Tom entrò in bagno: “Ma quanto sei scema?” ridendo.
L: “Tom lo sai, non ci sono abituata...!”
Tom sorrise: “Vestiti che usciamo...”
L: “Si!”
Scelsi un vestito rosso e nero con le frange, era corto.
Lui un pantalone scuro, una maglia bianca, una felpa nera e un cappello bianco e nero.
Uscii dal bagno mentre lui era seduto sul divano.
T: “No.. non usciamo...”
Risi: “Perché?”
Mi guardò dalla testa ai piedi: “Non voglio che ti vesti così... sei più bella di me e non vale!”
L: “Cretino...” mi appoggiai alle sue gambe e assaggiai un po’ le sue labbra, presi la sua mano e lo tirai.
T: “Ok...ok...” entrammo nell’ascensore.
L: “Ma secondo te perché sparano i termosifoni al massimo con questo caldo?”
T: “No.. il fatto è che qui fa freddo di sera... e allora vogliono rimediare...”
Iniziai ad aggiustarmi i capelli.
T: “Ma la smetti?”
L: “Ma che vuoi?” sorrisi
T: “Mi fai salire i nervi...!”
L: “Ma che ho fatto?”
T: “Sei bellissima.. e ancora ti aggiusti, guarda che così mi devo per forza litigare con qualcuno...”
Sorrisi: “Ok... basta...” sorrisi.
Scendemmo per strada.
Tutte le strade piene di locali e musica.
Entrammo in un locale grandissimo tutti ballavano, noi ci avvicinammo al bancone e ci sedemmo in due sgabelli.
L: “Tequila sale e limone?”
T: “Rum e pera?”
L: “Fai tu!”
T: “Scusa... puoi portarci due Angeli azzurri?”
Il barista accenno un si e ci servì i drink con dei salatini.
L: “Madonna... è fortissimo..!”
T: “Si...”
immediatamente l’attacco di Kill YourSelf...
T: “Balliamo?”
L: “Certo!”
Mi alzai e mi prese la mano.
Eravamo al centro della pista, dentro di me sentivo rimbombare tutta la musica.
I suoi bracci cinsero la mia vita e il suo bacino si muoveva a tempo vicinissimo al mio ventre.
Assecondai i suoi movimenti.
Mi scostai un po’, slegando la mia lunga coda e muovendo a tempo i capelli mossi.
Mi voltai e lui dietro di me.
Ero avvolta dalle sue braccia, muovevo gentilmente le spalle mentre lui seguiva i miei movimenti con le sue e con il bacino.
Mi voltai poggiai le mie braccia sulle sue spalle, mi avvicinai e iniziai a baciare il suo orecchio.
Le sue mani erano sulla scollatura del vestito, sulla schiena.
La musica si alternava tra note dure e dolci, noi eravamo in perfetta armonia con la musica.
Quella canzone la conoscevamo troppo bene!
La serata passò velocemente.
Uscimmo dal locale.
L: “Avevi ragione, c’è freddo...”
Tom si levò la felpa e me la sistemò sulle spalle.
L: “No amo...c’è freddo...”
T: “Non ti preoccupare, sto morendo di caldo!” Mi abbracciò e stretti tornammo in camera.
T: “Apro che c’è caldo”
L: “Si”
MI levai le scarpe e le calze, poggiai la felpa di Tom sul divano.
Tom si era appena appoggiato alla finestra a petto nudo... lo abbracciai da dietro appoggiando la testa sulla sua schiena.
L: “è bellissimo qui...guarda...”
T: “Si è vero...”
L: “Grazie!”
Tom si voltò facendomi scivolare tra le sue braccia.
Aveva la testa un po’ piegata per guardarmi e dolcemente poggiò le sue labbra sulle mie.
Lo abbracciai e lo strinsi.
Poggiai il mio viso sul suo petto. Mentre delicatamente mi baciava la testa.
Alzai le braccia e lui mi aiutò a levare il vestito.
Mi allontanai da lui e scoprì il letto fresco e pulito.
Le sue mani mi avvolsero da dietro.
Le sue labbra percorrevano la mia schiena, le sue mani sfioravano appena i miei seni e la mia pancia.
Sorrisi e poggiai la mia testa sulla sua spalla mentre lui mi baciava il collo.
Tenevo gli occhi chiusi mentre mi abbandonavo a lui.
Una mano accarezzava i suoi capelli e l’altra gli sfibbio i pantaloni facendoli cadere per terra.
Mi gettò sul letto e sopra di me iniziò a farmi il solletico.
Mi dimenavo sotto il suo potere e iniziai a urlargli tante parolacce.
Aggrappai il suo membro e lo feci gridare dal dolore.
T: “Cretina!” adesso io ridevo di più.
Tom si coricò accanto a me piegato dal dolore.
Mi avvicinai l suo viso: “Scusa amore...scusa...” e iniziai a baciare tutto il suo faccino.
T: “Levati” sorrise
L: “Ti sei arrabbiato?” fingendo di essere una bambina.
Tom sorrise: “Si!”
L: “Come mi faccio perdonare?”
Tom rise: “Baciami qualcos’altro...” lo guardai fulminandolo: “Fanculo!” mi coricai dandogli le spalle spegnendo tutte le luci.
Stemmo così per un po’.
Quando le sue mani entrarono nelle mie mutandine in raso e percorsero il bordo, fermandosi davanti, al centro esatto.
Il suo corpo era vicinissimo.
Sentivo il suo respiro tra i miei capelli, stavo ferma, ma quella mano non faceva che scendere.
Cercavo di soffocare i gemiti che mi provocava ogni volta.
Spostai il suo braccio.
Mi voltai. Lo guardai fisso negli occhi, riuscivo a vederlo attraverso la luce che entrava dalla finestra spalancata.
La sua bocca mi distraeva, mi avvicinai e iniziai a leccare dolcemente i contorni.
Senti sopra la mia la sua lingua.
Giocammo per un po’ quando con decisione feci scivolare per terra i suoi boxer.
Iniziai a baciare il suo collo, scendendo verso l’addome e arrivando al suo membro.
SPOILER (click to view)
Lo tirai per le mani e lo feci sedere sul bordo del letto, mentre io inginocchiata.
Sentivo di avere il potere, i suoi gemiti erano forti e non faceva che incitarmi.
La mia mano sulla sua coscia, venne avvolta dalla sua mentre il suo ansimare passava a veri e proprio gemiti.
Mi scostai e lo guardai, era quasi coricato, il peso su un braccio.
Sorrisi e lo guardai alzando il sopracciglio.
Rimase fermo a respirare, si sollevò cercandomi con lo sguardo.
Mi vide, sorrise e abbassandosi si coricò su di me.
La sua bocca sulla mia.
Adesso le sue mani si muovevano su tutto il mio corpo.
Fece scivolare le mie mutandine, entrando dentro di me.
Non mi aspettavo tanta avidità e il piacere aumento a dismisura.
Il suo respiro vicino al mio orecchio, sussurrava qualcosa, non capivo molto, entrambi eravamo entrati in una sorta di dipendenza.
Dietro di me un mobiletto.
Mi alzai un po’ e mi sollevai legando le mie gambe al suo bacino.
Mi teneva stretta.
Sentivo le sue labbra che baciavano il mio collo.
Lo vedevo un po’ da sotto mentre perle di sudore rendevano il mio amore sempre più bello e prezioso.
Mi allungai verso la sua fronte banciandola.
Sorrise: “No...”
Baciai le sue guance: “Non mi faresti mai schifo..”
I sussurri sempre più leggeri, Tom si scostò e rimasi un po’ a prendere anche io aria.

Si avvicinò al Divano e si sedette, allungando un braccio e bevendo un po’ d’acqua.
Lo guardavo, lo amavo... lo volevo...
SPOILER (click to view)
Mi alzai e andai dietro di lui mordendogli il sedere.
Stava fermo e rideva, era ancora affannato.
Leccai la sua schiena, dal fondo schiena sino alla nuca.
I suoi dred erano tutti spostati in avanti.
Senti i brividi invadere il suo corpo.
Si voltò. Aveva un ginocchio sul divano e l’altra gamba piantata a terra.
Mi abbracciò e iniziammo a baciarci.
Mi sedetti sopra il divano mentre lui in ginocchio tra le mie gambe mi baciava.
Lo tirai e lo feci sedere al mio posto.
Lo guardavo negli occhi mentre il suo sguardo non faceva che implorare di smetterla e di continuare.
Tom prese la mia mano e mi tirò bruscamente su di lui.
Sorrisi e iniziai a mordere il suo lobo.
Quando sedendomi sopra di lui a cavalcioni, tornammo un'unica cosa.
I miei movimenti si alternavano come la canzone che prima ci fece da accompagnatrice, prima lenti e poi veloci, tornando lenti e sempre più veloci.
Le sue mani percorrevano la mia schiena.
Trovarono ancora il laccio del reggiseno unito, lo stacco facendolo cadere dietro di noi.
Baciava il mio seno.
Non volevo che finisse quel momento.
Tom gemeva. Mi fermai mozzandogli il fiato. Sapevo che proprio in quel momento i movimenti dovevano essere ben alternati.
Mi guardò dritto negli occhi, riprendendo a muovermi delicatamente e prendendo sempre più velocità, preso dal piacere appoggiò la testa sullo schienale del divano.
Io affondai la mia bocca sul suo collo, percorrendo scie di sudore con la mia lingua.
Tom con le sue mani mi spostò e mi fece scivolare accanto a se.
La mia bocca non si era staccata da lui.

Percorrevo ogni lineamento.
E accarezzavo il suo viso e le sue braccia.
Mi prese per mano e mi fece coricare sul letto.
Continuavamo a baciarci, uno accanto a l’altro.
Lui mi accarezzava, io non facevo che sfiorare le sue guance e le sue orecchie.
Mi abbracciò fortissimo.
Le nostre forme si unirono, facendo unire anche i nostri sogni.
Mi alzai, a terra una coperta.
La tirai e mi ci avvolsi.
Aprì la mia valigia, uscendo l’intimo, una maglietta a maniche corte bianca e gialla e dei jeans chiari.
Entrai in bagno, c’era un gran caldo.
Preparai la grande vasca con acqua tiepida e bagno schiuma al muschio bianco.
Buttai la coperta per terra e mi immersi.
Le immagini della sera prima giravano nella mia testa, non capivo perché, ma per me era una cosa da ricordare, qualcosa di nuovo… qualcosa d’assaporare sempre.
Accesi la piccola radio accanto alla vasca, qualcuno aveva lasciato un Cd dei Nightwish… la canzone Away…. Anche se tu.. sei nell’altra stanza.
Non mi eri lontano e non mi mancavi più… eri presente e avevo bisogno di te.
Sentii una bocca imprimere sulle mie labbra un bacio. Sorrisi.
L: “Buon giorno”
T: “Buon giorno” Entrò in acqua e lo abbracciai: “Ti Amo da morire” sorrise
T: “Ti manco ancora?”
L: “No… lascia stare, sono una cretina..” lo strinsi a me.
Arrivò una chiamata nella stanza era il servizio.
T: “Dobbiamo scendere…”
Mi alzai coprendomi con un asciugamano.
Ci preparammo ed entrammo nel ristorante dell’albergo.
Era grandissimo pieno di tende.
L: “Questo albergo è stupendo..”
Tom sorrise e mi portò davanti il buffet.
Ci sedemmo in un tavolo appartato.
L “cosa hai preso?”
T: “Lo Yogurt alla fragola” sorrisi e rubandogli il cucchiaio: “Io, io, io! Voglio dartelo io…”
Tom sorrise: “No, mi sporchi”
Mi alzai: “Allora facciamo così…” gli legai un tovagliolo di stoffa intorno al collo.
T: “Ma sei scema?”
Mi sedetti vicina a lui e presi un po’ di yogurt: “Arriva il trenino ciuf ciuf…”
Tom guardava disgustato il cucchiaio: “Aaaaaaaaa” reggendomi il gioco e poi insieme: “Aammm”
Ero felice, sorridevo.
T: “Amore… sei splendida, cosa c’è?”
Arrossì abbassando lo sguardo: “Non lo so… ieri mi hai completata…è stato meglio di tutto quello che abbiamo passato in questi mesi..”
Tom sorrise: “L’ho pensato anche io…” lo baciai: “Che facciamo oggi?”
T: “Sala benessere..! Sauna, massaggi…” lo guardai con i lucciconi negli occhi: “Si!! Ti prego!”
T: “Ok… allora mettiamoci i costumi…”
Tutta la mattina ci rilassammo insieme e ci rincorremmo per tutta la sauna, con i cucchiai gradi di legno pieni d’acqua gelata.
Tornammo in camera, ci sistemammo e andammo a mangiare fuori.
Nel pomeriggio camminammo per una grande strada dedicata alla musica.
T: “Guarda Lally…” Come un bambino, rimase a guardare una chitarra classica attaccato al vetro.
L: “Ti pice?”
T: “Si, tanto”
L: “Sai suonare?”
T: “Si diciamo..”
L: “Vediamo..”
Entrammo.
T: “Salve… è possibile provare quella chitarra in vetrina?” il ragazzo prese uno sgabello e glielo porse e prendendo la chitarra la posiziono sulle sue gambe.
Tom iniziò a far suonare per tutta la stanza meravigliose note veloci.
L: “Sei bravo!”
T: “Tu sai suonare?”
L: “No..”
T: “La compro?”
L: “Si, dai come souvenir!”
Tom sorrise: “Perfetto!”
L: “Poi ti faccio l’autografo..”
T: “Si certo certo!” baciandomi la fronte.
Girammo per negozi, comprammo magliette, vestiti, pantaloni e cappelli.
Tornammo verso ora di cena in albergo.
T: “Ho un fame…che tra poco svengo..”
Bussarono; Tom aprì: “Salve, dal negozio di musica..” ecco la chitarra.
Tom ringrazio e la poggio accuratamente sul letto.
L: “Dorme con noi?”
T: “Certo.. nostro figlio!”
Risi: “Si proprio un bastone!”
T: “Non fai ridere…” gli saltai addosso: “Miii non mi trattare sempre male…” mi baciò: “Andiamo a mangiare va…”
Cenammo a base di pesce.
L: “Questo lusso mi vizia..”
T: “A me no..”
L: “ti credo! Snob di merda…”
T: “Anche tu stai facendo la snob qui…”
L: “No!”
T: “Si…”
L: “No…”
T: “SI..”
L: Ok, ok,… ma non quanto te…” sorridendo.
Mi si avvicinò e baciandomi la guancia: “Ma quanto sei cretina?”
L: “Amore cavolo, è d due giorni che mi dici cretina..basta.. ho capito!”
Tom rise: “No, io dico la verità..”
L: “Tranquillo, ormai ne sono convita…”
Tornammo in camera… indossammo entrambi due tute che avevamo comprato.
L: “Suoni?”
Tom si sedette su uno sgabello quadrato che era in camera e iniziò a suonare canticchiando una canzone tedesca.
Appoggiai la testa sui palmi delle mie mani e lo guardavo, tutto concentrato ed imbarazzato.
T: “Vieni!”
L: “Eh?”
T: “Siediti qui!” si spostò indietro lasciando lo spazio tra le sue gambe, mi alzai e mi sedetti.
T: “Metti una mano qui e l’altra qui” mi posizionò le mani sulla chitarra. Lui teneva le mani sulle mie.
T: “Sii morbida, ti uso io come tastiera…”
L: “ok” ero troppo imbarazzata e felice.
Tom iniziò a suonare o meglio iniziammo a suonare insieme quella melodia e dentro il mio orecchio riecheggiava la sua voce.
T: “Ich liebe dich meine Frau”
L: “Ti amo mia Signora…” sorridendo.
T: “Conosci il tedesco?”
L: “SI un po’…”
Tom mi strinse.
Poggiai la chitarra per terra mi voltai e in ginocchio, sullo sgabello, tra le sue gambe tenevo la sua testa alta mentre le nostre bocce lottavano.
Lo guardai: “Sei la coda più importante di tutta la mia vita…”
T: “Si… anche tu… TI amo per questo..”
CI sdraiammo e tra un bacio e l’altro ci cullammo nei nostri sogni.
Mi svegliai da qualche rumore.
Aprii gli occhi e vidi Tom che si stava vestendo.
Chiusi gli occhi e sentì chiudere la porta, mi addormentai e dopo un po’ mi svegliai sentendo un profumo molto forte vicino al mio viso.
Era Tom che mi avvicinava appena un papavero al naso.
Sorrisi lo guardai, era coricato accanto a me con accanto un vassoio in legno chiaro con su tante cose buone da mangiare.
T: “Buon giorno tesoro!”
Lo guardai: “Amore.. ciao...”
Mi avvicinai al suo braccio piegato e nascosi la mia faccia vicino la sua ascella.
La mano di Tom sfiorava i miei capelli.
Lo guardai sorridendo, lui si chinò e mi baciò.
Presi una fragola dal piatto e la morsi.
L: “Vuoi un pezzetto?”
T: “No, non mi va... ho mangiato un cornetto”
Mi avvicinai e con la faccia impietosita: “Daaaai...” e l’avvicinai alla sua bocca, mi guardò sorrise e mi morse le dita.
Staccai l’erbetta e la gettai nel piatto.
L: “Scemo mi hai fatto male...”
T: “Oggi giriamo un po’?”
L: “Si...”
MI alzai: “ Mi preparo ora...”
Tom si alzò si sedette sopra il divano accendendo la tv mentre prendevo le cose dalla borsa e le portavo in bagno.
Chiusi la porta, pensai, spalancai la porta, corsi sopra di lui a cavalcioni.
L: “Grazie per il fiore”
Tom mi avvolse tra le sue braccia: “Di niente” Lo guardai negli occhi e lo baciai.
Tornai in bagno, mi preparai.
Presi la mano di Tom e uscimmo.
Arrivammo con il nostro Taxi in una via ampia piena di negozi, c’era una grandissima confusione.
T: “Vuoi comprare qualcosa in particolare?”
Non aveva finito la frase, lo tirai dentro un negozio: “Amore... proviamoci questi!”
E gli poggiai sul cappello che indossava un sombrero rosso e bianco.
Io lo misi verde e giallo.
Presi la macchina fotografica: “Sorridi!”
Tom rimase inerme.
L: “Che c’è?”
T: “Fai tutto tu e mi lasci senza parole”
Sorrisi: “Dai amore, un po’ di vita..”
Tom mi strinse e iniziò a fare le smorfie davanti l’obbiettivo.
Risi a crepapelle: “amore avevo messo il video!”
Lui sorrise, pagammo e scappammo fuori con i cappelli.
Tom mi tirò dentro un negozio di vestiti, era tutto del suo genere.
L: “Tom, guarda questi pantaloni!”
T: “Li proviamo tutti e due?”
L: “Si...”
Entrammo nei camerini vicini, uscimmo, a lui stavano perfetti, io li tenevo dal bottone.
T: “Perché ti reggi i pantaloni?”
L: “Se li lascio cadono”
T: “Ma smettila è una sensazione!”
L: “No giuro che cadono...”
T: “Dai..”
L: “Tom ci sono altre persone, mi cadono giuro”
Mi diede un piccolo schiaffo sulla mano, lasciai la presa e mi crollarono i pantaloni a terra.
Tom sgranò gli occhi gettandosi su di loro per alzarli, io inerme iniziai a ridere.
T: “Ma che ridi?”
L: “La tua faccia! Te l’avevo detto!”
Tom sorrise: “Non pensavo...”
L: “Io ho preso i primi che trovavo non ho visto la taglia!”
Tom mi guardò un po’ arrabbiato: “Ma sei scema?”
L: “Ma mica ogni cosa che provo dobbiamo comprarla!”
T “Si, ok... ma dirlo...”
Poggiai le mani sulle sue spalle e saltando mi legai alla sua vita: “Non ti arrabbiare... sei brutto...” e lo baciai.
T: “Scimmia slacciati!”
Gli morsi un po’ l’orecchio: “Sta sera andiamo a ballare?”
Tom annuì.
Scesi e ci cambiammo.
Le commesse mi guardarono male.
Tom sorrise ad una di loro che lo fissava da tempo.
Lo guardai, lo tirai un po’ verso di me e lo baciai un po’ volgarmente...
Tom mi assecondava, sapeva che se non lo faceva lo avrei lasciato in quel negozio come soprammobile gotico... ovvero impiccato!
La commessa si voltò e io sorridente lo portai per mano in un altro negozio.
Per tutta la mattina entrammo ed uscimmo da negozi facendo confusione.
Pranzammo in albergo e nel pomeriggio tardo uscimmo.
Entrammo in un locale non molto affollato ci sedemmo.
Ordinammo del sushi e iniziammo a mangiare.
T: “è la prima volta che lo mangi?”
L: “No... mi piace molto”
T: “Si anche a me” disse sorridendo.
L: “Tom... è la prima volta che lo mangio e mi fa schifo”
Tom rise: “Si... anche per me...”
Ci alzammo.
L: “Non pagare...”
T: “Cosa?”
L: “Scappiamo...”
T: “Ma sei pazza?”
L: “No... voglio fare pazzie...”
T: “Lo facciamo in un altro ristorante non qui”
Sorrisi: “Miii... sei un vecchio”
Tom diede i soldi e andammo fuori.
Eravamo in una zona balneare dove palme e locali ci circondavano.
Sentimmo una canzone.
T: “Amoooreee... entriamoo... è Samy” urlando.
Mi teneva per mano e mi tirava tra tantissime persone.
Stavamo superando una folla assurda.
L: “Amore...”
Non mi ascoltava, arrivati davanti l’ingresso, dopo che tutte le persone ci insultavano in tutte le lingue del mondo, l’uomo della sicurezza: “Non ho capito perché corri così... devi fare tutta la fila..”
T: “Sta male...”
Ovviamente... gli ressi il gioco, mi appoggiai a lui socchiudendo gli occhi.
T: “Per favore...”
Il ragazzo mi guardò: “Che cosa ha?”
T: “Sicuramente il sushi che ha mangiato gli ha fatto male... e non vorrei che vomita qui... perché dovreste lavorare con il suo vomito... ha bisogno di sciacquarsi la faccia...”
Sicurezza: “Dammi i soldi dell’ingresso ed entra...”
Tom pagò: “Le lascio questi per mancia...grazie...”
Entrammo e ci dirigemmo in bagno.
T: “Vita... non sai che regalo mi stia facendo...”
L: “Io non ho capito...”
T: “Il mio rapper preferito è qui...”
Lo guardai: “E tu mi fai stare male per questo?”
T: “Perché? Non lo avresti fatto?”
Lo guardai e arricciando il naso: “Forse... con una ricompensa...”
Tom sorrise si avvicinò a me e mettendo le mie braccia sulle sue spalle iniziò a leccarmi le labbra.
Fece pressione e mi fece sbattere contro la porta, prese le mie gambe e alzandomi sorrise e fece più pressione.
Continuavo a baciarlo e il mio vestito era sollevato.
La sua mano percorreva la mia gamba.
Sentivo il suo membro sempre più presente, sorrisi e il ragazzo della sicurezza busso: “Come va?”
Scesi immediatamente e bagnandomi la faccia: “Apri” sussurrai.
Lui aprì e io: “Mi sto riprendendo...”
Il ragazzo socchiuse un po’ la porta: “Ragazzi potete entrare... tranquilli divertitevi, e tu, ragazzo ringrazia la tua donna... perché se non era così attrice e bella non ti facevo entrare...”
Lui sorrise: “Grazie..” con aria un po’ diffidente.
L: “grazie...”
Lui andò via e entrammo nella pista.
Ed ecco Samy su un palco che cantava e faceva un po’ di casino.
Un po’ pavoneggiava, ma Tom lo guardava come se fosse un dio.
Una canzone un po’ più dolce.
Sorge Song, era ritmata ma molto semplice.
Io e Tom lì, tra tutti iniziammo a muoverci a tempo e fare avvicinare i nostri corpi.
I nostri bacini si alternava in piccole onde.
Lui mi cingeva per un fianco e io tenevo stretto il suo corpo al mio.
Samy ci aveva visti, sorrideva, era contento che noi contenti di sentirlo, danzavamo per fare contenti anche i nostri corpi.
Tom si avvicinò a Samy allo stacco della canzone e ci si fece delle foto insieme.
T: “Sono contentissimo”
Lo abbracciai: “Allora io anche!”
Tom ricambiò l’abbraccio: “Amore andiamo in spiaggia?”
L: “Si... certo”
Abbracciati camminammo sulla passerelle di legno.
C’era un po’ di caldo.
Tom si sedette alla fine della pedana e io accanto a lui.
T: “Credo che tu sia l’unica persona che abbia mai amato in tutta la mia vita...”
L: “Credo che dopo tutto quello che abbiamo passato... è il minimo...”
T: “Sfigata...”
L: “A certo...allora te lo ricordi...”
T: “Si...certo che me lo ricordo... però... devo confidarti una cosa...”
L: “Dimmi”
T: “Mi sei sempre piaciuta... e che non sapevo come attraccare... cavolo... sempre sola...”
L: “Non sapevi che ero compagna di Camilla?”
T: “No... solo dopo l’ho saputo... e... diciamo... che.. gli ho detto io di farti venire quel pomeriggio a casa mia....”
L: “Come?”
T: “Si... perché mi eri caduta addosso e avevo detto che anche se eri bella pesavi quanto un elefante...”
L: “Ma certo che sei proprio romantico!” risi: “Ora però il mio peso non ti da fastidio addosso...”
T: “Ma che... anzi....” sorrise.
Gli diedi uno schiaffetto sopra il collo.
L: “Tu mi credi che quando ti ho toccato la prima volta... mi sono sentita morire?”
T: “Si... si è visto... e siccome non mi andava di prenderti in giro ti ho trattata male...”
L: “Si... certo... tanto da farti odiare...”
T: “per me sei sempre stata diversa... perché... insomma... non avevo intenzione di fare sesso con te...”
L: “Forse perché sapevi che non ero abituata?”
T: “No... perché... non mi andava e basta... di te non girano voci a scuola... non sapevo com’eri... non sapevo niente di te...”
L: “Ancora più bello no? Mi hai scoperta tu...”
T: “Si...sicuramente...”
Lo tenevo stretto, non volevo lasciarlo.
Le nostre labbra si unirono.
Tornammo in albergo e dolcemente... diventammo un'unica cosa.
Mi svegliai per la seconda volta con Tom che mi fissava.
L: “Amore però così mi fai paura...”
T: “Ma smettila non sono così brutto...”
L: “No...”
T: “Guada cosa ti ho fatto trovare?”
Mi sollevai poggiando le mie labbra sulle sue, davanti a noi un vassoio con una ciotola piena di fragole e un'altra con panna montata.
Sorrisi: “Mi sai viziare..”
Presi una fragola, la più grande che c’era e gli diedi un morso.
Durissima, la uscì dalla bocca schifata: “Ma che cazz...”
Tom rise: “Ma stai più attenta...”
Lo guardai, ed era un cofanetto a forma di fragola.
L: “Tom ma sei cretino? Se morivo?”
T: “Guarda..”
Tom mi levò la fragola dalle mani e schiaccio pistillo e di scatto la scatolina si aprì, mostrando un solitario splendente.
Rimasi a bocca aperta: “ Co... Co... Cosa... è??”
Tom sorrise: “Non esiste proposta di matrimonio senza ... anello...”
Mi prese la mano e mi mise l’anello, che luccicava.
Era semplicissimo.
L: “Mi piace molto...” tremante.
Tom sorrise: “Bene... ho fatto svaligiare un sacco di gioiellerie... doveva rimanere qualcosa di questo viaggio...”
L: “Diciamo che ora ... ci portiamo per sempre questo viaggio in mente...”
Tom rise: “Si...” Tirandomi e baciandomi.
Lo guardi, poggiai di nuovo le mie labbra sulle sue... sorrisi e gli passai sul naso un po’ di panna.
Tom mi guardò strano, risi.
Mi avvicinai e mangiai quella panna: “Sai che è molto più buona?”
T: “EEhh... se la metti da un'altra parte...”
L: “Come scusa?”
Tom rise: “Intendevo qui... guarda...”
Mettendo un dito nella panna e passandomelo sulla bocca.
Sorrisi, mi sporsi verso di lui e gentilmente la sua lingua si fece largo tra le mie labbra.
Mi alzai da letto e iniziai a prepararmi, Tom chiudeva le valige.
T: “Amore veloce che siamo in ritardo..”
L: “Si, mi sto asciugando… corro”
Velocemente uscì dal bagno, misi le ultime cose nella valigia.
L: “Tom non si chiude..”
T: “Come non si chiude..”
L: “Che facciamo?”
T: “Siediti sopra..”
L: “Ma che dici si rompono le cose…”
T: “Lally…dobbiamo andare…”
Lo guardai, sorrisi e mi sedetti, mentre lui cercava di chiuderla.
T: “Ma quante cose abbiamo comprato?”
L: “Te l’avevo detto che mi viziavi…”
T: “Amore.. ma sei cretina che metti i Sombreri in valigia?”
L: “E cosa ne dobbiamo fare?”
T: “Non lo so…”
L: “Ho un idea” mi alzai, aprì la cerniera, gli misi il sombrero in testa, mi misi l’altro e chiusi la valigia.
L: “Ok…ora possiamo andare..”
Tom mi guardò ridendo: “No, forse non è chiaro che io con questo coso non ci cammino”
L: “Ma daaai… siamo in Spagna.. non ti prendono per strano..”
Tom mi guardava scioccato.
Lo baciai: “Non fare così che siamo in ritardo…”
Lo trascinai fuori dalla porta.
T: “Dai le chiavi alla signorina che io carico le valige nel taxi”
E dopo un ora e mezza ci trovammo in aereo.
L: “Io odio l’aereo..”
T: “Perché?”
L: “Mi manca l’aria… e poi perché tu ti senti male e hai paura..”
Mi fece una carezza: “Dai che tra poco si torna alla solita vita…”
Posai il sombrero tra le gambe e il sedile davanti a me e poggiai la testa sulla spalla di Tom, chiusi gli occhi ed entrai nel mondo dei sogni.
T: “Amore siamo arrivati…”
Lo guardai: “Cosa?”
T: “Si.. siamo arrivati…”
L: “Di già…”
T: “Si, fortuna che ti manca l’aria… russavi…”
L: “Non russo!”
T: “Si…”
L: “Non è vero…”
T: “Amore…”
L: “Ok… si russo, ma non è per male è per la stanchezza…!
Tom rise: “Si… infatti… siamo troppo stanchi…”
L: “Non mi fare diventare volgare…”
Tom sorrise: “No dai dimmi… ti faccio stancare troppo?”
L: “Eee…”
T: “Ti fa male tutta l’attività fisica?”
L: “Tom..”
Un signore dietro di noi ci guardava malissimo.
Tom rise.
L: “Magari fa stancare quando non c’è voglia e si vuole dormire…”
T: “SI?”
L: “SI….”
T: “Allora non urleresti così…”
L: “Io non urlo mio caro… lascio fare tutto a te per evitare che ci rimani male…”
T: “Ma di cosa?”
L: “Tu ti senti realizzato e non voglio che si insomma… ti distruggo il momento..”
Tom sorrise: “Ma smettila…”
Lo guardai male: “Ok…. Allora se ne parla dopo il matrimonio..”
Tom rise: “Si certo…vediamo se resisti…”
L: “Non è una cosa che devi dire a me, ma a te stesso”
Tom mi abbracciò: “Cerca di finirla…”
L: “Sei poco credibile con questo cappello in testa..”
Tom si morse il labbro: “Ti ammazzo!!!”
Risi.
Uscimmo, prendemmo le valige e via… in macchina.
L: “Oddio che caldo!”
T: “Che pensavi…tutto il tempo qui..”
L: “Mi mancava la tua macchina”
Rise: “Ti mancherà anche qualcos’altro…”
L: “Ci risiamo…” sorrisi accendendo la radio.
Arrivammo davanti casa.
 
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lally_luft
view post Posted on 3/7/2008, 18:42




Capitolo 41:

Nel giardino Bill e Claudia seduti in un tavolino.
Claudia che ci vide urlò: “Ragaaaaaaaaaaaaaaaazzi!! Ben Tornati!!”
Lasciamo le valige davanti la macchina e andammo da loro.
T: “Potreste anche alzarvi…”
B: “No… abbiamo le unghie fresche!”
Tom diede una pacca sulla nuca a Bill che ruggì.
Clau: “Allora raccontate… divertiti?”
L: “Posiamo le cose così ci sediamo..:”
T: “Si infatti..”
Mentre stavamo entrando in casa Bill urlò: “Fate piano sopra che c’è Silvia con Gustav che dormono…”
Sorrisi a Tom: “Dormono…”
Tom alzò il sopracciglio.
Salimmo, posammo tutto nella nostra stanza.
L: “Mi lavo le mani e scendiamo!”
T: “Gli diamo adesso i regali?”
L: “Si prendili…”
Entrai in bagno e mentre mi stavo asciugando le mani senti un peso sopra di me.
S: “Ben Tornaati!!”
L: “Silvia amore!!”
S: “Ciao!”
L: “Vi abbiamo svegliato noi?”
S: “No… assolutamente!”
Le baciai la guancia: “Allora…raccontami… che avete fatto?”
L: “Scendi con me e Tom che stavamo andando a raccontarlo a Bill e Claudia…”
S: “Sono svegli?”
L: “Si… perché?”
S: “Ieri sera ci siamo coricati alle 4 perché abbiamo giocato a cluedo…”
L: “Oddio… sino alle quattro….?”
S: “Si abbiamo giocato anche a Monopoli!”
In tutto questo Silvia si era sistemata un po’.
S: “Per ora io e Gustav stiamo studiando come dei pazzi per gli esami… manca pochissimo!”
Uscimmo dal bagno, superammo la stanza dov’era Tom.
L: “Ma dovete partire quindi?”
Sentì un urlo soffocato, mi voltai e vidi Tom che correndo abbracciò Silvia facendola sbattere contro il muro.
S: “Amooore mio! Ciao!”
Tom la baciava interrottamente: “Mi sei mancata!”
S: “No… mi sa che dovete raccontarci un po’ di cose…”
Strinsi l’anello che tenevo al dito, quasi lo nascosi.
Scendemmo.
Tom teneva in mano un sacchetto pieno di regali.
Arrivammo davanti il tavolo. Claudia si alzò e ci abbracciò.
Clau: “Ci si è asciugato lo smalto!” sorrise.
Altrettanto Bill.
Da dietro la casa arrivarono Camilla e Georg per mano.
Ge: “Ueeee!”
Sorrisi e corsi incontro a Camilla.
Cami: “Amore mio!”
L: “Cami! Tesoro… ti devo dire una cosa…”
Camilla sorrise: “Che succede?”
L: “Ora lo vedrai… mi manca quasi il fiato…”
Cami: “Spero che almeno tu non sei incinta..”
L: “No..tranquilla!” baciandole la guancia e abbracciando Georg.
Ci sedemmo tutti. Camilla e Georg nel dondolo accanto al tavolo.
Claudia e Bill davanti il loro set di cosmetici per mani.
Io, Silvia e Tom in un divanetto lì vicino.
T: “Non vedevo splendere così il sole da un sacco di tempo!”
Ge: “E’ verissimo!”
Cami: “Allora…?? Raccontate?”
T: “Intanto vi abbiamo portato un pensierino…”
Tutti scartarono il loro regalo.
Cami: “Perché a me la mucca?”
L: “E’ Tipica…”
Cami: “Si… proprio in questo momento io potrei essere tipica in Spagna allora…”
T: “Si.. possibile…” sorrise.
Silvia gli diede un pugno nel ginocchio: “Non fare lo stronzo…”
Ge: “Guarda amore… le mutande rosse con il toro!”
Camilla rise: “E le corna…”
B: “Se fossi in te non riderei così tanto…”
Camilla lo guardò malissimo: “Oggi i gemelli Kaulitz si sono svegliati per rompere le palle?”
Clau: “Si mi sa di si…”
B: “A te non le ho rotte…”
Clau: “Si… però..”
Da dietro spuntò Gustav con un pantaloncino bianco: “Buon giorno!”
Lo salutammo e lui: “Oooh… chi c’è! CIAO!”
Lo abbracciamo: “Ciao!”
L: “Sembra che siamo mancati una vita…”
Ge: “Si… è vero…”
Tenevo stretto ancora il mio anello con l’altra mano.
Clau: “Ma perché ti tieni il dito?”
L: “Così!” sorrisi.
S: “Allora?”
T: “Siamo andati in giro, negozi e contro negozi… mi sono comprato una chitarra…”
L: “Mi ha insegnato a suonarla…”
Cami: “Oddio! Ci manca solo questa…”
T: “Che inizia a farsi venire la passione per la chitarra?”
Cami: “Esatto, chi la sopporta più…”
Tutti risero.
L: “Non fa ridere…”
Clau: “Pazzie?”
L: “Mi ha costretta a stare male per superare una fila enorme… per vedere Samy!”
Gustav si sedette a terra a guardarci, mentre stava scartando la maglietta che gli avevamo regalato: “Samy… Delux?”
T: “Si! Vi rendete conto?”
Lo guardavo un po’ perplessa.
Ge: “Il tuo sogno…”
T: “Esatto, ci siamo fatti la foto … abbiamo parlato un po’… e dopo…”
Sorrisi abbassando gli occhi.
Cami: “ E poi? Cosa sono quegli sguardi?”
T: “Siamo andati in spiaggia…”
Gu: “I dettagli non importano…”
T: “No…forse per una volta si…”
Cami: “Io non so perché mi sto emozionando”
Claudia aveva appena chiuso la boccetta di acetone, e ci guardava.
Tutti gli sguardi verso di noi, mi sentivo in imbarazzo.
T: “Quella sera…che è stata precisamente ieri… be…si è parlato molto…”
L: “Ah… Grazie Camilla di avermi incastrata…”
Cami: “Come?”
T: “Le ho detto che ti avevo chiesto d’invitarla…”
Georg rise: “Mi ricordo che ci avete obbligati a farci dire che eri perfetta per Bill…”
L: “Che con tutto il rispetto… non è vera… siamo due persone totalmente diverse…”
B: “Si, siamo fatti per essere amici…”
L: “Io direi confidenti…” sorrisi.
B: “Infatti”
Cami: “Diciamo che negli ultimi mesi… ne sono successe veramente di tutti i colori…”
Clau: “Si infatti… a parte che tutto è bello da ricordare!”
B: “Si certo… come quando ci siamo lasciati”
Clau: “Quest’ ironia m’infastidisce…”
Bill sorrise sporgendosi gli baciò il naso.
Gu: “Be… si è parlato tanto… e??”
T: “Be… si è parlato e tutti quei ricordi… tutte quell’emozioni… tutte quelle cose… io come sono cambiato… lei come si è aperta… insomma…”
Silenzio.
Tutti ci guardavano come se stessero guardando la parte tragica di un film.
T: “Abbiamo decido di sposarci…”
Tutti ci guardarono sorridendo ed emozionati.
Automaticamente lasciai l’anello sul dito, facendolo brillare davanti a tutti.
Claudia si voltò prendendo la mia mano: “Tom! Hai un gusto favoloso!”
Sorrisi, Tutte si precipitarono sul mio anello: “Favoloso!”
Sorridevo.
Tutti abbracciarono e fecero i complimenti a Tom.
Gu: “Diciamo che tutto si risolve sempre per il meglio… ma … vi dobbiamo dare noi una notizia noi…”
T: “Cosa?”
S: “Il ballo…”
Il girono seguente...
Ci trovammo tutti a scuola, noi che eravamo prossimi al diploma dovevamo fare dei corsi integrativi, e per quella notte dovevamo rimanere a scuola a dormire.
Quella notte... era la notte prima del ballo.
T: “Non mi va proprio di dormire qui, ora si perde tutta la mattina a parlare di cosa dobbiamo fare e poi fare i corsi tutti separati per poi vederci a cena...!”
L: “Dai...almeno ci vediamo... no?”
Tom sorrise: “Ma che vuoi dire? Ora devi stare per forza attento a tutto!”
L: “Ma è ovvio, amore non ci vuoi arrivare al diploma?”
Bill che era accanto a noi sorrise: “Ma certo che un po’ è triste fare lezione tutti separati...”
T: “Appunto, dico chi mi fai il solletico mentre cerco di stare attento?”
B: “Nessuno e credo sia meglio”
Sorrisi: “Bill ma non è che per caso capita che siamo insieme?”
B: “Sicuramente qualcuno capita insieme, ma non si sa, perché sono dei corsi mirati a quelle materie che non danno il giusto frutto!”
L: “Ok...allora sicuro sono con te in matematica”
B: “Si infatti! Tanto i corsi sono dopo pranzo!”
Gli altri erano alle prese con i tabelloni.
S: “Eccomi allora dobbiamo spostarci tutti ai dormitori che devono darci la stanza.”
Ci dirigemmo verso il prato grande.
Gu: “Questa scuola è enorme!”
Silvia teneva la mano di Gustav: “Amore ma è vero che ci danno dei crediti in più se noi facciamo bene i corsi?”
Gu: “Si, adesso si... infatti dobbiamo impegnarci seriamente!”
Mi avvicinai a Tom: “Hai sentito?”
Tom mi sorrise: “Si, non ti preoccupare!”
Arrivammo davanti i dormitori, prima di entrare nei corridoi delle stanze c’era la così detta SALA MADRE, stile Harry Potter.
Il preside ci accolse e ci diede l’ordine di sederci.
Tutti seduti in quella sala con sedie rosse.
Eravamo tantissimi studenti e noi prendevamo tutta la fila di sedie.
Il preside salì sopra il palco e iniziò a parlare: “Benvenuti maturandi, questi due giorni sono gli ultimi in tutta la vostra vita, ci si augura” sogghignando “All’albo fuori dalla scuola ci sono iscritti i corsi e i partecipanti, ovviamente le classi sono state divise interamente per evitare la distrazione. Come pochi di voi sanno, quest’anno i corsi danno dei punti di valutazione per l’esame finale, quindi la riuscita del corso vi permetterà di avere dei punti in più per il voto definitivo.
Ovviamente durante l’esame ci saranno dei test in cui vi eserciterete nel corso a voi assegnato.
Le persone che sono della stessa classe che parteciperanno allo stesso corso, sono pregate di non calcolarsi perché faranno del male solo a loro stessi.
Adesso, vi parlo del dormitorio, non è consentito uscire dopo le 11 e quindi chi è fuori entro quell’orario deve tornare dentro. Chiamatelo CopriFuoco, se suonerete, ovviamente vi aprirò io e questo comporterà cinque punti levati per il voto finale.
Le camere sono tutte nello stesso piano, nel corridoio lungo che trovate alla fine della sala.
I nomi li ha la Signora che sta davanti la porta, quindi adesso con molta calma lei salirà nel palco e inizierà a dettare i nomi delle stanze, chi viene chiamato vada a prendere la chiave e ritirarsi nella stanza.
In ogni stanza c’è un megafono che servirà a me per darvi eventuali notizie.”
Ci guardammo straniti.
Mi voltai verso Tom che disse : “Certo che questo è strano... cioè sembra un campus”
Sorrisi: “Ancora non mi hai dato un bacino!”
Si allungo e mi baciò, quando di botto mi diede una piccola testata.
Mi levai: “Cretino!”
Davanti a noi il preside: “Non si fanno queste cose... state attenti a non farvi beccare!”
Gustav e Silvia che si tenevano la mano immediatamente la levarono.
La signora era sopra il palco: “Per questioni private, Georg Listing e Camilla Ghidini” si alzarono presero la chiave e andarono.
“Silvia Kaulitz e Laura Genova”
“Tom Kaulitz e Bill Kaulitz” appena la signora pronunciò questo nome tutte le ragazzine iniziarono ad urlare.
“Gustav Schafer e Claudia Listing”
Entrammo tutti nelle stanze, erano le ultime e tutte vicine.
L: “Sono enormi!”
S: “Si e squallide!”
L: “Senza dubbio”
S: “Che ti metti domani?”
L: “Ho due vestiti... diciamo che non ho ancora deciso, tu lo sai?”
S: “Si guarda”
Nel mentre.
Gu: “Clau, dove vuoi dormire?”
Claudia guardò Gustav: “Ehmmm”
Gu: “Si... era per dire... sta sera dormo con Silvia e tu con Bill lo so...”
Claudia sorrise: “Ok... allora su, così...”
Gustav rise: “Allora come va?”
Clau: “Come deve andare? Per ora sono un po’ così per via di Bill, non sappiamo ancora cosa fare...”
Gu: “Avevate idee?”
Clau: “Io si... be... però...”
Gu: “Cosa?”
Clau: “Diciamo che è un segreto che nemmeno lui sa... però... per lui io sarei disposta anche ad evitare...”
Gu: “Sono curioso...”
Clau: “BE... a te lo dico...”
T: “Bill io dormo sopra”
B: “Ok Caro però non ti agitare!”
T: “Sono tranquillissimo!”
B: “Si... infatti!”
T: “Che vuoi?”
B “Tom... ti rispondo così non ti fai problemi, sta sera dormi con Laura e io con Claudia...sicuramente Silvia con Gustav quindi non fare così... va tutto bene!”
Tom sorrise: “Ah Ok!”
Camilla era seduta sul letto: “ Fa proprio cagare questa stanza!”
Georg rise: “Si è vero!”
Nello stesso momento in tutte le stanze iniziò a parlare il preside: “Siete pregati di recarvi tutti ai propri corsi, il pranzo verrà servito alle 12 e i corsi inizieranno alle 13 e 15, buon lavoro!”
Ci guardammo tutti in faccia e in coro : “Che palle!”
A pranzo eravamo tutti di fretta.
Eravamo tutti divisi tranne Claudia e Gustav, Bill e Silvia.
Tutti con appunti in mano, quaderni ed esercizi da svolgere.
Tenevo in bocca una mela quando Tom me la strappò via: “Amore sono in ritardo non ho tempo di prenderne un'altra... Ti amo Ti amo Ti amo...” lo guardai: “Lecca culo!”
Continuai il mio esercizio di Geometria, mentre Georg cerca di fare il compito di Tedesco.
L: “Georg come va?”
Ge: “Questa cavolo di materia non la capirò mai!”
L: “Cosa devi fare?”
Ge: “Questa costruzione!”
Mi avvicinai e iniziai a spigare mentre Silvia cercava di capire qualcosa dal mio quaderno.
S: “Mi sento confusa cazzo... troppi tempi, non ci sono abituata!”
Camilla corse da noi: “Ditemi che sapete fare questo esercizio di Matematica”
S: “Vai da Claudia che lei l’ha appena svolto...”
Cami: “Ma se lei fa matematica perché non sono con lei?”
Ge: “Ci sono corsi uguali ma per dividere le classi ne fanno di più...”
Camilla baciò Georg: “A sta sera!”
Ge: “Non ti affaticare!”
Camilla corse via.
Suonò la campana e tutti come fulmini entrammo nelle altre aule.
Tutto il pomeriggio entrammo ed uscimmo da corsi, cercammo di aiutarci in quei piccoli break che ci trovavamo.
Georg non perdeva occasione di vedere come stava Camilla o per darle qualche bacio.
La sera a cena nella mensa un silenzio di tomba, eravamo tutti quanti distrutti.
S: “Non ho mai studiato tanto in vita mia!”
T: “E parli tu che studi sempre...”
Avvolsi da dietro Tom, poggiando le mie braccia sulle sue spalle e facendole scivolare sul suo petto, lo baciai sul collo: “Sono stanchissima!”
Tom mi tirò le braccia per farmi scendere di più baciandomi sulla bocca: “Dormiamo insieme sta notte?”
L: “Si certo”
Gustav guardò Silvia.
B: “Cla dorme in camera mia così Silvia va da Gustav e siamo apposto!”
L: “Allora vieni tu da me!”
Clau: “Ho sentito parlare il preside, ha detto che lui a mezza notte va a dormire...”
L: “Vabbe ora vediamo... intanto tu vai direttamente da Bill così non diamo nell’occhio... senza cose nascoste tu vacci... così facciamo anche io e Silvia.”
S: “Ok!”
Finimmo di cenare e immediatamente entrammo tutti in stanza.
Camilla era distrutta: “Amore... mi sento poco bene, sono stanchissima...”
Ge: “ Facciamo una cosa tu ti corichi e io ripasso un altro po’!”
Cami: “uffa però... non mi va di stancarmi sempre!”
Georg sorrise e abbracciandola le baciò la fronte: “Dai...”
Camilla si svestì mentre Georg preparava la lezione.
Cami: “Dormo sopra, così non abbiamo problemi se devi salire tu!”
Ge: “Si...”
Salì e coricandosi: “Ripeti ad alta voce così mi fai compagnia!”
Georg sorrise e iniziò a ripetere la storia.
Si fece tardi e chiudendo i libri iniziò a mettersi il pigiama.
Stava per coricarsi quando mettendosi in piedi sul letto iniziò ad accarezzare i capelli di Camilla e sfiorare il suo viso con le labbra.
Le si voltò verso di lui, dormendo e si fece coccolare.
Nel mentre...
Silvia era seduta sul letto a gambe incrociate e si faceva aiutare da Gustav a fare un esercizio di geometria analitica.
S: “Amore basta non ne posso più...”
Gu: “Si anche io..”
S: “Uniamo i letti?”
Gu: “Certo...” e così facendo iniziarono a smontare una stanza.
Si sdraiarono e spensero al luce.
S: “Siamo giunti alla fine...”
Gu: “Ci pensi? Ora partiamo..”
S: “Si, non vedo l’ora... anche se sarà stressante...”
Gu: “Ma l’importante è che stiamo insieme no?”
S: “Sicuramente, Clari mi ha detto che ci ha trovato una casa vicinissima all’università, così possiamo tranquillamente andare a piedi...”
Gu: “Cioè... ci costruiremo una famiglia...”
S: “Si... sperando che tutto vada bene!”
Gu: “Ne sono certo!”
Gustav si voltò verso il viso di Silvia: “Sai amore... a volte penso a come farei senza di te. La mia vita non avrebbe quasi più senso. Ogni tanto penso a prima... a quando nemmeno ti rivolgevo la parola... sono stato un cretino!”
S: “Diciamo che a volte lo sei ancora!”
Gustav fece la faccia offesa: “Non è vero!”
Silvia si avvicinò: “Si che lo sei!”
Gustav l’abbracciò: “Sei bellissima... veramente.... stupenda!”
Silvia sorrise: “Cosa c’entra?”
Gu: “C’entra sempre... sei bellissima!”
S: “Ok, ho capito!”
Gustav sorrise e la baciò.
Silvia sorrise: “Ti amo incondizionatamente!”
Gustav rise: “Ami un cretino!”
S: “Si certo!” e iniziò a fargli il solletico sui fianchi.
Gustav cercava di levarla, quando con un colpo secco prendendo i suoi polsi, li sbatte sul materasso vicino al faccia di Silvia e mettendosi su di lei.
Silvia lo guardava negli occhi e sorrise.
Gustav gentilmente iniziò a farsi largo con la sua testa sul collo di Silvia che sorridendo cercava di liberarsi.
La presa era forte e non permetteva alcun movimento.
Voltò la testa nella parte opposta e pochi centimetri trovò la bocca di Gustav.
Che immediatamente sprofondò nella sua.
La presa fu allentata e gentilmente Silvia iniziò ad accarezzare la schiena nuda di Gustav.
Lui poggiò una mano vicino il viso di lei e l’altra sul suo addome.
Silvia fece segno di spostarsi un po’ e facendosi aiutare si levò la maglietta.
Gustav sorrise e iniziò a baciare il petto di lei.
Si abbracciarono mentre le labbra di entrambi non si staccavano dal corpo dell’altro e gentilmente le mani di lui, un po’ timide staccarono il reggiseno di lei.
Le mani di lei fecero scivolare i pantaloni e parte dei boxer di Gustav che guardandola li fece scivolare.
Gli occhi di lei erano concentrati a guardare il viso di lui che era ancora incerto.
Mentre lei fece scivolare la gonnellina che aveva indosso.
Le mani di lui si poggiarono sui fianchi di lei, mentre le mani di Silvia avvolgevano l’essere di Gustav.
Lui teneva gli occhi chiusi, mentre lei faceva dei movimenti con le mani.
Silvia sorrideva.
Sollevandosi un po’ e baciando il petto di lui che la teneva per alta con al forza delle sue braccia.
Le mani di Gustav erano totalmente aperte sulla schiena di lei che strofinò le sue mani per i fianchi e poggiandosi sulla schiena di lui.
Gustav la fece sdraiare di nuovo coricandosi su di lei e baciandola.
Le mani erano legate.
Quando con baci lenti e leggeri Gustav iniziò a percorrere una linea immaginaria sul corpo di lei, dal collo al seno, alla pancia sino al ventre.
Le mani percorrevano la scia lasciata dai baci e scivolando tra le mutandine di lei.
SPOILER (click to view)
Le fece scivolare con delicatezza e le lasciò cadere per terra.
Abbassandosi e baciando l’amore di lei.
Baci alternati da piccoli tocchi di lingua che immediatamente fecero arrossire Silvia.
Gustav salì verso il viso di lei, baciandole il collo.
Gentilmente i fianchi di Gustav si unirono con quelli di Silvia che scivolando un po’ verso il basso, iniziò a baciare avidamente il collo di lui.
I movimenti di Gustav erano decisi e facevano alzare leggeri sospiri nella stanza.

I due corpi erano spiati dalla luna, che un po’ invidiosa baciava quei due corpi.

 
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lally_luft
view post Posted on 9/7/2008, 09:49




Capitolo 42: (penultimo)


Io e Tom eravamo sdraiati in un letto grande matrimoniale.
T: “Amore... dobbiamo....” si interruppe.
L: “Cosa?”
Poggiando la mia testa sulla mano e iniziando a guardarlo.
T: “Niente...”
Mi avvicinai al suo petto lo baciai.
L: “Allora?”
T: “Pensavo...al...”
Mi avvicinai a lui: “Al matrimonio?”
Tom sorrise arrossendo: “Si...”
Mi misi a pancia in su poggiando la mia testa sulla sua pancia.
L: “Si è vero... dovremmo pensare a tutto... non è facile preparare i matrimoni... intanto... quando?”
Tom giocava con i miei capelli: “Presto...”
Sorrisi: “Dopo la scuola?”
T: “Prima che Silvia vada via...”
L: “Ma Silvia parte presto...appena finisce gli esami...”
T: “Magari aspettiamo che finisce l’estate così non creiamo problemi a Camilla?”
L: “Si... penso che sia la cosa migliore...”
T: “Ma ci pensi? Tutti lì... riuniti per il Nostro Matrimonio!”
L: “Nessuno l’avrebbe mai detto...”
T: “No...infatti nessuno ci avrebbe mai pensato...”
L: “Ma non è una cosa che vale solo per te...”
T: “Si lo so...”
L: “Sai... Toby sarebbe molto fiero di Te...”
La mano di Tom per pochi secondo si fermò, quando mi voltai a guardarlo: “Non sono triste!”
T: “Io farei di tutto per poter essere un modello per tutti...”
L: “La mia mamma quando ero piccola mi raccontava sempre una favola... me lo ricordo ancora... posso raccontartela?”
T: “Si certo!”
L: “Si parlava di un principe... che viva in un mondo fatato ricco di farfalle e uccellini canterini... però... a lui non andava bene quel mondo, perché la sua principessa apparteneva al mondo dell’ignoto... quello che nessuno conosceva.
Un giorno il Principe decide di andare a prendere la sua Principessa, varcando la soglia e arrivando al suo castello, trovandola sola e triste sui gradini della sala da ballo.
Principe: “Cosa ha bella Principessa?”
Principessa: “Non troverò mai l’amore della mia vita che si trova nel mondo della felicità..”
Principe: “Perché pensate questo?”
Principessa: “Perché nessuno affronta il mondo dell’ignoto perché non si conosce niente... perché qui ci vivo solo io” Con un piccolo sobbalzo la principessa guardò il Principe chiedendosi con chi parlasse se quel regno era abitato solo da lei.
Principe: “Sono venuto a prenderti per conciliare tutto e farti conoscere la felicità...”
Da quel giorno Principe e Principessa unirono i regni formando una grande famiglia...”
T: “Sembra la nostra storia..:”
L: “Si... appunto... non è carina?”
T: “Si”
L: “La mia mamma prevedeva tutto questo!”
T: “Si ... diciamo che è molto reale... ma ... com’era la tua mamma?”
L: “Sai, non mi ricordo molto di lei, so solo che aveva dei capelli mossi e lunghi, come i miei e amava cantare... a volte durante il sonno immagino al sua voce...perchè prima di dormire mi cantava una canzone...”
T: “Eravate unite!”
L: “Si tanto.. ma... non ricordo altro... Ad esempio di mio padre ricordo solo l’odore del dopobarba, solo perché Toby lo usava sempre per farmelo ricordare...”
Tom sorrise.
L: “Tu la tua mamma non la senti mai vero?”
T: “No... io non l’ho... solo Bill e Silvia a volte ci parlano ma per me non esiste... mia madre è sempre stata Clarissa. Lei non si è mai creata lo scrupolo di dirmi se una cosa mi andava bene o no... quindi... STOP... per me è morta...”
L: “Ti manca?”
T: “A volte si... quando eravamo piccoli, io, Bill e Silvia dormivamo in un grande lettone tutto per noi, che poi sarebbe il letto di Silvia, lei la domenica mattina ci veniva a svegliare con tre tazzone piene di latte e cioccolato sciolto all’interno e le brioche che ci piacciono tanto. Per noi era il lusso...”
Sorrisi: “Così poco?”
T: “Siamo sempre stati abituati ad avere tutto, ma.... la domenica era l’apice del benessere... cioè vedere la nostra mamma era la cosa più bella che succedeva...”
Mi voltai e lo baciai: “E ora... ci siamo trovati formando una famiglia noi due..”
T: “Racconterai le storia ai nostri figli?”
L: “Si... e tu gli preparerai la colazione?”
T: “Sicuramente...”
L: “Come vorresti chiamare i nostri bimbi?”
T: “Sicuramente uno Bill o Silvia...”
L: “Si... e ... uno lo verrei chiamare Antonella... proprio come la mia mamma”
T: “ Ci sto.. Antonella e Bill!”
Risi: “A me non piace il nome Bill... però... ok!”
Tom mi guardò male: “Fanculizzati”
Risi più forte: “Dormi va che domani dobbiamo ammazzarci di studio!”
Tom mi baciò: “Ti amo!”
L: “Ti amo!”

Claudia era entrata appena nella stanza.
Clau: “Bill ma da quanto non ti lavi i piedi?” ridendo.
B: “Che vuoi i miei stivali puzzano da sempre!”
Clau: “Povera tua moglie...”
B: “Allora povera te..”
Clau: “Come scusa?”
Bill rise: “Era per dire...”
Clau: “Amore mi spieghi questa cosa di Arte?”
Bill: “Si intanto però tira il letto.”
Clau: “Quale?”
B: “Questo si chiama letto a castello a cassettone. Se tiri questo esce la scrivania, se tiri questo invece esce il letto”
Clau: “Grazie per la dimostrazione!”
Bill iniziò a spogliarsi: “Rimango con i pantaloni”
Clau: “Si... io con la maglia qui si muore di caldo”
B: “Allora cosa vuoi spiegato?”
Clau: “Raffaello”
B: “Ma è vecchio come programma!”
Clau: “Infatti è un corso di recupero!”
Bill si coricò: “Allora... iniziamo...”
Claudia guardava il soffitto mente Bill parlava.
B: “Allora hai capito?”
Clau: “Si certo!”
B: “Clau... non mi ascolti...”
Clau: “Non riesco Scusa.... sono troppo stanca...”
B: “Si ... ma... non puoi...”
Clau: “Si... lo so... si...scusa...”
Bill sorrise: “Dai cerca di stare attenta...”
Claudia si voltò guardando lo spazio che aveva lasciato il letto.
Clau: “Bill guarda quanto spazio...”
B: “Ok.. stavo dicendo che Raffaello in quest’opera...”
Claudia iniziò ad infilarsi sotto il letto.
B: “Cla ma che fai?”
Clau: “Guarda vieni è rilassante...”
B: “Dobbiamo studiare...”
Clau: “Amore basta... domani vedo io di farla in pochi minuti...”
B: “ Ma che dici??”
Clau: “Spegni la luce e vieni qui, ti faccio io luce con il telefono!”
Bill posò il libro, spense la luce e entrò sotto il letto.
B: “Che bello.. c’è un casino di spazio...”
Claudia tirò il cuscino: “E si sta bene come temperatura...”
B: “Si è vero..”
Clau: “E allora...dimmi...cosa è questa storia?”
B: “Quale?”
Clau: “Allora povera te”
B: “Si... cioè ... che ne pensi di scrivere qualcosa sotto questo letto?”
Clau: “Si. Certo...”
Bill si sporse e prese i suoi pantaloni: “Oggi ho comprato un accendino con un apri bottiglie quindi scriviamo con quello...”
Claudia sorrise: “Ma non si vede niente...”
B: “Vabbe...”
Claudia prese la punta e iniziò a scrivere... la stessa cosa Bill.
Clau: “Cosa hai scritto?”
B: “Niente... dai...”
Claudia sorrise, accese la luce del cellulare mentre Bill cercava di coprire la scritta.
Dopo un po’ di resistenza, Bill abbassò le braccia facendo scorgere una scritta: Would you marry me?”
Claudia rimase impietrita a leggere mentre Bill spostando la mano di Claudia lesse: Yes, I do!
Bill strinse fortissimo Claudia mentre lei con il viso bagnato.
La bocca di Bill iniziò ad invadere il collo di Claudia che sorridendo lo stingeva.
Claudia si allontanò cercando di intravedere un po’ il viso di Bill.
Sorrise, aveva notato gli occhi lucidi di lui.
Bill si abbassò baciandola e stringendola.
Claudia passava dolcemente le sue unghie sulla schiena di lui, provocando piccoli brividi.
Bill stava lì a baciarla e ad accarezzarla.
Lei gentilmente accarezzava il suo viso levando i capelli che ostacolavano i baci.
Le mani di lui invasero il corpo di lei che gentilmente si muoveva.
Claudia fece scivolare i pantaloni di Bill e levò la sua maglietta.
Lei baciava il collo e il corpo di lui che fece scivolare l’intimo di entrambi.
Le mani intrecciate i baci che si moltiplicavano, i corpi che aderivano perfettamente, i respiri affannati.
I corpi che...diventavano il corpo.
Claudia stringeva forte a se il corpo di Bill che gentilmente provocava piacere e fuoco dentro di lei.
Il sudore aumentava. Bill non smetteva di baciare la bocca di Claudia.
Due lingue che lottavano, due corpi che si amavano... due menti che si congiungevano, un esplosione di amore dentro il cuore di entrambi, respiri stanchi, movimenti più tranquilli, desiderio che si placava.
Notte che accompagnava dolci sogni e dolci prospettive...

Ci svegliammo tutti con la voce del preside: “Carissimi oggi gli ultimi test… mi raccomando... siate puntuali…”
Immediatamente tutti ci alzammo cercando qualcosa da indossare, correndo dentro i bagni e cercando trucchi.
Non potevamo tardare.
Clau: “Bill dov’è la mia cipria?”
B: “Volevo chiederlo a te, non la trovo nemmeno io!”
Immediatamente si aprì la porta della stanza dove Bill e Claudia, dove avevano passato la notte.
T: “Non trovo la mia maglietta cazzo!”
B: “Bussare?”
T: “Cretino secondo te nudo in corridoio penso a bussare e dire la parola magica?”
Bill alzò il sopracciglio e gli diede le spalle.
Georg entrò nella mia stanza.
Ge: “Lally abbiamo il test tra due minuti…andiamo…” mi prese la mano e mi tirò per il corridoio, mentre cercavo di abbottonare i miei pantaloni.
L: “Georg non mi spingere!”
Cami: “Cazzo è l’ultimo giorno… dov’è Silvia?? Doveva venirmi a bussare…”
Camilla corse verso la stanza di Silvia: “Scusate ma Silvia?”
T: “Da Gustav!”
Entra nella stanza e trova i due abbracciati che dormivano.
Camilla prese fiato, cercò di rilassarsi: “SIETE IMPAZZITI O COSA?? È L’ULTIMO GIORNO TRA DUE MINUTI ABBIAMO GLI ESAMI E VOI DORMITE???”
Silvia e Gustav saltarono in aria.
Gu: “Camilla sei pazza?”
S: “Infatti…esci…”
Cami: “Esci?? Cosa?? Manca esattamente un minuto e consegnano i fogli di Fisica e voi dormite??”
Silvia sgranò gli occhi: “Cosa?”
Cami: “Cerco di dirti questo da due ore…corri!”
Immediatamente i due entrarono in bagno mentre Camilla iniziò a correre per arrivare nella classe, trovando Bill nel corridoio: “Non correre..” gli urlò.
La mattina la passammo a fare test, a scambiarci messaggi con i cellulari visto che non riuscivamo a trovare un momento per vederci.
Le prove scritte le avevamo superate tutte.
La sera ci trovammo tutti nelle proprie stanze per come avevamo dormito la sera prima.
Tutti coricati nei letti a non parlare… troppo stanchi.
T: “Amore.. manca solo l’orale!”
B: “Non ci credo abbiamo finito”
Cami: “Non sono mai stata così stanca in vita mia”
S: “Manca l’esame finale e siamo fuori…”
Tutti dicevamo qualcosa… eravamo distrutti, ma sapevamo che presto la nostra vita doveva prendere una forma che andava modellata direttamente dalle nostre mani.
Clau: “Pensare…che adesso… c’è il ballo…”
B: “Dai amore.. prepariamoci…”
Tutti quanti ci vestimmo, ci preparammo, ma ognuno doveva giungere la discoteca per i fatti propri.
I tre fratelli con Gustav e Claudia arrivarono prima di tutti.
Gustav aveva una camicia bianca con pantalone nero e scarpe di pelle nera.
Silvia un vestito blu notte con lo scollo a barca e scollatura vertiginosa alle spalle, scarpe alte aperte blu e tacco a spillo argento.
Tom, pantaloni larghi scuri con scarpe da tennis nere, con camicia bianca un po’ dentro e un po’ fuori, con sopra una giacca nera, più grande del dovuto, con cappello nero e bianco.
Bill con un pantalone bianco a strisce nere, maglietta nera e giacca di pelle bianca, stivali di pelle e capelli extralisci legati in una coda alta.
Claudia al suo fianco con un vestito lungo nero, che si legava al collo, scarpe alte rosso fragola.
Alle loro spalle arrivarono Camilla con una minigonna nera, tacchi rossi e camicia rossa; e Georg con pantaloni bianchi e camicia blu e scarpe bianche.
Alle loro spalle io, con un vestito lungo verde aperto dietro, scarpe alte nere, capelli appuntati e alcune ciocche lasciate mosse sulla schiena.
Tom non mi aveva vista: “Ma dov’è Laura?”
Georg e Camilla risero, si spostarono e io corsi aggrappandomi al collo di Tom: “Preeeendiimii”
T: “Noooo.. hai la gooonnaaaa!”
Sorrisi baciandolo.
T: “Sei bellissima…”
L: “Grazie… anche tu… sei molto… yeah!”
Tutti sorrisero.
Clau: “Dai andiamo a divertirci…”
Entrammo in una sala enorme piena di luci e divanetti.
Un bancone lunghissimo e dei cubi ai lati della sala.
La pista era grande e illuminata da mille colori.
Tanta gente che ballava facendosi abbracciare dalle note sparate da quel Dj che stava in alto nella sala.
Ci prendemmo un tavolino e iniziammo a bere e a scherzare.
Riflettendo sugli anni passati.
Clau: “Si… però.. adesso dovremmo iniziare a scaldare la serata…”
La stanza venne inondata dalla canzone Wale dei Dari.
Claudia iniziò a muovere la testa e le braccia a tempo: “Andiamo a ballare!”
Gu: “Si, anche a me piace questa canzone!”
Gustav prese la mano di Claudia e la portò in pista.
Clau: “Dai balliamo!”
Entrambi con le mani vicine il petto iniziano a muovere le braccia avanti e indietro, alternando i movimenti con il sedere.
Gustav rideva e tutti li guardavano male.
Mi feci spazio tra di loro facendo le ondine con le braccia.
Tom mi seguiva da dietro cercando di seguire quei movimenti inconsueti da parte nostra.
Silvia e Georg si avvicinarono a noi muovendo la testa e camminando come pinguini.
Camilla invece camminava ondeggiando e tappandosi il naso e facendo fina di andare sott’acqua.
Mentre Bill rimaneva a bere e ridere al tavolo.
La canzone ad un certo punto iniziava a farsi più lenta ed avere qualcosa di seducente.
Bill sorridendo e puntando con lo sguardo Claudia, iniziò a camminare lentamente verso le scale che lo separavano dalla pista, facendo piccoli gesti, a mò di graffio verso Claudia.
Tutti lo guardavamo ridendo, era un po’ strano vedere anche Claudia che faceva finta di far volteggiare un corda immaginaria per aria.
Arrivò Bill in pista, scuotendo le sue spalle mentre Claudia faceva finta di tirarlo a se con quella corda.
Tutti quanti muovevamo le braccia coordinati per fare una coereografia.
Tom allo scatto della canzone alzò una gamba e io tenendo il piede facevo finta di suonare la chitarra.
Georg e Gustav in ginocchio a terra che sollevavano il bacino a tempo mentre Silvia e Camilla scuotevano le loro gonne.
Bill sorrideva sentendo la canzone che era appena iniziata.
Nena – Luft Ballon.
Maschi e femmine di fronte in due file diverse.
Camminando schioccando le dita e scambiandosi di posto.
Georg che muoveva agile il suo bacino e accarezzando il suo corpo.
Gustav allo stacco piegandosi iniziò scuotere il sedere verso Silvia che indietreggiava e sentiva sempre Gustav che si scuoteva su di lei.
Io e Tom a braccetto che saltavamo e ci scambiavamo con Claudia e Bill.
Al momento sexy Bill al centro, che faceva l’imitazione di Nena mentre tutti ridevamo a battevamo le mani.
E tutti di nuovo scatenati in pista.
Il dj vedendo i nostri atteggiamenti poco consoni cambiò genere mettendo un po’ di House, Electro.
Georg prese per i fianchi Camilla, le gambe incrociate, i corpi vicinissimi, i capelli di lei che svolazzavano per aria.
Gustav che teneva stretta Silvia da dietro mentre lei abbracciava lui con le braccia verso il suo viso.
Claudia che abbracciava Bill e teneva le sue mani sul fondo schiena di lui.
Mentre lui faceva piccoli passettini con le gambe. Teneva il tempo con la mano. Una accarezzava i capelli di Claudia e l’altra alzata in aria.
Io e Tom accanto che muovevamo le mani e le gambe a tempo.
La canzone cambia, Evermore.
Una canzone più dolce.
Mi avvicinai a Tom stringendolo forte a me.
La mia mano sui suoi capelli che teneva la sua testa tra il mio collo e la mia spalle.
Le sue labbra lasciavano baci dolci.
Silvia e Gustav che tenevano il tempo con le mani in alto.
I corpi vicini, le labbra che si sfioravano.
La mano di Gustav che si intrufolava tra la scollatura sulla schiena di Silvia.
Georg e Camilla che sempre vicini giocavano a fare piccole onde impercettibili.
Camilla aveva appuntato i suoi capelli e Georg accarezzava il suo collo.
Bill e Claudia vicinissimi con le fronti attaccate, le mani di Bill percorrevano i lati del corpo di Claudia, mentre lei sinuosa si avvicinava e si allontanava dal corpo di lui.
Le mie mani intrecciate a quelle di Tom, in alto e poi verso il basso.
Non mi staccavo dal suo corpo.
Gustav, strofinava il suo corpo a quello di Silvia che a volte di allontanava facendolo rimanere un po’ male.
Si scherzava anche tra di noi.
Il Dj compiaciuto cambiò genere, Raeggeton.
Tutti più veloci.
Io e Claudia ci guardammo, ci avvicinammo con passi veloci.
Un onda tra i nostri corpi e immediatamente salimmo su due cubi vicino.
Sotto di noi avevamo Bill e Tom.
Tom che batteva le mani e che rideva.
Bill che cercava di tirare giù Claudia, mentre lei scuoteva la gonna ridendo.
Silvia e Gustav si erano avvicinati al bancone a prendere qualcosa da bere, ridendo e continuando a ballare.
Georg e Camilla li seguirono prendendo dei bicchieri di Tequila per me e Claudia da dividere con Tom e Bill.
La musica cambiava in continuazione e noi non smettevamo mai di ballare e di bere.
Ecco che le luci si abbassano.
Tutti ci avviamo verso il tavolo.
Mentre il tango iniziò… e Gustav prese immediatamente il braccio di Silvia tirandola a se, odorando il suo collo, salendo verso la bocca e baciandola.
I piedi vicini.
Lunghi passi indietro.
Piano… piano… veloce…
Arrivarono al centro.
Gustav teneva alta la postura da conducente.
Silvia alzò una gamba facevo veloci scatti verso sinistra e destra, posando il piede e facendo un piccolo casche.
Tom vedendo quella scena prese anche me.
Una mia gamba attaccata alla sua, l’altra un po’ più sollevata. Mi trascino vicino Silvia e Gustav.
Ci spostammo avanti, poi indietro e poi, gentilmente mi abbassai. Un colpo secco e mi ritrovai aggrappata ai suoi fianchi. Le nostre bocche vicine i respiri uniti.
Claudia sorrise, Bill le prese la mano, e portandola al centro della pista.
Un movimento veloce e Claudia era tra le braccia di Bill che gentilmente fece piegare indietro, sporgendosi su di lei e facendole fare un semicerchio.
Claudia teneva la sua mano sul suo collo, morse un po’ le labbra di Bill e immediatamente in alto.
Gentili passi, gentili rotazioni e giù di nuovo. A fare semicerchi.
Fece finta di alzarla quando di nuovo giù, così velocemente più volte.
La canzone sfumò con un lento.
Camilla e Georg stavano per entrare in pista, quando si trovarono abbracciati.
A volteggiare tra le note dolci e sensibili.
Bill sorrise a Claudia, l’abbraccio.
Cami: “Siamo arrivati alla fine…”
Ge: “Siamo sempre stati insieme… e continueremo ad esserlo stai tranquilla..”
Silvia e Gustav si strinsero.
Lei teneva la testa sulla spalla di lui che accarezzava i suoi capelli e respirava il suo dolce profumo.
Io e Tom stavamo abbracciati mentre una sua mano e una mia erano intrecciate.
B: “Claudia…dovremmo dire agli altri quella cosa…”
Clau: “Si… è vero…”
Bill sorrise e fece cenno al Dj che iniziò a far suonare una canzone molto dolce.
La canzone di Claudia e Bill.
Tutti li guardarono.
Bill uscì dalla tasca un piccolo cofanetto rettangolare.
B: “So… che… forse non era il caso dirtelo così…adesso.. però… io… devo chiedertelo…”
Tutti erano in cerchio vicini a loro.
Claudia emozionantissima: “Si…”
B: “Mi è difficile trovare le parole…perché… insomma… non è una cosa che si chiede sempre… però… se dobbiamo condividere la nostra vita insieme… è inevitabile…”
Claudia con gli occhi lucidi sorrise guardando Bill un po’ impacciato.
B: “Una cosa un po’ imbarazzante qui davanti a tutti!”
Io stringevo Tom: “Mi sto emozionando…”
B: “Be Claudia… apri questo cofanetto…”
Claudia tremante prese la scatola e… davanti i suoi occhi un piccolo collarino con su scritto: “UOVO STRAPAZZATO”
B: “Quello che cerco di dirti è… ADOTTIAMO UN CANE?”
Claudia con le lacrime agli occhi: “Si!”
Si abbracciarono.
Io rimasi con il sopracciglio alzato: “MA che cazz…”
Camilla e Silvia iniziarono a ridere.
S: “Sei uno scemo!”
Gustav e Georg erano senza parole.
Immediatamente altre canzoni e altro divertimento.
Quella sera ci ritirammo ai dormitori verso le 3 e non era consentito entrare.
Avevamo sbagliato orario per un ora.
Ci sdraiammo per terra.
Ge: “Dormiremo qui!”
B: “Ma ci sono insetti?”
Gu: “No… tranquillo”
Eravamo su un prato enorme.
Ge: “fortuna che io tengo sempre qualche coperta in macchina…”
Tutti per terra… l’uno vicino all’altro.
Clau: “E anche questa è andata…”
B: “Si…”
L: “Grazie di aver cambiato la mia vita…”
Tom si avvicinò al mio orecchio: “Grazie di aver cambiato la mia…”
Sorrisi.
S: “Sono stati gli anni più belli di tutta la mia vita.. soprattutto questo…”
Clau: “Si… e… io e Bill presto faremo una cosa.. ne abbiamo parlato un po’ oggi…”
Cami: “Ma quando? Non c’è stato tempo…”
B: “Noi troviamo sempre tempo per parlare…”
Clau: “Appunto…e dovete solo pregare che vada bene, non importa cosa.. ma vedremo…”
B: “Inoltre dobbiamo dirvi un'altra cosa…”
Ge: “Sentiamo…”
S: “Aspetta ricapitoliamo, Cami e Georg aspettano un figlio e si sposano, Tom e Laura si sposano, io e Gustav partiamo… voi?”
Cami: “Dai Bill, dimmi che Claudia è incinta!”
Claudia rise: “Ma anche no!”
B: “No… be… come voi… ci sposiamo!”
Tom iniziò a ridere e abbracciò il fratello che aveva accanto.
Silvia corse su Claudia: “E non mi dite niente?”
Tutti abbracciati: “Certo che … siamo messi bene!”
Continuammo a pensare e ripensare a tutto quello passato insieme… sino alla mattina dopo…
 
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lally_luft
view post Posted on 15/7/2008, 22:58




Capitolo 43:

Gli esami erano andati benissimo a tutti...
Avevamo superato i test con il massimo dei voti.
Immediatamente Silvia e Gustav partirono per l’ammissione che ovviamente conquistarono.
Claudia e Bill, così come avevano pensato, aprirono una casa di moda e iniziarono a produrre molto.
Georg e Camilla ebbero Alessandro...
Io e Tom...
Quel giorno era arrivato.
Vedevo intorno a me tantissime persone.
Claudia che sceglieva i colori per i trucchi mentre ordinava a tutte le sue dipendenti di sistemare il tutto.
Silvia che mi aiutava ad indossare il vestito.
Gustav che discuteva con il fotografo, mi sentivo veramente confusa.
Iniziai a farmi truccare da un estetista dipendente da Claudia.
Clau: “Mi raccomando Nola, fai tutto perfetto... così come trucchi tutte le nostre modelle!”
Il trucco era fatto.
Abbracciai Claudia: “Non so se ci riesco!”
Silvia dal bagno urlò: “Non rompere le scatole... ci riusciremo sicuramente tutti!”
Claudia entrò in bagno: “Ma che stai facendo?”
S: “Questo cretino ha trovato il barbiere chiuso... e ora gli faccio i capelli...”
Clau: “Ah.. bene”
S: “Si.. uno shampoo e via...”
Le mani percorrevano i capelli di Gustav mentre lui teneva gli occhi chiusi, con la testa poggiata al lavandino.
Tutti pronti...
Clau: “Dai... che è arrivato l’autista...”
L: “Ti prego vieni con me...”
Claudia rise: “No.. mi dispiace... dai... stai calma...”
Feci un respiro profondo, mentre Claudia usciva dal portone.
Gu: “Oddio quanto sei bella...”
Silvia sorrise: “Io vado.. vi lascio soli...”
Il mio vestito l’aveva disegnato Bill, era il suo regalo.
Color panna, corpetto stretto ornato da piccole pietre luccicanti, una gonna ampia con dei ricami leggeri che si contorcevano tra di loro e un lungo strascico.
I capelli erano appuntati, ma essendo lunghi alcune ciocche scendevano sulle spalle.
Tenevo a me un buchet di rose rosa e bianche.
L: “Grazie Gustav... ma io ... sto per morire....”
Gu: “Non fare così...”
L: “Ma da che barbiere sei andato?”
Gu: “Silvia”
L: “Molto brava!” risi.
Gu: “Sto male?”
L: “No, sono fatti bene, per quello te lo dicevo...”
Gu: “Dobbiamo andare...”
L: “Gustav abbracciami!”
Gustav che era profumatissimo e perfetto mi strinse forte.
Il suo frac nero e grigio non aveva una piega.
Gu: “Adesso... fai un bel respiro.. e andiamo...”
Presi la sua mano: “Ok...”
Mi accompagnò sino al portone.
Mille Flash che ci inondavano mentre tenevo stretto il suo braccio.
Sorridevo compiaciuta dall’atteggiamento che aveva Gustav, che era più fiero di me.
Entrai nella Jaguar metallizzata.
Gustav mi chiuse lo sportello dopo aver aggiustato il mio vestito ed entrò accanto a me.
La macchina partì.
Tenevo la mano di Gustav stretta, il mio cuore stava per scoppiare.
Claudia e Bill erano rimasti davanti l’ingresso per poter fare cenno all’organista di iniziare a suonare.
Gustav scese, mi aprì lo sportello e mi aiutò a scendere.
Gli sorrisi con le lacrime agli occhi.
Gu: “Lo vuoi veramente?”
L: “Forse è una delle poche cosa che ho sempre voluto nella mia vita... dopo tre anni d’attesa...diciamo che è il minimo...”
Gustav sorrise, mi baciò la fronte: “Allora andiamo!”
Iniziai a salire i grandini lentamente.
Mentre Bill con il suo abito elegante e nero mi guardava sorridendo.
Claudia accanto a lui con l’abito bianco con sfumature viola, si mordeva un po’ il labbro dall’emozione.
I due entrarono immediatamente sorridendo.
Ero davanti l’ingresso della chiesa.
L: “Gustav... forse abbiamo sbagliato matrimonio...”
Gustav rise.
L: “Gustav... non c’è Tom...”
Gustav mi tirò un po’.
Lo seguii, feci un respiro.
La piccola orchestra che c’era a lato delle navate laterali iniziò a suonare.
Gu: “Da quanto non lo vedi?”
L: “Da una settimana e mezza circa...”
Gu: “Avete seguito i nostri consigli..”
L: “No...diciamo che è stato lui a volerli seguire...”
Gustav rise.
Arrivammo vicino la prima metà della chiesa, che era decorata con fiori e nastri bianchi, gialli chiaro e rosa.
Mi guardavo intorno, tutti i nostri amici, tutti i nostri colleghi, tutti i nostri familiari, ma lui... non c’era.
L: “Io lo so... mi ha fatto aspettare per lasciarmi qui...”
Guardai davanti a me, il prete che sorrideva, il coro che mi guardava incantato.
Alla mia destra Bill e Silvia, che facevano da testimoni a Tom.
Alla mia sinistra Camilla e Georg, che erano le miei due testimoni.
Guardai ancora avanti cercandolo, un ragazzo di spalle con uno smoking nero davanti a me.
Che lentamente si voltò.
Lo guardai sgranando gli occhi.
Tom, con capelli corti, un po’ come li aveva Gustav nel 2008, biondo cenere.
Rimasi a sorridere, il primo colpo me l’aveva fatto prendere.
Mi ricordo che due anni fa gli avevo chiesto se i dred li avrebbe tolti per me... e così ha fatto.
Gustav mi baciò la mano, diede un bacio a Tom e andò a sedersi.
Tom mi baciò la fronte e si voltò verso il prete.
Iniziò la cerimonia... ero agitatissima.
Anche lui un po’ emozionato.
Le letture.
Claudia si era avvicinata per leggere uno di quei testi.
La sua voce tremava dall’emozione.
Teneva gli occhi lucidi, bassi sul libro.
Il prete si avvicinò al microfono per fare la predica.
“Tom e Laura... siete qui riuniti per congiungervi in una stessa cosa... per creare una famiglia...”
La mano di Tom sulla mia gonna, io la presi e la strinsi.
“Il sangue di Cristo si trasforma in vino... come ben sapete... e voi... fate la stessa cosa... ma... dovete essere abili a curare questo vino... per farlo invecchiare e farlo rimanere sempre buono e gustoso evitando che diventi aceto...”
Sorrisi.
“Inoltre vorrei ricordarvi la creazione dell’uomo e della donna. Quando Dio ha creato Adamo, cosa ha creato subito dopo?”
Tutti in coro: “Eva!”
“Bene... quindi non esiste Adamo senza Eva... e così... deve essere per voi... quando Dio ha deciso di creare Tom, non poteva lasciarlo solo... ha dovuto pensare a Laura... facendoli poi congiungere...”
Il mio viso si rigò da piccole lacrime, mentre Tom impercettibilmente: “Non piangere...”
La cerimonia continuò, con la voce di Claudia che echeggiava in tutta la chiesa.
L’avevamo sfruttata per farci da cantante.
Si avvicinò a noi Alessandro con un piccolo cuscino con sopra le nostre fedi.
Li porse al prete che li poggiò sopra la panca.
T: “Io Tom Kaulitz... prendo te... Laura Genova come mia legittima sposa per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, finche morte non ci separi...”
L: “Io... Laura Genova... prendo te... Tom Kaulitz... come mio legittimo sposo, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita... finche... morte non ci separi...”
Alle nostre spalle tutti in lacrime, tranne Georg e Camilla che avevano già vissuto quell’emozione qualche anno prima.
“Vi dichiaro... Marito e Moglie...”
Tutti quanti iniziarono a battere le mani.
L’orchestra a suonare.
Io che dolcemente mi voltai verso Tom abbracciandolo e passando la mia mano sui suoi capelli.
L: “Fantastico!”
T: “Sei splendida... non ho mai visto tanta bellezza in un corpo umano!”
Risi: “Grazie...”
Lo baciai.
Ci avvicinammo al tavolo con il libro e firmammo insieme ai nostri testimoni.
Io e Tom inondati di persone che ci baciavano e abbracciavano.
“Auguri” “ Grazie!” erano le frasi standard!
Uscimmo e andammo noi e i testimoni con i rispettivi fidanzati a fare le foto.
Prima in riva al mare.
Poi in una villa enorme, antica, che serviva giusto a quello.
Tutti andarono via per raggiungere la sala, lasciandoci soli a me e Tom.
T: “Signora Kaulitz...” inchinandosi.
L: “Credimi non avrei mai pensato ti tagliassi veramente i capelli...”
T: “LA settimana serviva per aggiustarli... non perché era la superstizione...”
L: “Ma quanto siete perfidi? E io che stavo morendo per poterti vedere... credimi troppa agitazione...”
T: “Lo so... lo vedevo in Claudia, tornava a casa stressata, per non parlare di Bill!”
L: “Ma hai visto Bill quanto è stato bravo?”
T: “Si... veramente... ti sta divinamente...”
L: “Guarda che anche tu stai molto bene...”
T: “Non avevamo dubbi”
Sorrisi, abbracciandolo e baciandolo.
Il fotografo non perdeva attimi di pura tenerezza per scattare foto o chiedere di azionare il video.
Entrammo in macchina.
Anche lui mi aiutava molto con il vestito e cercava di rendere tutto perfetto in ogni dettaglio.
T: “Ora... andiamo a mangiare come porcelli!”
L: “Si!”
T: “Ancora non ho avuto modo di parlare con gli altri mi credi... mi sento così stressato... che ora mi sto rilassando di botto...”
L: “Ti sono mancata... è per questo...”
T: “Si... è vero...”
Lo baciai.

Arrivammo davanti una villa enorme, con un prato all’inglese che si estendeva intorno ad una piscina.
La sala si divideva in tre zone, all’inizio c’era l’ingresso che arrivava sino al giardino e la sala dove in un secondo momento avremmo mangiato i dolci.
Tutti ci accolsero con applausi e la piccola orchestra iniziò a suona la marcia di quel giorno.
Iniziammo la cena e ogni tanto venivamo invitati a ballare al centro della sala musiche romantiche.
Alternavamo il mangiare a queste danze.
T: “Sicuramente non stiamo ingrassando con tutti questi balli!”
L: “Si... diciamo che... tra poco io mi strappo il vestito, non sono abituata a camminare con questo strascico”
T: “No... ma che strappi... questo lo metterà nostra figlia...”
L: “Sarà fuori moda...”
T: “Non importa...”
Eravamo abbracciati, quando alle nostre spalle arrivò Bill.
B: “Posso ballare con la sposa?”
T: “Solo se io posso ballare con la tua futura moglie e tua figlia”
B: “Si certo!”
Claudia era seduta al tavolo, mentre mangiava un grissino.
T: “Scusate... possiamo ballare?”
Claudia sorrise: “Scusate?”
T: “Si certo, tu e Dafne!”
Claudia sorrise, si mise una mano sulla pancia e disse: “Tesoro ci vuoi ballare con lo zio?”
Dopo poco un piccolo calcio: “Oddio Tom, mi sa che gli dai simpatia alla piccolina”
Tom gli porse la mano e lei gentilmente la prese.
Claudia abbracciò Tom come io stavo abbracciando Bill.
B: “Oggi sei proprio una perla”
L: “E tu con questa barbetta ci stai benissimo!”
B: “Ovvio mi devo creare la figura di padre...”
L: “AH si... Dafne se no, non riconosce la mamma dal papà!”
Bill sorrise: “Simpatica!”
L: “Si!” sorridendo soddisfatta.
B: “MI sembra di ballare con mio fratello, siete così identici ormai!”
L: “Non è un bene?”
B: “No.. a volte siete insopportabili!”
L: “Non è vero!”
B: “Si... e devo dire che sei la cosa più bella che potesse arrivare a Tom!”
Abbassai un po’ gli occhi: “Non mi fare commuovere”
B: “Ma è vero!”
Si calarono un po’ le luci.
E una voce al microfono inondò la sala.
“Salve salve! So benissimo che... non sono una grande cantante però... visto che amo tanto mio fratello, voglio fare una cosa per lui!”
E da dietro si sente un piccolo grido di Gustav: “ E per sua moglie!”
S: “Si certo e per Laura!”
Silvia si schiarì la voce e iniziò: “At first I was afraid I was petrified”
Iniziai a battere la mani insieme a Camilla che era accanto a me mentre Georg urlava piccoli complimenti a Silvia e Gustav che suonava la batteria alle sue spalle.
L’orchestra accompagnava la voce di Silvia che attirava l’attenzione di molti.
Presi le mani di Bill e iniziammo a ballare.
Tom e Claudia fecero lo stesso come Camilla e Georg.
Tutti che ballavamo e battevamo le mani.
Alle mie spalle Georg che si avvicinava a me, mi voltai e iniziammo a ballare insieme.
Mentre Bill e Camilla si dimenavano come due femminucce.
Tom e Claudia alternavano passi un po’ più impegnativi come, una mano dietro la testa e l’altro braccio allungato e andando l’uno verso l’altro e rincorrersi così.
Silvia sorrideva per l’esito positivo della sua performance.
Gustav batteva sempre di più trasportato da tanta frenesia.
Silvia scese dal palco accompagnata da un mega applauso dopo aver finito.
Gustav dietro di lei.
E al microfono un ragazzo: “Ora i latini americani!”
Tom mi guardò: “Ma che matrimonio è??”
Risi a crepapelle, piegandomi, mentre la macarena iniziava.
Clau: “Questa era una mia sorpresa... così almeno si movimentava la serata...”
Tutti quanti sopra il prato in fila io e Tom al centro.
Ed Ecco a ballare la ma carena.
Braccia, fianchi, testa ooolèè!
Giravamo su noi stessi.
Tutti ridevamo.
Tom era un po’ scioccato ma andava bene comunque....
Immediatamente dopo un mix di balli di gruppo.
Tutti ruotavamo su di noi con una mano sullo testa e l’altra sul bacino.
Dai latini americani si passava alla musica dance con una canzone bellissima dei Corona:
The rythm of the night.
Tutti in cerchio a ballare mentre le luci ci circondavano.
Ovviamente noi non sapevamo che c’era anche un Dj alla serata.
Fortuna che la cena era finita, mancava la torta e il buffet di dolci.
Camilla e Claudia con le mani sulle pance ballavano una davanti l’altra.
Visto che Camilla aspettava un altro bimbo.
Mentre io e Silvia cantavamo il testo di quella canzone e saltavamo.
Gustav e Tom che ballavano accanto e Georg che sorrideva alle due future mamme alternando un dito su una pancia e l’altra.
Bill era al bar a prendere un caffè.
Ecco il momento della torta.
Le luci si abbassano e la torta nuziale fa ingresso nella sala davanti a noi.
Tom mi prese la mano e ci avviamo verso la torta.
Altre foto e sorrisi.
Il taglio e ... Silvia che si avvicina all’orecchio di Tom, dice qualcosa sorrise e Tom annuisce.
S: “Con il permesso di mio fratello, prendo un po’ di spazio in questo momento, non voglio dedicare niente a nessuno dei due sposi, ma... vorrei dire una cosa... a tutti.
Voi tutti invitati fate parte della mia famiglia, siete i miei amici, i miei conoscenti e ognuno di voi sa che è importante nella mia vita, quindi...essendo dei tasselli importanti tutti quanti.. ho deciso di fare un annuncio a tutti....
Qui... per tenervi tutti informati... bene....
Come sapete... presto mio fratello Bill si sposerà con Claudia... Tom lo vediamo già... Camilla e Georg hanno formato una famiglia da un po’..”
E in quello stesso momento Alessandro corse ad abbracciare le gambe di Silvia.
“Ecco appunto, lui, la mascotte della famiglia...” accarezzando il viso paffuto del bimbo.
“Bene... non voglio fare tanti giri di parole... non ha molto senso in questo caso... Gustav... presto diventerai padre...”
Gustav sorrise imbarazzato, si tocco i capelli, fece un respiro: “Stai scherzando?”
Silvia sorrise: “No...”
Tutti la guardavamo sbalorditi.
Gustav si sedette sulla prima sedia che aveva accanto.
Silvia rise si avvicinò sedendosi di sopra: “Dai amore...siamo solo al secondo mese...”
Gustav sgranò gli occhi: “Ah... ok !”
Tutti sorridemmo.
L: “Proporrei un brindisi per tutti noi”
Stappammo lo spumante, brindammo e mangiammo la torta.
La serata venne animata da musica, molti degli invitati erano andati via... ma noi eravamo ancora lì a ballare.
Mi voltai e vidi che si erano azionati gli idranti del giardino.
Presi la mano di Tom: “Corri”
Tutti ci guardavano.
Iniziammo a correre e rincorrerci per tutto il prato mentre gli spruzzi c venivano addosso.
Tutti gli altri ci seguimmo, correvano con noi, chi urlava, chi rideva, chi ruotava su se stesso.
A parte Claudia e Bill che solo dopo un po’ si fecero sfiorare dall’acqua.
Tom mi prese da dietro, mi sollevo e con un movimento brusco cademmo per terra, ridevo.
L: “Ti amo amore mio!”
Tom mi scostò i capelli dal viso: “Ti amo da morire anche io!”
Accanto a noi crollarono Silvia, Gustav, Georg e Camilla.
Dopo poco anche Bill e Claudia.
Ge: “Ragazzi io vi amo!”
Cami: “Si... anche io e comunque Augurissimi anche a te Silvia....”
L: “E anche a me...”
Clau: “Ovvio... non ti sono bastati gli auguri oggi?”
L: “No... auguri a me, a Tom e ... alla nostra creatura...”
Tom si alzò di botto: “Come scusa?”
L: “Tom...anche io sono al secondo mese...”
Claudia iniziò a ridere: “Che bello! Tutte incinte...”
Risi anche io: “Si..”
Tom mi baciò: “Non potevi dirmelo prima?”
L: “No...” con la faccia smorfiosa.
T: “Smettila d’imitarmi...”
L: “Non ti imito!”
B: “Te l’ho detto fate le stesse cose..”
Sorrisi...
Gu: “E anche questa è andata...”
S: “SI...”
Cami: “Non smetterò mai di ringraziarvi”
L: “Neanche io... penso che scriverò tutto questo...”
Gu: “E come chiamerai il libro?”
L: “La mia.... La Nostra storia!”





FINE!
 
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